Capitolo 2

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Presi un grosso respiro ed entrai nell'edificio in cui da 2 anni raccontavo una marea di cazzate, con la sola speranza che sarei stata creduta.

Salii le scale fino al 4° piano, dove già c'erano appese ai muri alcune locandine con scritte le solite cazzate, come per esempio "10 buoni motivi per smettere di drogarti."

Roteai gli occhi, sperando che queste 2 ore passino il più velocemente possibile, per poi suonare il campanello, incrociando le braccia sotto al seno.

«Yasmine, bentornata.» mi disse Rosa, l'organizzatrice degli incontri, sorridendomi a trentadue denti. «All'ultimo incontro non sei venuta e mi sono preoccupata.»

Certo, come no.

«Ero a lavoro, non ho trovato un sostituto.» mentii, sorridendogli il più falsamente possibile, vedendo gli occhi azzurri della donna scrutarmi attentamente.

«Va bene, entra sù.» disse, facendomi segno con la mano d'entrare e così feci.

Entrai nel grosso appartamento, dove da 2 anni si tenevano degli incontri per i tossicodipendenti che cercano di ritornare a vivere senza quella merda.

O almeno così mi aveva spiegato Amine 2 anni fa, quando mi ha iscritta a questi incontri.

Mi sedetti nella mia solita sedia, accavallando le gambe e incrociando le braccia sotto al seno, guardando male chiunque ci fosse nella stanza.

Non lo faccio apposta, lo giuro.

«Bene, ora che ci siamo tutti possiamo incominciare.» prese parola Rosa, posizionandosi al centro della stanza, sorridendo a tutti. «Oggi molti di voi raggiungono traguardi importanti e vorremmo che lo raccontaste a chi ha appena iniziato.» disse, guardando alcuni di noi e anche a me.

Oggi sarebbero 2 anni, se avessi realmente smesso.

«Senza avere paura, non giudichiamo nessuno, come tutti voi sapete.» disse, vedendo che nessuno osava alzarsi, passandosi una mano fra i suoi ricci rossi.

Ad un tratto un ragazzo si alzò, affiancandosi a Rosa, la quale le rivolse un sorriso e si andò a sedere.

È un ragazzo terribilmente magro, ma dalla sua maglia bianca a maniche corte attillata si possono vedere dei muscoli; indossa degli skinny jeans neri che risaltano le sue gambe magre mentre i capelli sono mori, così come i suoi occhi.

Ha un aspetto così familiare, mi sembra di averlo già visto.

«Mi chiamo Zaccaria Mouhib, ho 20 anni e sono pulito da 1 anno e mezzo.» disse, ricevendo gli applausi e gli occhi sognanti di tutti i ragazzi, tranne della sottoscritta. «In tutto questo tempo la voglia di ricominciare a drogarmi è stata frequente, l'ultima volta è stata Sabato scorso, quando la mia ragazza mi ha lasciato al telefono in lacrime.»

Il maleducato del Lime, ecco dove l'avevo visto.

«Grazie Zaccaria, siamo felici per te.» disse Rosa, guardando il moro con gli occhi sognanti, il quale nel mentre si era andato a risedere. «Yasmine, vieni.»

Portatemi via vi prego.

Mi posizionai al centro della stanza, sentendo lo sguardo di tutti i presenti su di me, cosa che mi irritava parecchio, ho sempre odiato stare al centro dell'attenzione.

«Sono Yasmine Er Zaaraoui, ho 20 anni e sono pulita da da 2 anni.» dissi, ricevendo un applauso da tutti, sapendo di non meritarmelo, ma cercai di sembrare il più disinvolta possibile.

«Yasmine, il tuo percorso è stato molto altalenante: sei passata da momenti di completa luce a momenti di estremo buio, ti va di raccontare?.» chiese Rosa.

È per caso impazzita?.

«Siamo qui per parlare del mio presente, non credo sia opportuno parlare del passato.» dissi, forse troppo acidamente, guardando male la riccia.

«Hai ragione, perdonami.» disse, abbassando lo sguardo, facendomi segno di continuare.

«Quando ho l'istinto di ricominciare penso alle persone che più amo e al dolore che gli darei.» dissi, sentendo formarsi un nodo in gola.

Mentire per me è diventata abitudine.

• • •

Mi avviai verso la mia auto nera, sbuffando fuori il fumo della mia sigaretta. Mi strinsi di più nella mia giacca di pelle nera, visto che questo pomeriggio c'è molto vento a Milano.

Mi sentivo seguita e osservata, da quando sono uscita dal palazzo degli incontri per i tossicodipendenti, ma alla fine sono sempre stata molto paranoica.

Arrivata davanti alla portiera del guidatore, vidi con la coda dell'occhio un ragazzo avvicinarsi, così gli tirai un calcio nelle palle, per poi girarmi e vedere che fosse Zaccaria.

Possibile che è sempre in mezzo ai coglioni?.

«Oddio.» dissi, portandomi le mani alla bocca, imbarazzata ma allo stesso tempo divertita, mentre il moro si portò le mani sul cavallo dei pantaloni, assumendo una faccia dolorante. «Io, Tu, Scusa.»

«Aggressiva proprio come tuo fratello.» disse, a denti stretti, a causa del dolore, mentre io aggrottai le sopracciglia.

Come conosce mio fratello? È qualche spacciatore di zona o era un suo amico di cella?.

«Amici di cella.» disse, come se mi avesse letto nel pensiero, ricomponendosi. «Sei uguale a lui, avrei dovuto riconoscerti Sabato scorso, quando ti sei goduta l'intera litigata con la mia ex.»

Maleducato e stronzo, combinazione perfetta.

«Sei tu che sei piombato fuori e non mi hai vista, di certo non era mia intenzione ascoltare.» dissi, aprendo la portiera. «Ah e sei un maleducato.»

Entrai finalmente in macchina, mentre Zaccaria posò entrambe le mani sul tettuccio, abbassandosi alla mia altezza, guardandomi con un sorriso.

«Bella e aggressiva, già mi piaci.» disse, prendendo dal suo borsello una canna. «Con questa ti convinco a stare un po' con me?.»

«Non eri pulito da 1 anno e mezzo?.» chiesi, ridendo.

«Mi piace raccontare cazzate, anche a te?.» chiese.

Qualsiasi cosa io dica la riferirebbe a mio fratello.

«Solo quando mi conviene, ma non oggi.» dissi, per poi mettere in moto l'auto e sfrecciare via per le strade di Milano, lasciandolo lì.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Where stories live. Discover now