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Mattia si trovava per la prima volta al consiglio insieme a tutti i ministri e i consiglieri reali.
Da piccolo si intrufolava nella sala e si sedeva sulla sedia del padre facendo finta di essere lui e sovente c'era anche Christian con cui fingeva di discutere di cose serissime.
Spesso e volentieri si trattava di giostre da organizzare o terre e cavalli da distribuire. Tutto molto lontano da quello che realmente si trattava durante la riunione; e ciò lo rendeva molto meno divertente.

Non comprendeva poi perché in quella stanza ci fossero più di venti persone, ma senza una reale capacità decisionale: era sempre suo padre che disponeva senza prendere minimamente in considerazione i pensieri altrui.
Era di certo nei sui poteri, ma non trovava il figlio concorde.

Storie come quelle della tavola rotonda, non lo avevano fatto solo sognare da bambino: le favole hanno sempre dietro un insegnamento che si comprende bene solo da adulti. Artù era il re per eccellenza e non sedeva intorno ad un tavolo rettangolare, ma ad una tavola rotonda.
Un particolare che poteva apparire insignificante ma non lo era: il cerchio significa uguaglianza e condivisione. Ideali che non erano solo mito o leggenda, ma si erano concretizzati nella sua figura. Mattia ci credeva e riteneva che si potesse costruire un regno molto più solido rispetto a quello in cui viveva.

Per esempio in quel momento si stava discutendo dei cattivi rapporti con i funzionari divisi nelle diverse contee; la linea del padre non era di certo quella della comunicazione e lui non sapeva come sarebbe riuscito a mantenere l'armonia in questo modo.

"Se invitassimo il governatore del Lancashire qui per le festa di Pasqua? Un gesto di distensione che potrebbe calmare gli animi. Si sentirebbero più considerati e potreste parlarci con calma." Propose in un momento di calma e a quelle parole calò un silenzio strano.

Per un attimo ebbe paura che gli scoppiassero a ridere in faccia; in fondo per loro era solamente un ragazzino che si stava affacciando ora alla vita politica e aveva tanto di imparare.

"non è una cattiva idea quella del principe, maestà" intervenne il primo ministro.

"Potrebbe anche diventare un'abitudine da considerare a lungo termine,  soprattutto con le contee più lontane con cui i rapporti sono più difficili." Aggiunse un consigliere e il biondo tirò un sospiro di sollievo.

Il re sembrò pensarci su per qualche secondo, e Mattia veramente non pensava che potesse veramente prendere sul serio la sua idea, ma quando annuì quasi gli sembrò di sognare.

"Bene, inviate un messo al governatore del Lancashire. Lo aspetto qui tra una settimana." Decretò chiudendo la seduta e lasciando la sala.
Non diede molta soddisfazione al figlio, ma lui era comunque contento di aver fatto qualcosa nel suo piccolo.

Si trovava ora a pregare che quell'incontro non fosse un fiasco; il padre non aveva la fama di essere un perfetto ospite e lui non aveva tanto potere in merito. L'unica sua speranza era l'appoggio della madre che si era dimostrata sempre più affabile con chi si trovava a castello.

"Allora, come è andata?" gli chiese Christian mentre lisciava la lama della sua spada.

"Bene, Indovina? Ha accettato la mia proposta!" spiegò trionfante il minore.

"Davvero?Che ha detto?"

"In realtà nulla di che. Ha semplicemente concordato e alcuni consiglieri mi hanno dato man forte."

"Sono fiero di te, te lo avevo detto che dovevi buttarti e che sarebbe andata bene."

"Festeggiamo stasera? È arrivata una cassa di vino rosso in regalo da mio nonno materno." Propose Mattia perché era tanto che non si fermavano più a parlare dopo cena.

La storia di un re - Mattia e Christian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora