Si dice che Vincent Van Gogh era solito mangiare pittura gialla.
Il giallo secondo lui incarnava la felicità, ed era convinto che mangiandolo potesse portarne un po’ dentro di se, e per quanto sarebbe bello assumersi una dose di felicità a nostro piacimento.
Questa sua mania era ovviamente considerata un disturbo: una pazzia.
Era risaputo che la vernice fosse tossica per l’uomo, ma forse a lui semplicemente non importava, quel veleno per lui era più cura che tossina.
Quel veleno era anche la sua felicità.
Questa cosa mi ha fatto riflettere, e certamente non ho intenzione di ingoiarmi un tubetto di acrilico, ma col senno di poi forse non importa quanto una cosa possa sembrare folle, senza senso agli occhi delle persone, se ci rende felici è difficile farne a meno e continuiamo ad ingerire, rischiando di ammalarci.
A volte succede che il nostro colore giallo sia una persona ed esattamente come la vernice per Van Gogh, insieme alla felicità assumiamo anche un po’ di veleno.
E a quel punto quel sentimento che le persone chiamano amore non sarà nient’altro che un effetto collaterale.
-cit-
Pov Virginia
Ho fatto la valigia, partirò una settimana prima del previsto.
Oggi è il primo Gennaio.
So che andarsene via non vuol dire risolvere i problemi, ma solo accantonarli, ma ora mi sembra la cosa più saggia da fare.
Ho bisogno di staccare devo stare da sola, devo capire delle cose
Devo pensare a quello che mi ha detto Ale, devo capire se voglio che Cristian mi parli e io lo lasci spiegare oppure se andare avanti e basta
Carico il trolley che avevo fatto per venire qui per le vacanze di Natale.
Ma prima di salire in macchina una figura attira la mia attenzione
In piedi accanto alla siepe di casa mia c'è Christian
Non ci vediamo da ieri sera eppure mi sembra già una vita
Ci saremmo dovuti svegliare insieme stamattina perché si sarebbe fermato a dormire a casa mia e invece eccolo qui immobile fuori casa mia vestito e con uno sguardo triste
Il cuore comincia martellarmi
Rimaniamo a fissarci per qualche secondo
Stacco le mani dalla maniglia della portiera
"Che cosa ci fai qui?" dico senza emozioni
"Voglio parlarti" dice piattl
Non ce la faccio, non voglio parlare con lui adesso non sono ancora pronta
Sarei troppo vulnerabile ora e voglio essere lucida quando succederà che ci dovremmo parlare
"No" ribatto seria
Muove qualche passo verso di me
"Virginia.."
"Ho detto che non mi va di parlare torna pure a casa" dico seria
"Invece a me va di parlare"
Scuoto la testa
"Dove stai andando?" chiede guardando la macchina
"A Parma..ma non dovrebbe interessarti, non stiamo più insieme io e te" rispondo
Una coltellata mi trafigge il cuore dopo questa frase, posso sentirlo cambiare ritmo.
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Attenta
FanfictionVirginia è una ragazza di 19 anni. Troppo severa con se stessa, ha bisogno di lasciarsi andare. L'incontro con Christian la aiuterà e vedere il mondo con occhi diversi.