"Fallo per me.."

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Prendo un respiro di aria fredda e butto fuori, la serata è alla prima metà del suo svolgimento e io sogno già di essere a casa.
La musica da fuori rimbomba, mi ritrovo da sola a fumare una sigaretta.
Cinque minuti di pausa, da tutto, dalla musica alta, dalla calca di gente.

Discoteca

"Ciao, sei qui sola?"

"Ciao..tu saresti?" chiedo accigliata, sono sempre in imbarazzo quando mi rivolgono la parola persone che non conosco.

Un ragazzo dai capelli ricci scuri mi scruta divertito, ma che vuole? Penso io.

"Mi chiamo Christian..piacere"

"Virginia.." rispondo a bassa voce.

Si appoggia al muretto e guarda avanti, facendo roteare il cocktail che ha in mano e giocando con la cannuccia.
Lo guardo con la coda dell'occhio.
Mi mette ansia.
La musica fuoriesce dal locale quando qualcuno apre la porta.
Si volta verso la porta dando un occhiata furtiva, poi beve un sorso e guarda avanti, voltandosi di nuovo verso di me.
Continuo a fumare la mia sigaretta mentre guardo la punta dei miei stivali neri;

"Che serata di merda.."dice, riprendendo a giocare con la cannuccia, sento il rumore del ghiaccio nel bicchiere.

Non gli do troppo corda.
Fa un freddo cane penso e mentre finisco questo pensiero una folata di vento mi travolge spostando i miei capelli lunghi davanti al viso, mi stringo nelle spalle.
Il mio vestito nero non tiene particolarmente caldo.
Finisco la sigaretta velocemente e la butto a terra, calpestandola.

"Probabilmente non sai divertirti.." sorrido beffarda rivolgendomi a lui.

Sospira una risata bevendo un altro sorso.
"Fammi vedere tu come ci si diverte.."

"No grazie.." rispondo veloce ed entro, ingnorando completamente il ragazzo.

"Comunque ciao.." dice lui stizzito scuotendo poi la testa.

Alzo la mano in segno di saluto sgranando gli occhi.
Ma che vuole?

Mi chiamo Virginia ho 19 anni e non sono una molto socievole, soprattutto con i ragazzi.
Ho i miei buoni motivi.

Sono venuta in discoteca stasera solo perché la mia amica mi ha pregata in ginocchio, c'è il ragazzo che le piace a cui sta dietro da qualche mese e stasera vuole provarci spudoratamente.
L'ho fatto solo per lei, ma vorrei andare via al più presto.

Entro nel locale e il mio corpo prova un sospiro di sollievo, vengo avvolta dal caldo e dall'odore forte di diversi profumi indossati dalla gente.

Alessia, la mia amica, mi vede e mi corre incontro, si avvicina al mio orecchio, la musica è così alta che per parlarci e capirci l'unico modo è quello di perforarci i timpani urlandoci direttamente nelle orecchie.

"Vir vieni, devo parlarti.."mi afferra il polso e mi trascina, tra la calca di gente.

Entriamo in bagno, chiude la porta e la musica diventa ovattata e finalmente la sento anche se mi parla davanti.

"Che succede?" chiedo svelta.

"Ho fatto una cazzata.." dice passandosi una mano nei capelli.

La guardo interrogativa.

"Mattia..mi ha parlato!" dice con un gridolino.

"E dove sarebbe la cazzata?" dico ridendo.

Alessia è sempre catastrofica, una minima cosa la trasforma in un problema di astrofisica.
Ma oltre a questo lato teatrale ed esagerato, sa anche essere leggera e sa godersi ogni momento, a differenza mia.

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