6- Sospetti e salvataggi

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"Una ragazza andò dall'uomo che amava e gli chiese: «Perché mi hai aiutato anche se non ti avevo chiesto aiuto?» 

«Perché  non voglio che ti accada niente di spiacevole» rispose. 

«Ma se mi aiuterai sempre, poi non riuscirò mai a cavarmela da sola...» 

«La tua sicurezza è la mia priorità» ribatté lui.

Dopo qualche mese, la loro relazione terminò, e dopo qualche altro tempo, lei trovò un nuovo compagno. La ragazza si trovò di nuovo in una situazione di pericolo, ma questa volta lui non si degnò di darle una mano.

«Perché non mi hai aiutato quando hai visto chiaramente che ero in difficoltà?» gli domandò. «Non mi ami più?»

Il ragazzo sospirò, ma poi decise di rispondere a quella terribile insinuazione. «Non sono accorso in tuo aiuto perché sapevo che avresti potuto farcela da sola. L'amore non è soltanto possessione, ma anche fiducia nelle capacità dell'altro. Se manca la fiducia, la relazione non farà che crollare a poco, proprio come un castello di sabbia costruito troppo vicino al mare: inizialmente le onde non faranno che bagnare la sabbia e renderlo più resistente, ma poi, pian pianino lo raderanno al suolo.»

Lei sgranò gli occhi stupita da una tale rivelazione, e facendo confronti col suo precedente fidanzato. Un dubbio, però, iniziò a tormentarla. «E se non fossi riuscita a cavarmela da sola?»

«Sarei corso da te, ma solo per spronarti a vincere e affrontare insieme il problema. Non succederà mai ch'io lavori al posto tuo e che ti chiuda le ali, ma accadrà che ti lasci volare libera per poi aiutarti a ritrovare la strada di casa.»"


«E quindi mi stai dicendo che in neanche due giorni lei non ti odia più?» chiedo diffidente. Probabilmente Vivi mi sta mentendo per farmi credere che la situazione non sia tanto peggiore di quella con prof di nuoto, anche se non sarebbe una cosa molto alla Vivienne Hill. Non si è mai riguardata nello spifferarmi ogni cosa di ciò che le accade: che sia una cosa brutta o bella, un segreto o un gossip non ha mai cucito la bocca. Ma perché proprio adesso dovrebbe...

«Sì, sì! Te lo giuro!» Intreccia le ciocche rosse tra le sue frenetiche dita, creando dei nodi non indifferenti. «Non so come sia possibile, ma in questi due giorni abbiamo deciso di lasciarci alle spalle il passato e di proseguire col futuro. Dar si è resa conto che è stato il suo ragazzo a sbagliare e non io. Si sono persino lasciati!» mi dice tutto d'un fiato, ma con gli occhi che scappano sempre dai miei, segnale che mi fa comprendere la sua menzogna.

Una volta lessi un saggio sulla psicologia su come riconoscere le bugie, e ho scoperto che le persone tendono a evitare il contatto visivo, quando mentono. Non ho mai capito perché l'uomo si ostina a presentare sempre gli stessi segnali quando potrebbe benissimo evitarli e mentire senza problemi, migliorando le sue capacità dagli errori altrui. Io sono una pessima bugiarda, lo ammetto, ma almeno non lascio gli occhi del mio interlocutore per nessun motivo. Riconoscono le mie bugie da qualcos'altro, ma non me l'hanno mai detto così che non possa migliorarmi su quello specifico appunto. Mascalzoni...

«E sei davvero sicura che questa Darcy non stia meditando di farti fuori segretamente?» chiedo.

«IVS! Ma dai!!» Poggia i piedi sul sedile d'autobus difronte al nostro e sprofonda con la testa nell'ampio giubbino che indossa, poi mi lancia un'occhiata di disappunto.

Il Bracciale delle TenebreWhere stories live. Discover now