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"Agitato?" chiese Christian a Mattia prima di aprire il suo primo consiglio.

"No, agitato no perché già ho partecipato a consigli. Spero solo di non trovare troppa controparte."

"Li hai scelti tu i membri, vuol dire che ti fidi di loro."

"Lo so, ma l'unico di cui sono veramente certo sei tu."

"Andrà bene. Sono idee sicuramente tanto diverse da quelle a cui sono stati abituati, ma capiranno il tuo punto di vista."

Mattia entrò nella sala forte di quello che gli aveva detto Christian; erano giorni e giorni che lavorava a quelle proposte e sperava di poter portare a temine i suoi progetti.
Il padre li aveva bocciati tempo prima e non se ne era stupito più di tanto, ora però la corona in testa l'aveva lui; doveva e poteva fare qualcosa per seguire le sue idee.

Quindi quel giorno le espose al consiglio sotto lo sguardo di Christian che di tanto in tanto gettava l'occhio sugli altri per coglierne le prime impressioni. Tutti i presenti lo avevano ascoltato con attenzione ed il discorso durò molto, intervallato da qualche domanda di chiarimento.
In ballo c'era molto; la maggiore autonomia delle contee ed i rappresentati del popolo accolti almeno una volta ogni due mesi. Erano cambiamenti importanti che avrebbero avuto bisogno di molto lavoro e tempo, ma fortunatamente la maggior parte dei membri accolse le modifiche.

Ovviamente alcuni storsero il naso, ma anche questo era stato messo in preventivo: i cambiamenti spaventano.

"Sono fiero di te, hai lavorato tanto e sei stato ripagato. Agire senza il pieno consenso del consiglio non sarebbe stata una buona mossa." Commentò Christian una volta rimasti soli nella sala.

Mattia si sedette respirando e scaricando la tensione e sorrise guardando l'altro più entusiasta di lui. "Pensavo che Lord Byron non sarebbe stato d'accordo invece..."

"è un uomo intelligente anche se di base conservazionista."

"Bene, ora mi merito un pausa di minimo tre giorni." Rise poggiando i piedi sul tavolo e Christian sorrise per quella piccola libertà che si era concesso.

"Prima non lo avresti mai fatto. Ci stai prendendo gusto a fare il re."

"La verità è che ancora devo realizzare."

"Ti ricordi quando da piccoli entravamo qui e fingevamo di consultarci?" si guardò intorno Christian lasciandosi andare ai ricordi.

"Bei tempi, vorrei tornare a quando il nostro unico pensiero era vincere con la spada e fare gare di apnea." Sorrise malinconico Mattia gettando indietro la testa sullo schienale di velluto rosso.

"Dopo rifacciamo tutto."

"Cosa?"

"Tutto quello che facevamo da ragazzini, Rubiamo i dolci e andiamo al fiume."

Il biondo scoppiò a ridere solo al pensiero di tornare nelle cucine a rubare cibo. Non lo faceva ormai da anni e forse un po' gli mancava fare quelle bambinate.

"Cosa ridi? Ora che sei re non vuoi più assecondare le mie idee?" Finse sdegno e Mattia si alzò per avvicinarsi e lasciargli un casto bacio sulle labbra

"Assecondo tutte le tue idee da una vita, non dire eresie." Gli sussurrò sulle labbra e in quel momento avrebbero voluto essere da soli e lasciarsi andare. Far finta che non ci fosse nulla di male che un re amasse un conte, che un uomo amasse un altro uomo.

"Allora vado a sbrigare gli ultimi compiti della giornata e mi segui." Lo baciò a sua volta e si alzò per concludere in fretta quanto detto.

Mattia riprese i suoi appunti ed uscì dalla sala con un peso in meno sul petto; quella giornata era stata una delle più importanti da quando era re e si poteva dire soddisfatto.

La storia di un re - Mattia e Christian Where stories live. Discover now