Capitolo 9

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«Stai scherzando? Il suo ex è tornato per romperle i coglioni e io non dovrei fare niente!.» sentii urlare da Zaccaria, seppur mi trovassi al piano superiore di casa di Mattia.

Dopo lo spiacevole incontro con Riccardo, Mattia aveva invitato tutti a casa sua, sia per parlare un po' con gli altri di musica e per informarsi delle cose che accadevano in zona. Una sorta di "riunione".

«Non posso ancora crederci.» disse Gaia, legando i suoi lunghi capelli biondi in una coda alta.

Lei era l'unica delle ragazze a saper davvero tutto sulla relazione fra me e Riccardo, visto che con le altre siamo diventate amiche strette qualche mese dopo. Mi sosteneva e aiutava sempre, le sono debitrice. Ricordo ancora quando mi aiutava a coprire i lividi creati da Riccardo, promettendole che l'avrei denunciato il giorno dopo.

Ma non l'avevo mai fatto. Riccardo aveva saputo prendermi così tanto psicologicamente che riusciva a controllarmi in tutto.

«Non mi spiego perché sia tornato.» dissi, sentendo lo sguardo di Alice e Gaia su di me.

«Non è per metterti ansia, ma se fosse tornato per fare quello che non è riuscito a portare a termine 2 anni fa?.» chiese Alice, mentre Gaia sgranò gli occhi e io sentii un brivido percorrermi la schiena.

«Alice non dire cazzate.» esclamò Gaia, sorpresa dalla domanda della nostra amica. «E se anche volesse non ci riuscirebbe mai, Yasmine ha le spalle fin troppo coperte.»

In fin dei conti Gaia aveva ragione: molto probabilmente avevo più protezione io che il Presidente della Repubblica. Non voglio nemmeno pensare che sia ricomparso perché 2 anni fa non sono morta, nemmeno per un secondo.

Voglio ricordarlo senza veleno, anche se mi è difficile.

«È un pazzo psicopatico, ci dobbiamo aspettare di tutto da uno così.» disse Alice, passandosi una mano fra i suoi lunghi capelli mori. «Come hai fatto a metterti con uno così poi c'è lo spiegherai amo.»

«Non era così.» dissi, pensando alle prime uscite con Riccardo. «Sembrava un ragazzo apposto, ma poi dopo ha iniziato a drogarsi ed è cambiato.»

Dopo questa mia affermazione calò il silenzio nella stanza, che venne spezzato qualche minuto dopo dalla porta che si apriva, rivelando la figura di Zaccaria. Alice e Gaia decisero di uscire, per lasciarci un po' soli.

«Come stai?.» mi chiese, sedendosi al mio fianco.

«Sto bene.» dissi, guardandolo negli occhi e sorridendogli. Probabilmente sarà confuso, non conosce tutta la storia, crede che il mio incontro con Riccardo abbia smosso qualcosa in me, facendomi venire dei dubbi sul nostro rapporto.

«Tuo fratello è incazzato nero con quel tipo.» disse, accennando un sorriso. «Tu invece? L'incontro con lui ha cambiato qualcosa?.»

Sono una sensitiva, ne sono certa.

«No, non ha cambiato i miei sentimenti per te Zaccaria, sono ancora certa di essermi innamorata di te, tranquillo.» dissi, posando una mano sulla sua gamba, realizzando solamente dopo di avergli appena confessato di essermi innamorata di lui.

«Quindi sei innamorata di me?.» mi chiese, sorridendomi proprio come un bambino, mentre i suoi occhi si illuminarono, io annuì semplicemente, sentendo il cuore scoppiare di gioia a questa scena.
«Anch'io lo sono, davvero tanto.» ammise.

Sorrisi, buttando letteralmente fra le sue braccia, tanto che cademmo sul letto, ridendo.
Mi diede un bacio a stampo, per poi stringermi a lui.

Il mio cuore scoppiava, bruciava e sorrideva allo stesso tempo. Troppe emozioni sovrastanti che non riuscivo più a provare da troppo tempo.
Il muro che si era creato fra me e l'amore era finalmente caduto, grazie anche all'aiuto di Zaccaria.
E per questo gli sarò debitrice a vita.

• • •

«Mamma vuole vederti.» disse Amine, sedendosi al mio fianco, mentre gli altri giocavano alla play station e scherzando fra di loro.

«Declino l'invito.» dissi, sbuffando fuori il fumo della mia sigaretta. Non odiavo mia madre per avermi sbattuta fuori di casa, sono solamente incazzata, mi passerà, ne sono certa, ma deve darmi tempo, non può pretendere che la perdoni subito.

«Si è pentita.» disse Amine, posando i gomiti sulle ginocchia. «Quel giorno ha reagito di petto, lo sai che è molto impulsiva, non voleva farlo.»

«Se davvero non voleva farlo, perché non mi ha richiamato la sera stessa, eh?.» dissi, portandomi alla bocca la sigaretta, più nervosa che mai.

Sentì mio fratello sospirare solamente, poi calò il silenzio tra di noi. In questi ultimi giorni il nostro rapporto è tutt'altro che pacifico, prendiamo ogni occasione per innervosirci o incazzarci con l'altro.

«Mi manchi Yasmine, davvero. La casa è vuota e silenziosa senza di te, mi ricorda troppo quel periodo e non faccio altro che farmi paranoie.» ammise, guardandomi con gli occhi lucidi, facendo riferimento a quando andai in ospedale 2 anni fa.

Mio fratello ha bisogno di me e io non riesco ad accorgermene.

«Vieni qui.» dissi, aprendo le braccia, facendo sprofondare Amine con la testa sul mio petto, mentre piangeva silenziosamente, convinto che io non me ne accorgessi, ma feci finta di nulla. «Mi sto disintossicando Amine, ho bisogno di stare un po' lontana da casa. Ho paura che dopo aver rivisto Riccardo i troppi ricordi in quella casa mi facciano compiere azioni che non voglio.» ammisi.

«Lo capisco.» sussurrò, singhiozzando. «Ma sappi che quella è stata casa tua per 19 anni e lo sarà per sempre, non devi farti pensieri a tornare quando vuoi, anche nel cuore della notte.»

Lo guardai, per poi vederlo ricomporsi. Non amava farsi vedere vulnerabile dalle persone, seppur fossero i suoi familiari o amici.

«Ti voglio bene.» dissi, dandogli una pacca sulla spalla e alzarmi dal divano, andando vicino alla finestra e accendermi un'altra sigaretta.

Guardai la luna limpida in cielo, che regnava sul buio. Un senso di calma e tranquillità si impossessò di me, portandomi a chiudere gli occhi.

Spegnere il cervello, avrei bisogno solo di questo.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴حيث تعيش القصص. اكتشف الآن