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Svegliarsi nello stesso letto fu strano.

La sveglia aveva iniziato a suonare nel comodino di Harry, ed entrambi avevano sussultato alla constatazione di essersi avvicinati nel corso della notte, i nasi quasi a toccarsi e un braccio di Louis appoggiato al fianco di Harry.

Il maggiore si spostò in fretta, arrossendo e rimettendo spazio tra di loro, non volendo in alcun modo spaventare il più piccolo, mentre Harry con uno sbadigliò si girò per far cessare la suoneria.

«Buongiorno», mugolò stiracchiandosi, fingendo che quanto successo durante la notte non fosse mai esistito.

«Buongiorno. Dormito bene?», tastò il terreno.

«Sì», asserì il minore, «vado a preparare la colazione, vuoi qualcosa? Latte, caffè, tea?». A Louis sembrò volesse allontanarsi da quella stanza il prima possibile.

«Ce li hai i coco pops?».

«I cereali?», domandò Harry, alzandosi dal letto. Louis annuì. «No, mi dispiace. Ho dei biscotti se vuoi».

«Allora va bene un tea, grazie». Harry borbottò qualcosa che il maggiore non riuscì a captare, poi uscì dalla camera.

Louis si allungò nel letto, sgranchendo gli arti intorpiditi dalla notte, poi si alzò, spense il condizionatore, alzò le tapparella della stanza e aprì la finestra per far cambiare l'aria. Il sole era già alto nel cielo, luminoso e caldo, e per qualche istante si beò della sensazione del leggero venticello estivo sulla pelle. 

Fecce poi tappa al bagno e in sala, ripetendo gli stessi passaggi per arieggiare gli ambienti, infine si diresse in cucina con uno sbadiglio.

«Apro anche qui, va bene?», domandò prima di accingersi a farlo e Harry annuì con un sospiro arreso.

Si sedettero al tavolo, la colazione pronta per entrambi, e in silenzio consumarono quel pasto di inizio giornata.

Una volta terminato, Louis si alzò in piedi e mise le tazze di entrambi sul lavello, poi si voltò per afferrare anche la scatola con i biscotti e chiedere ad Harry dove andasse, ma si trovò improvvisamente quest'ultimo spalmato addosso.

«Non penso sia corretto che tu giri per casa mia, di prima mattina, con solo un paio di boxer bianchi addosso», mormorò il riccio, braccandolo addosso al mobile, abbassandosi per lasciargli un morso seguito da un bacio sul collo.

Louis lasciò cadere la testa all'indietro per dargli un maggiore accesso, già completamente in balia delle sensazioni che gli scaturiva il corpo di Harry a contatto con il suo, mentre con le mani raggiungeva i glutei del più piccolo, inserendosi all'interno delle mutande. «Non mi sembra che tu sia molto più vestito di me».

«Almeno io ho una maglietta addosso», mormorò il minore, scendendo a stimolargli un capezzolo.

«Sei tu che non mi hai prestato nulla per la notte», gli ricordò Louis, gemendo quando Harry iniziò a mordicchiare quel punto sensibile e già turgido, «forse ti eccitava l'idea di avermi mezzo nudo nel tuo letto e in giro per casa, sotto sotto». 

Harry finì il suo lavoro, poi si raddrizzo, guardandolo negli occhi. «Mi eccita di più averti tutto nudo, onestamente», poi si avvicinò facendo sfiorare i nasi e chiudendo gli occhi, mandando Louis completamente nel panico. Per questo, pensando che Harry potesse in qualche modo pensare di baciarlo - cosa assolutamente fuori discussione, cazzo -, inserì senza preavviso un dito nell'antro caldo del minore, le mani ancora dentro al suo intimo, facendolo sussultare e staccare dal suo viso con un gemito roco.
Prese le redini della situazione, facendo camminare Harry all'indietro fino a farlo sbattere contro il tavolo, poi «ti rivoglio seduto qui, come ieri sera. Ma prima togli questo pezzo di stoffa inutile», gli disse allontanandosi quel tanto per lasciarglielo fare. Il più piccolo eseguì quanto richiesto.

Love Who You Are / Larry Where stories live. Discover now