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Harry e Louis si erano incontrati un altro paio di volte. Louis era diventato più silenzioso e per questo non avevano praticamente più parlato. Solo sesso, come da regolamento, e poi tanti saluti. Harry non sarebbe di certo stato il primo a intavolare una conversazione dopo quel giorno a casa di Louis, troppo spaventato che il maggiore potesse chiedergli nuovamente qualcosa di personale e privato, quindi si faceva andare bene quello che il castano dagli occhi più azzurri che avesse mai visto gli dava. Come da accordo.

Tuttavia, era giunto alla consapevolezza che parlare, dopo il sesso, con Louis, anche solo per qualche istante, anche solo di cose futili, anche solo dell'amplesso appena consumato, era piacevole. Lo faceva sentire meno corpo e più persona, meno involucro vuoto e più essere umano. Sentirsi più individuo e meno oggetto non andava ad intaccare il tipo di rapporto, puramente fisico, che avevano deciso di instaurare. Questo continuava a ripetersi. Poteva farlo, poteva sentirsi un essere vivente a tutto tondo, niente glielo vietava. Questo non comportava altro, se non un maggiore benessere personale. Era qualcosa di strettamente correlato a lui, solo a lui. Niente a che vedere con Louis. Poteva andare bene, poteva fargli bene, parlare un po' con qualcuno. Non di quello, no, non del suo passato. Ma di qualsiasi altra cosa sì.

Per esempio, Harry avrebbe voluto sapere come mai con il suo primo ragazzo Louis non avesse trascorso più di due anni insieme, come mai con il secondo era durata solo - per modo di dire - un anno, cosa avesse avuto l'ultimo di così speciale per meritarsi sei - cazzo, sei - anni di vita al suo fianco, e anche se si fosse ubriacato ancora, perché lo avrebbe detestato. E ancora, avrebbe voluto sapere qual era il suo lavoro, visto che gliel'aveva menzionato, e perché quel giorno, quel famoso giorno, si trovava al centro commerciale a suonare un pianoforte senza saperlo realmente fare. Anche chiedergli se avesse qualche hobby, qualche interesse, qualche passione, non sarebbe stato male. E perché no, se si fosse portato a letto qualcun altro da quando aveva deciso di condurre anche lui quello stile di vita. Se Louis gli avesse poi rivolto queste domande a sua volta, sarebbero state domande sicure, a cui anche Harry avrebbe potuto rispondere. Tranne quelle sui fidanzati, ovviamente. Ma comunque.

In più, era subentrata un'altra cosa a tormentarlo. Non avendo praticamente più proferito parola, Harry aveva impiegato il tempo post-orgasmo degli ultimi incontri a guardare il corpo dell'altro. A guardarlo per davvero, s'intende. Non con gli occhi smaniosi, non attraverso i lampi di lussuria, non fra la nebbia e l'offuscamento della vista causati dal piacere.
Aveva iniziato a guardarlo seriamente, a ispezionargli ogni pezzo di pelle, a contemplare la perfezione delle sue proporzioni, a scandagliare i suoi lineamenti, a studiare i suoi tatuaggi. Un po' per volta, cercando di non dare troppo nell'occhio. E aveva raggiunto una consapevolezza: Louis era, davvero, bellissimo. Lo sapeva già, ovviamente, quello era stato il suo primo pensiero anche quando lo aveva notato seduto al pianoforte, mesi addietro. Ma era più di quello. C'era più di quello, adesso che, un minimo, lo conosceva. E questo lo tormentava. La certezza di avere tra le lenzuola il ragazzo più affascinante su cui avesse mai messo occhio, la certezza di averlo trascinato con sé nella cattiva - ma la più sicura - strada, la certezza di non vederlo più solo come una figura fatta di carne ma come un bellissimo giovane uomo con cui poter scambiare qualche parola e grazie a cui sentirsi reale.

Harry sentiva la testa esplodergli. I pensieri, le nuove consapevolezze, congiuntamente al lavoro che lo obbligava a stare davanti agli schermi per gran parte delle sue giornate, a ragionare, configurare, installare e fare manutenzioni. Non aveva mai avuto un mal di testa così forte. Avrebbe solo voluto portare a termine quella giornata di lavoro, prendere un antidolorifico e poi buttarsi a letto e dormire ore e ore per far cessare la sua testa di martellare. Ma, davanti al messaggio di Louis in cui gli chiedeva di incontrarsi, non seppe dire di no.


Love Who You Are / Larry Where stories live. Discover now