~Ventisettesimo capitolo~

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Pov of Sarah

Finalmente torniamo a casa nella mia amata Los Angeles.

I miei domani ripartono per lavoro e non passeremo molto tempo insieme oggi per ovviamente hanno lavorato e torneranno per l'ora di cena.

"Io credo di non aver tralasciato nulla" dico io chiudendo la valigia.

"Io anche credo di aver tutto" ribatte Jess.

"Ecco fatto" afferma buttandosi sul letto Emily dopo aver chiuso la sua piccola valigia.

"A che ora dobbiamo stare giù?" chiede Emily.

"Cazzo, 5 minuti fa" dico io e prendendo la mia valigia esco di fretta dalla stanza, ma appena metto piede fuori dalla porta vado a sbattere addosso a qualcuno.

Nate.

"È tardi" dice lui.

"Non ho bisogno che me lo dici tu" rispondo io andandomene.

Lo sento sbuffare.

Sì certo, sbuffa pure lui.

"Ce l'avete fatta" dice Johnson quando arriviamo al piano terra.

"Sì, perdonateci" risponde Jess.

In 20 minuti circa siamo all'aereoporto. Per fortuna stavolta sono capitata vicino a Jess e per tutto il viaggio ridiamo e scherziamo, cantando anche qualche canzone.

Un hostess ad un certo punto è venuta a chiederci di abbassare la voce e noi le siamo scoppiate a ridere in faccia.

Quanto amo Jess dio mio. Ma non dimenticarsi del resto del gruppo, in questi giorni non ci siamo sentite molto con le altre ma una volta o due siamo riuscite a fare facetime tutte insieme.

"Jack perchè vai così di fretta?" chiedo io a Jack, il quale riaccompagnerà me, Jess e Jack a casa.

"Devo vedere come sta la mia piccola Jeep" risponde lui.

"Tu stai male" dico io ridendo.

Okay che è la macchina di Stylinsky ma io dico, calmiamoci, mi sta partendo un polmone.

Carichiamo tutte le valige nel bagagliaio e partiamo.

Jess andava da Jack a pranzo quindi loro dopo 10 miniuti circa scendono dall'auto.

"Metti giù i piedi" mi dice Jack.

"E dai" dico io allungandomi ancora di più con le gambe.

"Ti spezzo quelle gambette che ti ritrovi" minaccia lui.

"Potrei denunciarti per maltrattamento minorile stai attento" ribatto io.

"Che paura" dice lui ironico.

"Ti odio" affermo io.

"Dai a parte gli scherzi, che fai oggi?" mi chiede lui.

"Niente" rispondo.

"Come al solito" dice lui ridendo.

"Molto simpatico... I miei tornano stasera dal lavoro e domani partono per lavoro, o almeno così dicono" dico io.

"Allora vieni da me ora, non so se i miei tornano per pranzo ma ci inventeremo qualcosa" mi propone lui.

"È un ordine?" chiedo io.

"Beh sì" risponde lui facendo spallucce.

"Facciamo una cosa peró, portami un secondo a casa mia che poso la valigia" dico io.

"Ma la puoi anche lasciare qui in macchina tanto dopo ti riaccompagno io a casa" dice quindi lui.

"Ma no scusa torno da sola" ribatto io.

The way||Jack GilinskyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora