12- Vecchie storie

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"La storia, illuminando il passato, illumina il presente, e illuminando il presente, illumina il futuro."

Cardozo


«Quel bracciale ha migliaia e migliaia di anni, Ivy» tuona, alzando le mani come se stesse implorando qualcuno. «Forgiato dal grande maestro dei cacciatori, aveva uno scopo ben preciso: aiutare la sua specie, la nostra specie, a sterminare tutto il male del mondo. Aveva anche un nome molto diverso, da oggi: "Bracciale della Luce", lo chiamò, peccato che di luce ne portasse poca...»


Migliaia e migliaia di anni prima

Desolato prese quello stupido pezzo di metallo e lo scagliò contro la parete della discarica.

«Ho provato di tutto! Di tutto con te, ma niente è riuscito a farti funzionare» diceva. «Ti ho dato il mio sangue, le mie speranze, ho sacrificato animali per te, ma tu continui a non funzionare! Che cosa ho sbagliato? DIMMI CHE COSA HO SBAGLIATO!»

Forse parlare con un bracciale non era la cosa giusta da fare, come neanche abbandonarlo in dei cassonetti accessibili a tutti, ma il grande cacciatore era così deluso dal suo fallimento che cadde in questi errori, e come sappiamo uno sbaglio si paga a caro prezzo.

Lui voleva soltanto creare qualcosa di utile per i suoi discendenti, che potesse aiutarli ad uccidere i succhiasangue senza ferirsi o mutilarsi più di tanto, a differenza sua che si era dovuto costruire tutto da solo. Ma forse aveva sbagliato qualcosa nella strana formula pronunciata o nella forgiatura dell'oro, perché una volta indossato, il suo bracciale della luce non aumentava i suoi talenti. In nessun modo.

La sua corsa già veloce per il DNA modificato non migliorava, le sue capacità innate con le armi erano sempre le stesse, per gli odori e la vista uguale: poteva scorgere e odorare soggetti da miglia di distanza, ma non di più. Restava tutto come prima, e lui aveva miseramente fallito nel suo intento.

Fu così che il bracciale restò per quattro giorni e quattro notti nel cassonetto, osservando solitario la pallida luna e rilucendo sotto i suoi freddi raggi, assorbendo il potere di quella mistica luce.

In una tenebrosa notte d'inverno, l'anziano vampiro Chaos andò a razzolare nella spazzatura per cercare animali morti dai quali nutrirsi, in quanto incapace per tutti i suoi secoli di vita di continuare a procacciarsi prede umane. Spostando rifiuti e mangiando via via piccoli scarti di animali passati a miglior vita trovò il gioiello, e senza pensarci due volte lo indossò ammaliato al polso. Una scarica di gelo gli corse per la spina dorsale, gli occhi girati all'indietro in quell'attimo di panico, ma terminata quella sensazione momentanea si sentiva come nuovo; rinato. Poteva di nuovo cacciare, uccidere, correre per ore e ore senza mai stancarsi e ad una velocità maggiore della sua precedente, e mentre assaporava quel corposo e profumato sangue umano riottenuto grazie alle sue riacquisite abilità non poteva che guardare il bracciale e ringraziarlo per i miracoli che aveva compiuto su di lui.

Ma quando gli enti superiori del Clan dei vampiri seppero di questo potere volevano distruggerlo. Non volevano rivolte interne e neanche deceduti tra i loro esemplari a causa del vecchio. Gli diedero un ultimatum: se avesse consegnato loro il bracciale i suoi peccati sarebbero stati assolti e avrebbe vissuto come se nulla fosse successo, se invece non lo avesse fatto, loro l'avrebbero ucciso. Avrebbero strappato la testa dal corpo del loro stesso fratello e poi gli avrebbero dato fuoco senza rimorsi.

Il Bracciale delle TenebreWhere stories live. Discover now