Capitolo 7

2.6K 86 15
                                    

«Buongiorno.» dissi, entrando in sala, ritrovandomi mio fratello e mia madre seduti a tavola, con davanti a loro una bustina contenente della polvere bianca.

Cazzo, cazzo. Sono nella merda.

Sentì le mani incominciare a sudare, segno che l'ansia stava incominciando a impossessarsi di me.
I miei occhi sono leggermente sgranati e lucidi, visto che hanno iniziato a pizzicare dopo aver visto le facce deluse delle persone che amo più di tutte.

«Siediti, adesso.» disse Amine, più serio che mai, così decisi di non dir nulla e sedermi, non volevo farlo incazzare ancor di più. «Che cazzo è 'sta merda?.»

Come se non lo sapesse già.

«Eroina.» dissi, decidendo di non mentirgli più, tanto avrebbero scoperto tutto ugualmente.

Mio fratello scoppiò in una risata isterica, passando lo sguardo da me a mia madre, per poi alzarsi in piedi e incominciare a camminare per tutta la sala, dal nervoso, credo.

«Tu lo sai cosa abbiamo dovuto passare io e mamma per le tue cazzate, Yasmine? Cosa fai? Ci ripaghi così, ricominciando?.» disse, alzando la voce, comportamento assolutamente non tipico di Amine, ma questa volta era davvero incazzato nero.

Quando fa così mi fa paura.

«Da quanto?.» prese parola mia madre, guardandomi con le lacrime agli occhi, sussurrando.

«Non ho mai smesso.» dissi, sganciando la bomba, sapendo che avevo appena scatenato l'ira di mio fratello, visto che dopo questa mia affermazione buttò per terra le cose che c'erano sul tavolo, per poi portarsi le mani in faccia, come per calmarsi, iniziando a imprecare sotto voce.

Chiusi gli occhi, mentre una lacrima solitaria scese sul mio volto. Aver deluso mamma e Amine mi rende triste, loro hanno investito tantissimo tempo e sforzi per cercare di aiutarmi a disintossicarmi, capisco il loro essere così furiosi con me.

«Ti voglio fuori di casa.» disse mia madre, facendo smettere di imprecare Amine, dallo stupore, mentre io riaprii gli occhi, incredula. «Non posso sopportare di avere una figlia drogata, proprio come tuo padre.»

Stava scherzando, giusto?.

«Ma cosa dici mamma?.» chiesi, sentendo il mondo cadermi completamente addosso.

«Hai sentito bene, vai a farti le valigie Yasmine, entro mezz'ora ti voglio fuori.» disse, per poi alzarsi e andarsene in camera sua, sbattendo la porta.

Portai il mio sguardo sulle mie mani, per poi vedere tutto offuscato, per le troppe lacrime. Non volevo piangere, non volevo farmi vedere stare male, anche perché se siamo arrivati a questa situazione è solo colpa mia.

Amine mi guardava solamente, spiazzato dalla decisione di nostra madre, forse troppo esagerata.
Sapevo bene che lui era pronto ad aiutarmi ancora, non mi avrebbe mai sbattuto fuori casa.
L'unica cosa che fece fu quella di venirmi vicino e abbracciarmi, facendomi percepire tutto il dolore che stava provando.

«Mi dispiace.» dissi, tra i singhiozzi, capendo che avessi perso anche mia madre. «Mi dispiace Amine.»

«Va tutto bene, va tutto bene.» mi ripeteva, dandomi dei leggeri baci sul capo, cullandomi fra le sue braccia, entrambi in lacrime.

Perché deve andare sempre tutto male?.

• • •

Fissai il soffitto bianco della camera di Gaia, la quale si era offerta di ospitarmi. Avevo dovuto raccontarle tutto, l'unica cosa che ha fatto è stata abbracciarmi e dirmi che ne saremmo uscite insieme, per davvero.

Ed è quello che voglio fare, sul serio.

Penso che ormai in zona tutti lo sappiano e forse anche Zaccaria, a giudicare dai tanti messaggi e chiamate che ho ricevuto da lui, ai quali non ho mai risposto. Non voglio parlare con nessuno.

Voglio stare sola, con il mio dolore.

Devo riuscire a concretizzare tutto ciò che è accaduto adesso, così da saper gestire le mie emozioni. Prima riesco a superare ciò e prima starò bene.

Sbattermi fuori di casa credo sia stato troppo eccessivo, sopratutto da mia madre, che era una sorta di migliore amica per me. Ma posso capire la sua delusione e l'amarezza, avrà reagito di petto, pentendosi della sua scelta qualche minuto dopo.

Tipico di lei.

«Chérie!.» mi disse Zaccaria, risvegliandomi dai miei pensieri, precipitandosi su di me.

«Ei, cosa fai qua?.» chiesi, stupita di questa visita, mentre il moro prendeva posto affianco a me, appoggiando la schiena allo schienale del letto.

«Appena ho saputo sono corso qui, ero preoccupato a morte per te.» disse, intrecciando una mia mano fra la sua, mentre io sentii le famose farfalle nello stomaco farsi spazio in me.

«Sto bene, non dovevi preoccuparti.» dissi, sforzando un sorriso, sotto il suo sguardo attento.

«Fingi a me? Ti conosco bene, i tuoi occhi parlando, i tuoi occhi non stanno bene.» disse, lasciando la mia mano per potermi fare una carezza. «Agli altri puoi dire di star bene, ma a me no, con me non sai fingere chérie.»

«In realtà dovrebbe essere il contrario, sai?.» scherzai, ridendo leggermente.

Riusciva a leggermi dentro più di qualsiasi altra persona, seppur lo conosco da nemmeno 1 mese.

«Ed è questa la cosa che non capisco di te, di me e di noi.» disse, girandosi col busto verso di me. «Ci conosciamo da così poco tempo ma sembra che entrambi ci conosciamo da un'eternità, non me lo riesco a spiegare questo.»

«Nemmeno io me lo spiego.» sussurrai, vedendo il moro avvicinarsi sempre di più al mio volto.

Le emozioni che provavo quando avevo Zaccaria accanto erano indescrivibili. Sapevo solamente che qualcosa dentro di me stava cambiando.

In poco tempo le nostre labbra furono attaccate; Un bacio passionale, lento, che lasciava trasparire tutta la voglia che avevamo di stare insieme e capirci più a fondo. Portai una mano dietro alla sua nuca, mentre lui su una mia guancia.

«Ne usciamo insieme da tutta 'sta merda, te lo prometto.» sussurrò sulle mie labbra, una volta staccati, appoggiandomi con la testa sul suo petto, dove potevo sentire il suo cuore battere velocemente.

Stavo incominciando ad amare di nuovo, lo sapevo.

𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora