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Harry si svegliò sentendo dei tocchi leggeri sulla nuca, delle dita che con grazia e dolcezza gli massaggiavano il cuoio capelluto. Per un attimo ne rimase sorpreso, ancora intontito dal sonno e dai pensieri inquieti della notte, ma poi si beò di quella meravigliosa sensazione e di quel risveglio così delizioso abbandonando le sue paure e i suoi tormenti. Anche perché era giusto che fosse così: solo sesso. Doveva ricordarselo, doveva ripeterselo in testa come un mantra.

Si mosse come un gatto avvicinandosi di più al corpo di Louis, sospirando estasiato per la bellezza di quelle carezze, poi, lentamente, aprì gli occhi ritrovandosi investito dalla luce della lampada posta sul comodino e dagli occhi blu del maggiore, leggermente preoccupati nell'accorgersi che Harry fosse sveglio, già pronto ad allontanarsi da lui.

«Buongiorno», farfugliò invece il minore, la voce ancora impastata dal sonno, mentre si protendeva verso il corpo dell'altro per non farlo andare via, cercando di far sembrare tutto normale e casuale, «che ore sono?».

«Buongiorno», rispose Louis, incerto, «sono le 7, puoi dormire ancora un po', non è ancora suonata la sveglia».

«Come mai tu sei già sveglio?», gli domandò Harry, curioso, «sei un tipo mattiniero?».

Louis ridacchiò, rilassando un po' i muscoli del suo corpo e i lineamenti del viso. «Per niente, a dire il vero. Mi sono svegliato mezz'ora fa per andare in bagno e siccome devo assolutamente passare a casa per cambiarmi prima di andare a lavoro sono rimasto direttamente sveglio. Tra poco mi alzo e vado».

Harry brontolò appoggiando la testa sul petto dell'altro. «Puoi andare a lavoro con i vestiti che avevi ieri».

«Che sono gli stessi dell'altro ieri», gli ricordò Louis, ridacchiando, «non mi pare il caso, H».

«Uffa», borbottò, «sei così comodo».

«Paraculo», mormorò il più grande, una nota di divertimento nella voce, mentre reimmergeva le dita tra i suoi capelli, «lo dici solo perché ti stavo facendo qualche carezza, non è così? Ti piace essere svegliato in questo modo?».

Ough. «Beh, sì. Voglio dire... non mi era mai capitato, ma mi è sembrato molto, molto, bello», confermò, chiudendo gli occhi.

«Altri cinque minuti, H. Poi mi alzo e dovrai farne a meno», mormorò il maggiore.

«D'accordo», sussurrò già in estati, in uno stato di totale quiete, «e grazie». Di essere ancora qui, ad accarezzarmi, solo perché sei così buono, perché hai capito che è qualcosa che mi aiuta a stare calmo, qualcosa che mi fa stare bene, qualcosa che mi fa sentire pago, anche se per te non sono comunque niente se non un mezzo attraverso cui soddisfare il tuo bisogno. Pensi comunque anche a me come persona in questi momenti. Quindi grazie.

Questo avrebbe voluto dire, i pensieri della sera precedente a ronzargli nuovamente nella testa. Ma li tenne per sé, crogiolandosi in quelle coccole donate dal più grande, prendendone quante più possibili per farne scorta per quando Louis avrebbe trovato qualcuno da amare per anni - forse per sempre - lasciandolo di nuovo solo con se stesso, senza nessuno a prendersi cura dei suoi punti deboli.

Quando il maggiore lo richiamò piano, seppe di doversi alzare dal suo petto. Lo fece, e lentamente si alzò anche dal letto per andare a preparare la colazione. Non lo avrebbe fatto andare via senza offrirgliela, dopo tutto quello che Louis stava facendo per lui in quei giorni.

«Vuoi, uhm, del latte? Ho preso i coco pops», domandò Harry arrossendo dall'imbarazzo, sotto lo sguardo stupito e felice? Sì, sembrava felice ed entusiasta, del maggiore.

«Per me?», chiese infatti incredulo.

«Mmh, sì. Ma se non li vuoi li mangio io, non è-».

«Grazie, Harry», lo interruppe avvicinandosi e accarezzandogli un braccio, «non me l'aspettavo. Un po' di latte, sì, grazie», sorrise prima di fare il giro della casa per aprire tutte le finestre, muovendosi tra quelle mura in maniera così naturale da fare male.

Love Who You Are / Larry Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang