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Harry si era alzato dal suo letto all'alba. E con non poche difficoltà. Louis infatti lo aveva tenuto stretto a sé e anche nel sonno aveva fatto pressione sul suo addome per trattenerlo lì con lui quando aveva percepito il suo corpo allontanarsi. In qualche modo era comunque riuscito a districarsi dalla presa del maggiore per sgattaiolare in cucina.

L'ansia lo stava mangiando vivo, sentiva perfino male alla pancia da quanto era agitato, ma non voleva in alcun modo tirarsi indietro. Certo, sarebbe stato molto più facile augurare un buon compleanno a Louis regalandogli del buon sesso mattutino e improvvisando un regalo qualsiasi dell'ultimo minuto, ma non voleva che ciò accadesse. Voleva essere forte e sincero e all'altezza di una persona come Louis. Quindi. Ce l'avrebbe fatta. Non avrebbe rovinato ogni cosa.

Tirò fuori dalla scatola che aveva nascosto in fondo ad un cassetto la tazza che aveva comprato, la lavò e poi la riempì di latte e cereali. La adagiò sulla tovaglietta che ormai era diventata di Louis e ci mise un piccolo fiocco sul manico, ad indicare che quello fosse il suo regalo. Poi sul tovagliolo adagiò un piccolo bigliettino con scritto "Buon compleanno Lou. Tuo, Harry". Guardò per minuti interi la tavola così preparata, un nervoso devastante a morsicargli le interiora, gli occhi lucidi e le mani tramanti. Poteva farcela. Ce la stava già facendo. Andava tutto bene.

Guardò l'orologio, era ancora estremamente presto, ma se non fosse andato a svegliare Louis il prima possibile sarebbe svenuto e addio sorpresa e dichiarazione.

Cercò di respirare piuttosto che annaspare, camminò per qualche istante su e giù per il corridoio e infine aprì la porta della camera. Il maggiore era ancora profondamene addormentato.

Gli si avvicinò piano, iniziando ad accarezzargli una guancia e a chiamarlo dolcemente. L'altro si protese verso il suo calore ma continuò a dormire. «Lou», alzò leggermente la voce, «ehi, è ora di svegliarsi». Un mugugno lasciò le sue labbra e con una lentezza estrema aprì gli occhi assonnati. «Che c'è?», domandò guardandolo attentamente da sotto le ciglia. Harry sorrise mordendosi il labbro inferiore.
«Buon compleanno, Lou», soffiò avvicinandosi al suo viso per lasciargli un bacio sulla fronte e poi uno sul naso prima di approdare alla sua bocca. Anche lì lasciò un casto bacio a stampo ma un po' più prolungato e percepì sotto le sue un paio di labbra arricciarsi in un sorriso. Solo quello lo rese un po' meno nervoso.

Louis lo ringraziò, poi lo afferrò per le spalle e se lo fece cadere sopra per stringerlo in un abbraccio. «Penso di meritarmi più di un semplice bacio a stampo per il mio compleanno», gli sussurrò poi tra i capelli e Harry ridacchiò annuendo. «Tutto quello che vuoi, festeggiato! Ma non ora», spiegò con il cuore martellante. Era sicuro che Louis lo stesse sentendo riverberare oltre ai vestiti e fino a dentro di sé.

«Perché?», domandò accarezzandogli la schiena.

«Perché ora ci dobbiamo alzare visto che ti ho già preparato la colazione». E detto ciò si alzò dal suo corpo e anche dal letto. Porse una mano al bellissimo uomo che lo guardava torvo ed era steso tra le sue lenzuola e lo aiutò ad alzarsi. Louis fece tappa al bagno mentre Harry cercava di calmarsi un po' e poi arrivò in cucina borbottando tra sé e sé, incapace di capire quale fosse il motivo di fare colazione alle prime ore della mattina quando erano entrambi in ferie proprio da quello stesso giorno.

Quando però vide la tazza con il fiocco arcuò le sopracciglia. Harry stava per morire lì seduta stante. Si sedette a tavola per non crollare a terra mentre Louis lesse il bigliettino e si sciolse in un sorriso tenero. «"Tuo, Harry" potrebbe essere appena diventato il mio prossimo tatuaggio» gli fece sapere attirandolo a sé per baciargli le labbra. Poi prese la tazza tra le mani e lesse la scritta che c'era tutt'attorno ad alta voce: «"il mio posto preferito è al tuo fianco"... Harry», mormorò senza staccare gli occhi dall'oggetto, «è... bellissima, grazie». Poi lo fece alzare e si catapultò tra le sue braccia. Harry lo sentì tirare su con il naso e lo staccò leggermente da sé per guardarlo in volto. Louis aveva gli occhi lucidi e increduli. «Grazie», ripetè, «questa frase... significa tantissimo per me». Harry deglutì. Mancava ancora il pezzo forte e aveva già ottenuto questa reazione da parte del castano. Cazzo. Era così felice di renderlo così emozionato e fiero ed entusiasta. Il riccio gli sorrise. «Dai, fai colazione con la tua tazza nuova ora».

Love Who You Are / Larry Where stories live. Discover now