Capitolo 11

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Capitolo scritto dal punto di vista di Zaccaria

La mia gamba magra faceva sù e giù ormai da qualche minuto, mentre Amine mi osservava in silenzio, molto probabilmente perso fra i suoi pensieri, così come me. Anas e Yasmine sono chiusi in camera da qualche minuto, presumo stiano parlando, visto che si sente il suono delle loro voci.

Il suo ex è tornato e mi sembra che tutti siano cambiati: più taciturni, attenti e sospettosi. Amine non ha voluto rivelarmi molto su di lui e ho ritenuto opportuno non chiedere troppo a Yasmine, visto che so che è ancora una ferita aperta per lei.

«Sei preoccupato per lei?.» prese parola Amine, rompendo l'assordante e imbarazzante silenzio.

«No, so che è una ragazza forte e supererà anche questo.» dissi, finendo di prepararmi la mia canna e portarla alle labbra, accendendola con il mio fidato accendino nero. «Quel Riccardo, le ha fatto del male?.» chiesi, visto che avevo sentito le ragazze parlare ieri a casa di Mattia, ma non avevo avuto il coraggio di chiedere a Yasmine.

«L'ha distrutta.» disse Amine, spostando lo sguardo in un punto indefinito della stanza. «Era così presa da lui, non ragionava nemmeno più.»

Sbuffai fuori il fumo dalla mia bocca, ascoltando silenziosamente Amine. Il suo sguardo è così vuoto quando parla di Yasmine e Riccardo ed io non riesco ancora a capire il perché.

«Non era un ragazzo della nostra zona, quindi non andava già a genio a noi, ma sai bene quanto è testarda Yasmine. Ricordo ancora quando lo fece conoscere a me e mia madre: cenammo insieme, ridendo e parlando, facendolo sentire parte della nostra famiglia.» disse Amine, con un tono duro e freddo. «Ma non sapevo che mia sorella aveva già iniziato a drogarsi insieme a lui.»

Vidi la sua gamba destra iniziare a muoversi, così come le sue mani. Non posso nemmeno immaginare il dolore e la rabbia che sta provando.

«Ma sai cos'è la cosa che mi fa più rabbia?.» disse, girandosi col capo verso di me. «È che io non mi sia mai accorto che mia sorella stesse male, per due fottuti anni. Due fottuti anni che quel bastardo la picchiava e io non me ne sono mai accorto, ti rendi conto?.»

Percepì una fitta allo stomaco a queste sue parole, che mi avevano trapassato la testa e lo stomaco come un coltello affilato. La voglia di prendere questo Riccardo a botte fino ad ucciderlo iniziò a farsi spazio in me.

«Perciò mi spaventa che lei stia con te.» disse, infine, facendomi aggrottare le sopracciglia, accigliato e sorpreso da questa sua affermazione.

«Io non sono Riccardo.» dissi, facendo l'ennesimo tiro della mia canna. «Io rispetterò e amerò Yasmine e il suo cuore, cercherò di fargli dimenticare ciò che ha passato con quello, anche se sarà difficile, ma io sarò sempre presente per lei, qualsiasi cosa accada.»

Amo Yasmine e sono disposto a fare tutto per lei.

Vidi Amine guardarmi sorpreso, forse non si aspettava una risposta del genere, tanto che mi rivolse un sorriso soddisfatto.

«Non intendevo quello.» disse, ridendo leggermente.
«Mi spaventa cosa potrebbe fare lei.»

«Cosa intendi?.» chiesi.

«È quasi morta per overdose dopo essersi tirata tantissime strisce insieme a Riccardo, dopo aver litigato.» disse, alzandosi dal divano. «Conosce molti modi per farsi male e ho paura che un'ennesima delusione d'amore le possa costare la vita, per davvero.»

Un brivido mi percosse la schiena.

«Non avrà nessun'altra delusione d'amore, fidati.» dissi, per poi sentire la porta di camera mia aprirsi.

Anas ci guardava confuso, ma mi salutò ed uscì di casa, chiudendo la porta alle sue spalle.

«Vado un po' da lei.» disse Amine, prima di scomparire in camera da letto, lasciandomi solo, con i miei pensieri.

Yasmine, la ragazza che aveva saputo fottermi il cervello e rubarmi il cuore in così poco tempo è così piena di problemi che quasi i miei non sono nulla in confronto. Forse ci amiamo così tanto perché siamo entrambi incasinati, chissà.

I miei casini in questo momento sono in secondo piano per me, prima devo occuparmi di Yasmine.

Dovrei trovare il tempo per dirgli del processo e del mandato d'arresto.

Qualche mese fa avevo subito un processo per dei casini che feci da piccolo, ero davvero un pazzo.
Il giudice mi aveva condannato a 1 anno e 6 mesi, ma non sono mai andato dentro, per cause che non conoscevo e che se avessi saputo non sarei riuscito a comprendere.

Ma qualche giorno fa mi è arrivata una lettera, che annunciava il mio mandato d'arresto, ovvero, che la polizia, una volta avuto l'ordine, come e quando volevano potevano venirmi a prendere, per portarmi al San Vittore, carcere di Milano.

Non volevo e non potevo andare dentro, almeno non adesso. Devo stare con Yasmine.

Non voglio lasciarla sola adesso, nel momento in cui ha bisogno di me, non potrei mai farlo.
Mi sentirei male al pensiero di lei lontana da me, con il suo ex psicopatico che le sta addosso e le sue crisi di astinenza.

Devo dirglielo, prima che la polizia mi preceda.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Where stories live. Discover now