10- Nuovi alleati

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"Quando meno te lo aspetti, le persone ti sorprendono."


Una luce bianca e fastidiosa mi appare sotto le palpebre, costringendomi a svegliarmi. Mi stiracchio un po' nel letto, poi apro gli occhi, e il panico mi assale.

Non riesco a capire dove mi trovi e non ricordo nulla di ciò che ho fatto negli ultimi giorni.

Sono andata a scuola e... Sono andata a scuola? Non ricordo di averlo fatto.

La pressione della paura mi sale dalla punta dei piedi fino ad arrestarsi al petto, opprimendolo e impedendomi di respirare normalmente.

Mi guardo in torno, cercando qualsiasi via d'uscita.

La stanza in cui mi trovo è enorme, con pareti color carta zucchero e un parquet scuro per terra, decorato da un grande tappeto color cobalto. Ci sono delle finestre, molte finestre che occupano gran parte dei muri, di forma rettangolare e che terminano con un arco a tutto sesto. Le tende di un blu intenso non sono tirate, bensì raccolte ai lati dei grandi lucernari da un nastrino color oro, terminante con un dettaglio simile ad una rosa del medesimo colore.

Ecco perché mi sono svegliata con tutta questa luce...

Il letto dove sono stesa adesso potrebbe ospitare quattro uomini adulti particolarmente nerboruti, ed è collocato esattamente davanti alla porta, addossato alla parete frontale. Alla mia destra noto un'ampia scrivania in mogano, mentre alla mia sinistra si trova un armadio intonato alla palette di questa camera: blu con le manopole per aprirlo dorate.

Ne cerco dappertutto, ma non riesco a trovare neanche un effetto personale del proprietario della casa. È tutto vuoto, asettico e privo di personalità, eccetto per la frequente presenza del blu. Non ci sono neanche delle foto, dei poster, biglietti del tram... Nulla.

Vorrei restare ad ammirare ancora un po' questa bellissima ed ordinata stanza, ma l'ansia mi attanaglia portandomi giù nei suoi scuri abissi non appena mi ricordo di trovarmi in un luogo sconosciuto.

Cosa sta succedendo? Dove sono? Perché sono qui? Sono forse stata rapita?

Le gambe scattano e mi portano subito alle finestre, le dita abili provano a trovare un'apertura e a forzarle in qualche modo. Niente.

Però non mi sento tanto spaesata, qua. Mi sembra quasi di conoscere questa stanza, di aver già sentito questa fragranza sparsa in ogni piccolissimo antro... Forse è proprio questa minuscola familiarità che non mi fa crollare dal terrore e mi sprona a provare.

Mi dirigo tremante verso la porta, pregando qualsiasi divinità affinché possa trovarla aperta. Tiro, spingo, giro la maniglia e provo a tirarla verso il basso, ma capisco immediatamente che il ruolo di credente non fa per me: la mia unica via d'uscita resta ancorata al suolo.

Magari, se mia madre mi avesse portata in chiesa come gli altri bambini, adesso sarei salva. Magari, se avessi pregato per la mia famiglia e per me stessa non sarei ridotta così, sola e fonte di compassione per ogni uomo e donna sulla terra. Dio, ma perché quasi tutta la mia famiglia se n'è andata a vivere nell'aldilà? Sia chiaro, la scomparsa di mia madre mi ha lasciato una piccola crepa sul cuore, ma non ha lasciato più cicatrici fisiche e mentali nel mio corpo.

Non dimenticherò mai come faceva finta di non vedermi o sentirmi quando le parlavo, o di come mi puniva prendendomi a sberle e rinchiudendomi in quello sgabuzzino buio, da sola e senza cibo. Fortuna che almeno una finestra c'era, che permetteva alla luna di illuminare timidamente una parte di quelle quattro mura marcie.

Il Bracciale delle Tenebreحيث تعيش القصص. اكتشف الآن