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Il tempo stava passando in fretta.

Harry se ne rese conto quando si ritrovò improvvisamente ad indossare felpe e giacche per coprirsi dal freddo di Londra.

Non aveva dato molta importanza, di recente, allo scorrere del tempo. Era stato troppo impegnato a pensare o a fare altro. Tra il lavoro e Louis, infatti, le sue giornate ormai erano sempre piene. E questo, a dire il vero, era qualcosa di nuovo e inaspettatamente bello. Louis infatti occupava tutto quel tempo che di solito, dopo lavoro, Harry impiegava per stare da solo, o al massimo per cercare qualche conoscenza frivola e momentanea, per poi ritrovarsi comunque da solo. Ora invece aveva questo nuovo ritmo di vita in cui si svegliava il mattino accanto ad un altro uomo, faceva la spesa per due pensando ai gusti dell'altro, cenava con la voce di una persona a fargli compagnia, usciva e dormiva con questa persona sempre al suo fianco. Aveva addirittura conosciuto i suoi amici, ci era uscito insieme un paio di volte ormai, e tutto sommato poteva dirsi contento di come stavano andando le cose. Louis di recente lo aveva anche portato al cinema e per due ore intere avevano tenuto le mani intrecciate sul suo grembo, per non parlare di quando lo aveva portato al bowling o a vedere la partita allo stadio, tutto sorrisi, occhi luminosi e abbracci ad ogni punto preso.

Quindi. Sì. Harry stava vivendo una vita diversa da quella a cui era abituato. Una vita più serena, più entusiasmante, più piena. Con esperienze nuove, frizzanti ed emozionanti. E si sentiva bene. Tranquillo. Felice. E soprattutto si rendeva conto di un fatto piuttosto importante: fino a poco tempo prima aveva vissuto a metà. Forse anche a un po' meno di metà. Louis gli stava facendo vedere quante cose belle si era perso fino a quel momento, cose semplici, di vita quotidiana, ma davvero, davvero, belle, piacevoli e, perché no, anche divertenti. Non si era mai divertito come in quell'ultimo periodo.


*


Le giornate di Louis ormai giravano attorno ad un obiettivo bel preciso: far vedere ad Harry quanto fosse bello il mondo. Voleva che il più piccolo sapesse quante cose belle poteva fare, vedere, sentire, se solo lo avesse voluto. Se solo si fosse concesso la possibilità di farlo.

In più, quello gli sembrava il modo migliore per non pensare al resto. Tipo il fatto che Harry ancora non avesse fatto riferimento ad un possibile cambiamento nel loro rapporto e tipo il fatto che lui, purtroppo, si sentiva sempre più intrappolato dai suoi stessi sentimenti. Non gli aveva ancora voluto dare un nome, aveva deciso di non pensarci, ma indubbiamente erano... lì. Presenti.

E così aveva iniziato ad organizzare uscite. Perché sì, era bellissimo passare il loro tempo insieme chiusi in una stanza, ma era stupendo passare quel tempo insieme a far scoprire ad Harry che al di fuori del sesso poteva esserci molto, molto altro da fare. Cene, discoteca, cinema, bowling, partite di calcio. Harry inizialmente era sempre restio, ma poi, per accontentare Louis - lo sapeva che lo faceva soprattutto per questo - accettava e alla fine confessava di aver gradito e di essersi divertito. Il cuore di Louis si riempiva di gioia ogni volta che glielo sentiva dire.

Quel giorno erano finalmente riusciti ad avere lo stesso giorno libero a lavoro e Louis aveva ovviamente deciso di stupire Harry ancora una volta. Dopo averlo svegliato con un pompino, infatti, lo aveva obbligato ad alzarsi, a fare colazione e a prepararsi senza fare domande. Chiaramente Harry lo aveva sormontato di domande. Ma Louis era stato bravo a non cedere, così erano usciti, Louis sorridente e Harry con il broncio, e si erano immessi nel traffico di Londra.

«Siamo a Bristol?».

Passate poco più di due ore, Harry lesse il cartello stradale che indicava l'arrivo in quella specifica città.

«Così sembra», disse vago Louis, mentre cercava parcheggio.

Trovato, scesero e iniziarono a camminare verso un punto ben specifico: Ashton Court.

Love Who You Are / Larry Where stories live. Discover now