Piani di studi non molto pianificati

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Ave a tuttx e benvenutx nel primo capitolo discorsivo (e probabilmente lungo) di questa raccolta.

Qualche settimana fa vi avevo chiesto se vi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più dei corsi che sto frequentando come piccola matricola ancora ingenua e voi, mi pare ovvio, mi avete risposto di sì. Quindi, dopo quasi due mesi di frequenza, oggi vi parlerò degli esami che darò alla sessione di gennaio.

O meglio, in teoria dovrei darli a gennaio-febbraio, il Boss vede e provvede.

In ogni caso, ecco a voi lo schifo scleroso e sclerante con cui combatto ogni singolo giorno. Enjoy.

Storia della filosofia - La maledizione di Gilbert Ryle

Era nato come un corso sul dualismo anima-corpo nella storia della filosofia, ma ha preso una piega decisamente inaspettata: insultiamo tutti Gilbert Ryle. Che nessuno conosce - nemmeno noi a dirla tutta - ma lo insultiamo a prescindere perché ha scritto un saggio di 400 pagine per dire sostanzialmente che Cartesio non ha capito un cazzo.

E voi vi domanderete: qual è la teoria di questo tizio inglese spastico? Nessuna. Letteralmente nessuna, non fa altro che criticare Cartesio e i dualisti per troppe pagine e poi non propone nessuna alternativa. E nessuno ci capisce una mazza di quello che dice, nemmeno il nostro professore - uomo molto simpatico che ama fare esempi con alcol e incidenti stradali.

Quindi si verifica questa situazione un po' paradossale in cui ci siamo noi che facciamo domande e il professore che risponde che "non aveva Ryle le risposte, figuriamoci lui". Bene, molto bene.

Naturalmente parliamo anche di altri filosofi (per ora abbiamo fatto Platone, Aristotele, San Tommaso, Spinoza e Cartesio) e ci sono altri tre libri oltre a questo da studiare.

Sì, sono circa 600 pagine in un solo esame: sparatemi.

Filosofia Morale - Come essere un nerd autoreferenziale

Parliamo di etica e morale, sia da un punto di vista normativo (che cosa è giusto e non è giusto fare), sia da un punto di vista più riflessivo (in base a cosa noi decidiamo se un'azione è giusta o non giusta).  Il che può risultare un po' noioso certe volte, ma offre sempre spunti molto interessanti per paranoie morali e sensi di colpa random per cose fatte alle medie.

La cosa veramente interessante di questo corso è il professore, che è un vecchietto mezzo nerd che passa dal citarti Black Mirror a usare Trump e la Cina come pessimi esempi di moralità. Inoltre ha fatto tutto un excursus sulla fluidità di genere, è un femminista sfegatato e manda frecciatine non troppo velate a certi politici italiani di destra.

Se parlasse un po' più piano e non ci ricordasse che il libro di testo l'ha scritto lui, potrebbe perfino superare in stima il mio prof di storia e filosofia del liceo.

Logica - Mission Impossible

Non ci girerò molto intorno: l'ho mollata alla quarta lezione perché non ci capivo un cazzo.

Ma non sono l'unica ad essersi data alla fuga: più va avanti, più persone abbandonano il corso. Tutti tranne er Chad, naturalmente, non sia mai che molli la sua amata logica.

Si tratta di un corso in cui si analizzano i principali paradossi della filosofia, partendo da quelli più famosi (tipo quello di Achille e la tartaruga) fino ad arrivare a quelli logico-linguistici di Russell. Che poi le lezioni in sé, per quanto difficili, erano pure interessanti, ma il professore era quello che era (ossia una testa di cazzo).

Non spiegava, non spiegava niente. Dava per scontato che sapessimo tutto dei fondamenti di logica e matematica. Se facevi una domanda si scazzava perché "lui era stato molto chiaro, siamo noi che erano tardi nel comprendere". Una persona piuttosto sgradevole, insomma.

Programmazione - Io Robot

Non so esattamente per quale motivo, ma quelli di Filosofia credono che questo corso sia una vera figata, anche se non l'hanno mai seguito. E, in fondo, lo è:  stiamo imparando a programmare codici sempre più complessi, riusciamo a leggere i codici sorgente di alcuni siti e passiamo le ore buche a scrivere programmi in mezzo al pratone.

Che poi ognuno ha un suo stile di scrittura di codice (è una sorta di corrispondente digitale della nostra grafia) e un set di parole che usa per testare il funzionamento dei programmi, quindi riusciamo a capire più o meno chi ha scritto il programma.

Ad esempio, i miei compagni mi rimproverano spesso di essere troppo "tirchia" in righe di codice (cosa che li rende più facili da programmare, ma più difficili da leggere) e mi danno della simp perché uso il deadname dellx mix ragazzx per i test.

Tirocinio - Il mistero della tesina

Ultimo e ovviamente per importanza, il tirocinio, corso che nessuno sa esattamente a cosa serva.

A Filosofia tradizionale, sono delle ore in cui si analizzano dei testi e si impara a scrivere con un linguaggio filosofico specifico (o almeno questo è quello che ho capito). Da noi di Intelligenza Artificiale, invece, sono dei seminari di vario argomento, ma generalmente inerenti al corso di laurea.

Dico generalmente perché il seminario di machine learning era decisamente al di fuori della nostra portata.

Alla fine del semestre, dobbiamo presentare un elaborato su uno dei seminari in questione: facile a dirsi, troppo complicato a farsi.

Prima di tutto perché non sappiamo in che cosa debba esattamente consistere questo elaborato: alcuni dicono una tesina, altri una relazione, altri ancora una sorta di commento, un professore ha detto che va bene anche un Powerpoint.

Quanto deve essere lunga? Boh. Dobbiamo strutturarla come un testo coeso e coerente o basta una presentazione? Noi non sappiamo ancora niente, se non che va consegnata entro Natale.

Vorrei riderci su, ma mi viene da piangere.

E questo è quanto: capite perché sparisco nel nulla e risorgo solo per lamentarmi?

Ora vado a combattere con le macchine assassine del mio professore di Morale.

Ave atque vale

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