CAPITOLO 13

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Avevano lasciato l'aeroporto di Cancún quaranta minuti prima e avrebbero dovuto impiegarci poco più di tre quarti d'ora per raggiungere il resort di lusso in cui avrebbero trascorso la loro luna di miele. Harlow era piuttosto agitata.

"Sei sicuro che l'autista sappia dove sta andando, King?" gli chiese lei guardando preoccupata a destra e a sinistra. "Forse il tuo spagnolo lo ha confuso..."

"Harlow, posso assicurarti che il mio spagnolo è perfetto. In più, non è la prima volta che visito Messico," l'assicurò King. "Ikal Del Mar non è una meta facile da raggiungere. È un posto molto isolato, visto che la nostra luna di miele ha bisogno di privacy, non di stormi di paparazzi. Comunque, stai tranquilla, dovremmo arrivare più o meno tra una decina di minuti," aggiunse, stringendole una mano con fare rassicurante.

Lei gli guardò la mano e poi fissò lui e sorrise. King aveva scelto quel posto giusto perché era parecchio isolato. Sì, poteva portarla dovunque nel mondo, ma desiderava Harlow tutta per sé e non voleva correre il rischio d'incontrare qualcuno che conoscevano e che avrebbe potuto interrompere la loro intimità.

Erano state due settimane intense quelle che avevano preceduto il loro matrimonio per cui adesso, scegliendo una meta tanto lontana dai circuiti turistici, voleva che Harlow si sentisse rilassata con lui e lo accettasse come marito, come uomo, come partner... come anima gemella. Che capisse da sola quello che lui provava già per lei.

Durante la loro prima notte di nozze si era comportato come un animale affamato di sesso più che come un tenero amante desideroso di procurarle piacere. Sì, le aveva lasciato tempo per pensare e lei aveva detto di sì, però King doveva sapere che non era ancora pronta. L'atteggiamento di King era stato dettato dal timore che lei potesse conservare ricordi di Bloom, che potesse considerarlo un amante come tutti gli altri.

Il modo in cui Harlow aveva risposto sessualmente, con momenti passivi e momenti attivi, il modo in cui gli aveva regalato sé stessa, il modo in cui si era permessa di sperimentare ogni piccolo piacere sessuale che si era negata fino a quel punto, lo aveva fatto capire che erano sulla buona strada... A suo giudizio, erano stati fantastici insieme.

Per cui, era stato uno shock scoprire che sua moglie non era stata bene con lui. Quelle lacrime silenziose, il suo desiderio di dormire, quella distanza tra di loro il mattino dopo... Forse l'aveva spaventata troppo... Forse il tipo di sesso che aveva fatto fono a quel punto, era stato più... tranquillo. Forse lui non le piaceva...

Decisamente doveva cambiare tattica... Doveva lasciarla venire da lui, lasciare a lei l'iniziativa e non cercare di forzarla, di forzare la situazione. L'amore di Bloom per lei poteva anche essere stato una bugia, però quello di Harlow era esistito e lei aveva bisogno di dimenticarlo prima di darsi a lui anima e corpo, così come lo aveva fatto lui.

Adesso erano sposati... Adesso lui aveva il tempo dalla sua parte per dimostrarle che la decisione di dirgli di sì era stata quella giusta. Loro due si appartenevano, su questo non aveva dubbi. E ora si trattava di farlo capire anche a Harlow.

Fino a quel momento si era comportata come una moglie devota al proprio ruolo, mostrando un sorriso qua e là, sostenendo le sue decisioni, come la loro meta per la luna di miele, però sentiva che il suo cuore non era libero, che era chiuso in un luogo al sicuro e non sarebbe stato facile conquistarlo.

"Oh, King... Guarda..."

Erano arrivati e quell'esclamazione di sorpresa da parte di Harlow gli procurò un grande piacere. Aveva scelto bene... King contava che quel posto così romantico e seducente potesse abbattere le barriere emotive che lei aveva innalzato. Che Harlow potesse capire che era entrato nella sua vita per restare accanto a lei.

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