[O2] Schizofrenia ed evangelion pazzerelli

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Seconda domanda: -senjugf chiede informazioni sui berserk dell'unità evangelion 00, quella di Rei Ayanami.

Spoilers? Sì, dall'episodio 14.
Menziono anche la puntata 19, ma davvero poco.

Per rispondere, ho scelto di prendere come esempio e di concentrarmi sulla puntata 14

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Per rispondere, ho scelto di prendere come esempio e di concentrarmi sulla puntata 14.
"Che palle quell'episodio, è solo un riassunto" ─ diranno in molti. Errato, è un episodio davvero interessante (per tutti noi amanti di Rei, poi, manco a chiederlo).
Perché?
Perché, finita la parte riassuntiva, assistiamo ad un flusso di coscienza ─ di Rei, appunto ─ che ha luogo durante un test di sincronizzazione con l'Eva. Vediamo così cosa sta pensando lei mentre si sincronizza con l'Eva 01, quello di Shinji (lui, invece, viene messo nello 00 di Ayanami per fare la stessa cosa).

Prima di spostare il focus sul berserk, però, necessito aprire una parentesi ─ che, nel mio gergo, è tale della lunghezza di un poema ─ su quelli che sono effettivamente i pensieri di Rei in questa sequenza di scene.
Lo so, lo so, lo so. "Che noia, ma quanto parla?". Però fidatevi, persone di poca fede in Kyo, che sono tutte cose che mi serviranno poi per arrivare al punto.
Quindi, senza perderci ulteriormente, iniziamo a parlarne.

Prima di tutto, abbiamo un momento dal punto di vista di Ayanami che dice quasi più di tutto quello che ci è stato detto su di lei fino ad ora nei tredici episodi precedenti
È il primo che ci racconta una cosa fondamentale di Rei, ovvero il fatto che lei vive un senso di frammentazione e dissociazione fortissimo.
Da fuori è semplicemente quella riservata, quella che se ne sta sempre sulle sue, parla poco, fredda... Quando in realtà, all'interno, noi vediamo che sta soffrendo di un tormento. Un tormento che però non è emotivo, ma è un tormento dato dal fatto che lei non sa chi sia.

Lei parla del suo "io" come un qualcosa che non riesce davvero a percepire come tale, come suo vero "io". Questa cosa, non solo col senno di poi ci dice praticamente TUTTO del personaggio di Ayanami, ma ci parla anche di una ragazza che, nel momento in cui noi la vediamo fredda all'esterno, dentro di sé sta vivendo questa enorme incapacità, questa enorme distanza che ha da tutte le persone nella sua vita (ad eccezione di Gendo, che lei continua ad associare alla sensazione dell'acqua, una sensazione piacevole).

C'è questa grandissima irraggiungibilità tra Rei e gli altri, perché, appunto, oltre a Gendo c'è un momento in cui lei elenca le persone nella sua vita, e usa un'espressione molto bella. Dice:"C'è qualcuno al di là della soglia?".
Quindi c'è una distanza; l'immagine della porta da cui forse lei riesce un po' a guardare, ma di cui non riesce veramente mai a varcare la soglia, e per questo sente queste vite che scorrono fuori da lei, che la toccano, ma che non sono la stessa cosa della vita sua.
È una cosa davvero triste, e spiega anche perché Anno, in un'intervista, dice di aver legato, in alcuni momenti, l'idea di Rei all'idea della schizofrenia. Non perché lei abbia le "10 identità", ma perché, effettivamente, ha questo senso incolmabile di distanza dagli altri, di difficoltà a riconoscere la propria identità come tale.

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