Capitolo 4

2.7K 294 22
                                    

Capitolo 4

«Quindi, stai dicendo che Graham si è fatto tatuare una rosa e il tuo nome sull'addome?» le misi una mano in bocca.
«Sshh, parla piano, Bea! Potrebbe sentirti!» la ammonii vigile, guardandomi attorno prima che Graham fosse nei paragi. Stava sistemando le assi di legno della veranda della casa al mare, mentre io e Bea ci stavamo rilassando sedute sulla spiaggia poco lontane da lui.
«Assurdo.» sospirò appena la lasciai respirare. «Ma tu sei proprio sicura che lui non ci stia provando con te?» scossi la testa «Norah, è evidente che ci tiene davvero a te, forse un po' troppo.» annuii in accordo con le sue parole, ma ovviamente non potevo confessarle il suo segreto. Teneva a me come una mamma, e lui stesso me l'aveva detto. E una "mamma" è la persona più importante al mondo per un figlio, soprattutto se lo cura dopo la violenza che subisce.
«Siamo solo migliori amici.» Beatrice sbuffò, e rise talmente forte che Graham si girò verso la nostra direzione e divertito ritornò al suo lavoro.
«Dimostramelo. Sai meglio di me che non hai mai avuto un ragazzo da quando Graham è entrato nella tua vita. Quindi sono due le cose.» lo sguardo furbo e soddisfatto « O quello che stai dicendo è vero, oppure scopate come conigli.» le diedi un colpo sulla spalla.
«Bea!» squittii infastidita dal suo tono volgare.
«Che c'è?» si difese massaggiando il punto in cui le era arrivato il colpo. «Sto solo dicendo che magari avete una relazione senza legami e vi sta bene.» fece spallucce, innocentemente. Dormivamo nello stesso letto, ma non facevamo nessuna cosa che passava nella mente di Bea. Chissà quante volte aveva immaginato qualcosa del genere, fantasticando su me e Graham. Arrossii violentemente quando un'immagine molto intima mi passò tra i pensieri. Era la prima volta che immaginavo le labbra carnose di Graham sulle mie. Scossi la testa incredula e spaventata. Che mi stava accadendo?
«Visto? Ho ragione.» disse Beatrice, portandosi le mani al petto.
«Cosa?» chiesi confusa.
«Questo!» indicò Graham. «Hai appena immaginato Graham e te insieme.» cosa?
«No!» scattai, alzandomi dalla sabbia umida. Mi pulii il sedere, e feci qualche passo verso il mare. Beatrice non mi seguì. Restò immobile dov'era e sorrise soddisfatta.
«Che avete voi due?» ci interruppe Graham, raggiungendoci. Io non parlai. Mi limitai a fissare le onde del mare che si scagliavano contro l'enormi rocce alla mia destra. C'era molto vento quindi il mare era agitato. Sembrava che rispecchiasse il mio stato d'animo.
«Oh, Norah ha conosciuto un ragazzo molto carino, oggi a scuola.» mentì. Mi girai verso di loro, notando il corpo di Graham diventare come la pietra. Annuì debolmente e fece un sorriso tirato.
«Bea, smettila di dire cazzate.» mi accigliai, cercando di rimediare alla situazione creatasi. Lei mormorò un "Ho ragione", ed io le lanciai un'occhiataccia. Non avevo tempo per i ragazzi! Dovevo finire la scuola, andare al college, inseguire il mio sogno e...prendermi cura di Graham. Queste erano le mie priorità assolute al momento.
«Graham, davvero, non crederle.» ripetei per convincerlo. Ma perché mi stavo giustificando?
«E se anche fosse? Che c'è di male?» "Beatrice, ti sto ammazzando!" pensai, mentre Graham si sedette e sospirò.
«Nulla, May è libera di fare ciò che vuole.» mormorò lui tristemente. Spostai la mia testa da un lato, e rimasi ad osservarlo.
«Perché la chiami con il suo secondo nome? Si chiama Norah.» chiese Beatrice curiosa, forse per la mia confessione di pochi minuti fa.
«May mi piace di più...» disse semplicemente sorridendomi «..e poi la chiamo come voglio.» continuò irritato.
«Quindi non hai problemi a chiamarla "piccola"?»
«NO.» rispose di scatto Graham.
«Ma che ti prende, oggi?» domandai stranita a Beatrice.
«Nathan non l'ha soddisfatta abbastanza.» commentò acido Graham. Beatrice iniziò ad infastidirsi.
«Tu invece te la fotti tutto il giorno, eh? Ora capisco perché Norah è sempre così rilassata.» urlò alzandosi.
«Sei gelosa?» rise Graham. Cazzo, non c'era nulla da ridere! Il mio migliore amico e la mia migliore amica non andavano d'accordo. Questo era un gran problema, e di mezzo ci andavo sempre io.
«Me ne vado.» disse Beatrice, alzando le mani in segno di arresa e prendendo le chiavi della sua auto.
«Bea, non andare!» urlai sulla sua schiena. Lei scosse la testa e si allontanò velocemente, poi appena fu abbastanza vicina all'auto si girò.
«Chiamami quando finirai con questo idiota!» mi informò, sbattendo fortemente la portiera. Mi lasciai andare sulla sabbia e mi sdraiai completamente, puntando la mia attenzione al cielo che sembrava davvero strano oggi. C'erano moltissime nuvole, ma non si degnava di piovere. Io avevo sempre amato la pioggia, perché mi ricordava che non ero l'unica a piangere da sola. Non potei godermi un po' di pace perché il corpo di Graham si posizionò sopra il mio, incastrandosi alla perfezione. Nella mia mente corsero immagini di noi due..e niente. La visione dei suoi occhi al posto dell'azzurro del cielo mi fecero tornare alla realtà.
«Che fai?» chiesi sulla difensiva. Non glielo avrei chiesto se non fosse per il fatto che le parole di Beatrice mi stavano facendo pensare, e anche molto.
«Sembri..» ci pensò un po' su' mentre io notai i muscoli tesi del suo braccio per reggersi e non cadere sopra di me completamente. Il suo calore lo conoscevo molto bene, in fondo. E si sentiva anche a distanza di qualche centimetro. L'avrei riconosciuto tra un milione, così come l'odore della sua pelle che avevo curato centinaia di volte. «...persa.» finì. Il suo fiato mi entrò nei polmoni, e per la prima volta in vita mia sentii uno strano brivido lungo la schiena.
«Sono stanca, Graham. Stanca di tutti i battibecchi tra te e Beatrice.» sospirai.
«Mi dispiace, solo che a volte mi da proprio sui nervi.» dovevamo parlare in questa posizione? Non ne avevo proprio intenzione!
«Lo so, ma tu non risponderle.» gli consigliai «Per favore, fallo per me.» l'intensità del suo sguardo fu micidiale, non voleva ascoltarmi, non stavolta.
«Devo parlare con Nathan.» concluse.
«Nathan?» mormorai non riuscendo a stare dietro al suo discorso.
«Sì, magari la farà rilassare di più.» rise, e lo seguii.
«Dai, Graham.»
«No, dico sul serio.» ridemmo ancora come due scemi. Graham si lasciò andare su di me, visto che non riusciva più a reggere il suo corpo per le troppe risate. Il suo viso si nascose sul mio collo e per un secondo, un nano secondo le sue labbra sfiorarono la mia pelle inconsapevolmente.

May - May 2Where stories live. Discover now