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Sono appena tornata a casa e muoio dalla voglia di scrivere a Riccardo; certo è molto imbarazzante come cosa però vorrei iniziare a conoscerlo, insomma anche se mi ha detto mezza frase sembra così gentile e disponibile. Insomma come dicono i miei, se si ha una occasione perché non sfruttarla.

Mentre mi dirigo in camera Isabelle dice, con la faccia rivolta verso la mela che stava sbucciando:
-Juli ti prego non fare cavolate-

-In che senso- le rispondo

-Devi capirlo da sola il senso, io ti supplico di non dimenticarti così facilmente di lui-

-Ma di chi stai parlando, Isabelle, aiutami a capire di chi stai parlando!-

-Tu sei molto intelligente e mi meraviglia il fatto che tu non abbia capito di chi sto parlando- dice lei -Ora ti prego... Dammi quel fogliettino- aggiunge facendo anche una piccola pausa.

-PERCHÈ!- dico molto nervosa.

-Lo capirai-dice rimando sempre calma e dopo un po' apre la mano in segno che vuole il biglietto.

-Va bene, hai vinto- le dico consegnandole il biglietto

Appena Isabelle sente la carta appoggiarsi sulla sua pelle stringe il bigliettino tra le mani e se ne va verso la sua stanzetta.

Ho bisogno di pensare. Questi giorni sono molto particolari per me. Ho bisogno di mio fratello, lui mi capisce è stato con me quando pensavo che ormai la mia vita fosse finita. Isabelle è la mia migliore amica ma a volte credo che sia un po' troppo protettiva.

-Issi io esco a fare due passi- dico.

-Ok ma non fare troppo tardi.

Uscita dall'albergo collego le cuffiette al telefono entro nell'app di Spotify riproducendo la mia playlist, la prima canzone che viene riprodotta è "Sei forte" di Giò Evan. Questa non è una canzone, questa è poesia.
"Sei forte perché sai cadere bene
Cadi e ti spacchi tutta
Ma i sogni no, non ti si rompono mai
A loro hai insegnato come atterrare sempre in piedi"

La canzone inizia così e quando l'ascolto devo assicurarmi di avere un fazzoletto a portata di mano.
Inizio a camminare e stringo la coda che mi ero fatta in camera. Dopo un paio di kilometri decido di tornare all'hotel e quindi decido di entrare in un vicoletto per fare prima. Mentre cammino mi imbatto in una coppia che si stava baciando, decido di abbassarmi a legare una scarpa per soffermarmi sul ragazzo ma mettendo a fuoco il soggetto maschile mi rendo conto che è proprio lui, Riccardo.

Dopo un po' che li stavo guardando decido di andarmene ma Riccardo si accorge della mia presenza e dice:

-Ehi aspetta...Tu sei la ragazza dello stadio giusto?-

-Eh si, sono proprio io-

-Mi dispiace, non ti sarai mica...-

-No tranquillo, non ci conosciamo neanche- lo interrompo concludendo la frase con un piccolo sorriso, anche se al momento l'unica cosa che vorrei fare è tirargli uno schiaffo.

-Va bene, allora vi saluto-

-Un secondo, posso almeno sapere come ti chiami?-

-Julia Gonzalez Iglesias-

-La sorella di Nico, il calciatore spagnolo intendo-

-Si, sono proprio io. Ora si è fatto tardi devo andare- dico -Buona Vita Calafiori- aggiungo

-Buona Vita Iglesias- risponde lui

~Spazio autrice

Ciao a tutti come state? Io finalmente ho finito la scuola e seno completamente libera così da poter pubblicare più frequentemente.

Volevo ricordarvi che tutto quello che scrivo su Calafiori e gli altri personaggi reali è soltanto frutto della mia immaginazione, quindi io non so che persone siano realmente.
Detto questo spero che il capitolo vi piaccia e ci sentiamo alla prossima.

Un amore adolescenziale//Pablo Gavi Where stories live. Discover now