4- Bugie su bugie

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"Non fare domande, e non ti verranno dette bugie."

Charles Dickens 


Mi sveglio di soprassalto col cuore a mille. Le orecchie tese a sentire strani rumori fuori dalla mia porta. Per un attimo mi trovo nel panico, poi ricordo di avere un fastidiosissimo e indesiderato nuovo coinquilino.

Mi alzo traballante e ancora mezza addormentata, dondolando pian piano verso la porta con la testa in preda alle vertigini. La spalanco, rivelando la mia nemesi appoggiata al muro con un grande bagaglio di fianco. Date le enormi dimensioni ho quasi paura che voglia restare più di una settimana, qua da me.

Lo sorprendo a fissarmi non appena sollevo lo sguardo, e decido di rompere subito il contatto visivo. Non voglio avere nulla a che fare con lui, neanche un misero scambio di occhiate.

Restiamo in silenzio per qualche secondo, finché la sua voce maestosa non torna a riempire le pareti della casa. «Addams. Dove dormo, io?» Rude, scortese, maleducato... C'è di tutto in neanche una frase uscita dalla sua bocca.

Continuando a fissare la bellissima moquette che decora il pavimento, e ovviamente trovandola irresistibile e affascinante ogni secondo di imbarazzo in più, decido di rispondergli a tono. «Se non me lo chiedi cortesemente, a te non spetterà neanche il divano.» Tutto questo mentire mi sta portando persino ad abbassarmi ai suoi livelli... Avrei dovuto sicuramente rivolgermi a lui in modo freddo e distaccato, ma comunque professionale.

«Vorrei che tu mi guardassi in faccia, quando parliamo. Odio chi non ammira i miei bellissimi occhi. Hai notato la sfumatura dorata che prendono, se vicini alla luce?» chiede sarcastico.

Ma quanto può essere antipatico, questo qua?!

«Dormirai nella stanza di mia zia», sussurro restando con lo sguardo basso. Non ho intenzione di arrabbiarmi per uno stronzo come lui. Preferirei sicuramente vivere per strada come un piccolo cucciolo randagio per tutto il resto della mia vita. Cerco di reprimere il formicolio che prevede rabbia furente, prima che esploda e si propaghi in tutto il mio corpo.

«Mhmm... Non sarebbe meglio se dormissimo insieme? Almeno rispettiamo ancora meglio il progetto. Magari tu sotto e io sopra, non credi?» Ridacchia da solo, spero per la cretinata che ha appena detto. Sento i suoi occhi addosso, bramosi di sfida e di portarmi al limite.

Per evitare di dargli soddisfazione e di perdere le staffe prima del previsto me ne torno in camera, ma non appena cerco di chiudere la porta, la sua scarpa da ginnastica s'infila nel mezzo, impedendomi di farlo. Se non mi fossi appena svegliata avrei sicuramente avuto la forza per spingere un po' di più e spaccargli il piede, ma dato che non è così non posso farlo.

«Cosa vuoi?» sono costretta a chiedere. Volevo risultare dura e forte come lui, ma a quanto pare non mi è riuscito bene: le parole sono volate fuori dalla mia bocca come un lieve sussurro. Come un lamento che lascia trasparire tutto il mio disagio.

Segue un silenzio tombale, poi Cox si decide a romperlo. «Senti Addams...» Sembra quasi una richiesta. Sembra quasi che voglia dirmi qualcosa di serio e non solo una fesseria. Ci sono però caduta già una volta, nel suo incantesimo, e non ci cadrò una seconda.

«Non mi chiamo "Addams". Smettila!» sbraito alla porta, interrompendolo nella sua esitazione. Questo nomignolo mi ha già stancato. Non uscirà dalla sua bocca una volta di più, altrimenti lo sbatterò fuori di casa a pedate. E questa senza scherzi.

Sorprendentemente non escono battutine dalla sua bocca, bensì un lungo sospiro. Rimango sconvolta per qualche secondo, spaventata da ciò che sta accadendo e dal fatto che andrebbe scritto sul calendario.

Il Bracciale delle TenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora