Non tutti i mali vengono per nuocere

51 9 1
                                    

Al momento sto buttata per terra a Villa perché sia le aule studio sia la biblioteca sono completamente piene e ho quattro meravigliose ore di buco (uccidetemi).

Sto leggendo e schematizzando "Sul fondamento della morale", che è il secondo saggio che Schopenhauer ha scritto sui problemi fondamentali dell'etica. Al momento sta ancora insultando Hegel e demolendo Kant, ma tra un centinaio di pagine dovrebbe finalmente arrivare a esporre la sua tesi.

Questo è uno dei rari momenti in cui ringrazio il Fato per essere cresciuta in una famiglia molto cristiana, molto cattolica, molto molto credente: sento puzza di morale cristiana da chilometri.
E, considerando che Schopenhauer odia profondamente la morale teologica (quasi quanto odia Hegel) e ci mette letteralmente dieci pagine per arrivare al punto, capire subito dove vuole andare a parare è davvero molto utile per seguire il suo discorso.

Allo stesso tempo, però, mi sto davvero scazzando perché rinnega la morale teologica solo perché è teologica.

Ora, lungi da me dire che il cristianesimo, il cattolicesimo in particolare, sia la cosa migliore del mondo dopo la pizza con le olive, però non è neanche così brutto come lo vuole dipingere.

Per di più, stiamo parlando del cristianesimo filtrato da Kant, quindi Dio e il Decalogo non solo non vengono nominati, ma quello che rimane della morale cristiana viene ampiamente giustificato. Non puoi venirmi a dire che una morale non può essere prescrittiva solo perché lo è anche la morale cristiana o che non ha senso parlare di doveri e regole ferree perché "poi devi dare per certo che ci sia qualcuno che ti premia o ti punisce".

No, bro (Schopenhauer), perché Kant lo dice chiaro e tondo che siamo proprio noi i legislatori di noi stessi. Okay che poi si contraddice e si inventa il mondo dei fini, che è praticamente un Paradiso laico, ma, tolto quello, non dice cose completamente sbagliate.

E, sì, "Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te" alla fine è una massima egoistica, visto che pensi a quello che non vorresti fosse fatto a te,  appunto, ma non puoi demolirmela per poi dirmi che devo agire "per compassione", in cui "compassione" sta per "identificati con l'altro", che così stai solo dicendo la stessa cosa che hai criticato, ma cambiando qualcosina per salvarti la faccia.

Okay, la sto prendendo un po' troppo sul personale. Torno a leggere.

Scleri da UniversitàWhere stories live. Discover now