Capitolo 17

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«Tranquilla, nemmeno si vede la macchia!.» esclamò Sofia, sorridendomi a trentadue denti. Io la guardai titubante, sapendo bene che mi stesse mentendo.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dai bagni del Tocqueville.

Ormai il Tocqueville è diventato come casa mia.

Passammo a fatica in mezzo alla gente che si scatenava in pista, ed ogni tanto mi partiva una spinta o un'imprecazione contro chi andasse contro a Sofia, visto che è incinta. Stiamo progettando il suo "Gender Reveal" che è una sorta di festa per scoprire il sesso del bambino.

Io tifo per maschio!.

Appena arrivate nuovamente nel privè riguardai il mio vestito bianco, sul quale si vedeva ancora l'enorme chiazza di Vodka liscia, rovesciata da un coglione, che senza nemmeno dirmi un "mi dispiace" se ne è andato con i suoi amici.

Non capisco come la gente sia così maleducata.

«Ti è passata la rabbia?.» mi chiese Amine, venendomi incontro, posando un braccio sulle mie spalle, ridendo.

«Come sei divertente Amine, davvero.» dissi, roteando gli occhi e incrociando le braccia sotto al seno, già stanca di essere qui.

Ho accettato di venire a fare serata solamente per Gaia, visto che mi stava assillando da almeno due giorni e volevo essere lasciata in pace.

Le voglio un bene dell'anima, ma certe volte è troppo pesante.

Sono passati tre giorni da quando Zaccaria è partito per il Marocco e non ho molte sue notizie, ma infondo posso capirlo: è indaffarato per la registrazione del video e vorrà stare con i suoi cari.
Ci sentiamo fugacemente solo la sera, giusto per raccontarci come abbiamo passato la giornata e a dirci quanto ci manchiamo a vicenda.

Non mi spiego come può mancarmi così tanto se è andato via da solo tre giorni.

«Il tipo comunque è venuto a scusarsi, dopo che sei andata in bagno con Sofia.» disse mio fratello, indicandomi con il capo un gruppo di ragazzi, che bevevano e scherzavano fra di loro. «Quello che ti è venuto addosso si chiama Samuel, in arte Rhove.»

«Non mi interessa chi sia o cosa faccia, è stato un maleducato di prima categoria.» dissi, guardando male il gruppo, accorgendomi che lo sguardo di alcuni era già su di me. «E poi che senso ha scusarsi con gli altri, se ha sporcato il vestito a me?.»

Amine sospirò solamente, sapendo che qualsiasi cosa mi avesse detto io sarei rimasta della mia idea.
Tolse il braccio dalle mie spalle, allontanandosi, proprio quando un ragazzo di quel gruppo venne nella mia direzione.

Maledetto Amine.

«Ciao! Scusami per il vestito, mi sono scusato anche con tuo fratello, quando tu eri in bagno.» disse, rivolgendomi un sorriso sghembo, guardandomi attentamente negli occhi. «Io sono Samuel.»

«Yasmine.» dissi, stringendogli la mano, che precedentemente aveva teso verso di me, in segno di saluto. «E comunque sei stato un maleducato, potevi benissimo scusarti fin da subito e non guardarmi con indifferenza.»

«Sono stato uno stronzo, lo so. Non è da me comportarmi così, davvero.» disse. «Come posso farmi perdonare?.» chiese, incrociando le braccia al petto, osservandomi.

Ci sta per caso provando con me?.

«Non credo tu possa farti perdonare, non do seconde chance.» dissi, lasciandomi scappare una risata, vedendo la sua espressione stupita.

«Un'eccezione?.» mi chiese, ridendo anche lui. «Solo per farti cambiare opinione su di me, poi sei libera di mandarmi a 'fanculo.» disse.

«Sono fidanzata.» dissi, incrociando le braccia sotto al seno, inclinando di poco la testa.

«Non ho secondi fini: ci sediamo ad un tavolo, davanti a una tazza di caffè e ci conosciamo, poi decidi tu se diventare amici oppure no.» disse, alzando le mani in segno di resa. «Poi sono anch'io fidanzato.»

Sorrisi, non aspettandomi affatto una risposta del genere. «Va bene, ti concedo una seconda chance.»

Il ragazzo mi rivolse un altro sorriso, per poi prendere dal tavolo due drink e offrendomene uno.

• • •

Sono quasi le tre di notte e sono appena tornata a casa; Inutile dire che sono esausta e non ho nemmeno la forza di struccarmi, ma devo farlo.
Posai la mia borsa nera sul tavolo e andai a mettermi il pigiama, per poi buttarmi sul letto.

Questa sera ho parlato molto con Samuel e devo dire che si è rivelato un ragazzo simpatico, con una storia molto interessante da raccontare, visto che mi ha praticamente raccontato ogni dettaglio della sua vita. Penso sia un ragazzo genuino, gli si legge negli occhi la voglia che ha di portare in alto il suo quartiere e la passione per la musica. Ci siamo dati appuntamento domattina ad un bar vicino San Siro, visto che gli ho promesso un caffè.

Non ho sentito Zaccaria per tutta la serata, invece.

La sua solita telefonata di mezzanotte non era arrivata e ciò mi aveva insospettito. Non sapeva che ero in discoteca, quindi non so il motivo per quale non mi abbia chiamata.

Non devo farmi le mie solite paranoie.

Decisi di inviarli un messaggio su Whatsapp, per informarlo di ciò che avessi fatto stasera e dargli la buonanotte.

Messaggio a "Zaccaria":
Ei, tutto bene? Questa sera sono andata al Tocqueville, ma mi aspettavo una tua chiamata. Sono stata insieme ai ragazzi e ho conosciuto un nuovo amico, appena torni te lo presento. Ci sentiamo domani, ti amo.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Where stories live. Discover now