Cinque anni prima...

Incinta...

Incinta...

Incinta...

Continuo a leggere e rileggere la stessa scritta.

"Incinta": È questa la parola che contiene il bastoncino che tengo tra le mani.

Il petto mi inizia a bruciare e solo in questo momento, mi rendo conto di aver trattenuto il fiato fino ad ora.

Se qualche settimana fa mi avessero detto che mi sarei ritrovata a fare un test di gravidanza nel bagno della mia migliore amica, gli avrei riso in faccia.

Eppure, in questo momento, l'unica cosa che riesco a fare è piangere in silenzio.

Sento immediatamente due braccia circondarmi il collo per abbracciarmi forte e capisco subito che si tratta di Clara, la mia migliore amica.

Clara Bennet, diciannove anni, non troppo alta, magra, curve al punto giusto, solare, capelli corti e neri come la pece e due occhi che quando ti guardano sembra che ti stiano leggendo l'anima.

Siamo amiche dalla prima elementare e da quel momento, le nostre vite non si sono mai separate.

«Ci sono io. Non ti preoccupare...andrà tutto bene.» mi sussurra mentre mi passa le mani su tutta la schiena in modo delicato cercando di farmi rilassare e allo stesso tempo cercando di calmare il mio pianto.

No, decisamente non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi incinta a diciannove anni.

Sono al primo anno dell'università di economia e non è decisamente il momento di un figlio.

«I miei genitori...loro...oddio loro penseranno sicuramente che sono una figlia terribile! E...E Cole poi! Come faccio a dirglielo...» inizio subito a blaterare nel panico più totale.

Sono sicura che mio padre impazzirà! Insomma...sono la sua bambina e sono ancora giovane, l'università, non ho un lavoro...

No...decisamente non ci voleva un bambino in questo momento.

«Ti aiuterò io lo sai che puoi sempre contare su di me.» mi calma subito Clara

«I tuoi genitori capiranno! Magari tua padre all'inizio no, ma vedrai che cambierà idea in poco tempo. Quell'uomo pende dalle tua labbra da sempre!» continua a parlare mentre continua a stringermi a se.

«E poi...questo fagiolino avrà una super zia favolosa! E alla moda! Lo vizierò, gli darò tante caramelle, giocattoli e lo difenderò da te!» continua a parlare staccandosi un secondo per asciugarmi le lacrime che continuano a solcarmi il viso.

«Devo dirlo a Cole» le dico singhiozzando.

«Vai da lui, io ti aspetto fuori casa sua» mi dice subito.

Dopo esserci messe la giacca e le scarpe, usciamo di casa salutando i suoi genitori e ci incamminiamo verso casa di Cole.

Abitiamo tutti e tre vicini a circa dieci minuti di distanza a piedi.

Il tragitto è silenzioso, ho paura.

Paura di sapere che non lo accetterà e da una parte lo capisco.

Siamo giovani e un figlio non era nei nostri piani.

Potrei sempre abortire, ma sapere che dentro di me sta crescendo una vita, la vita di mio figlio... no, non è decisamente nei miei piani.

Appena arriviamo davanti la casa del mio ragazzo da ben due anni, ci apre la porta sua madre che appena mi vede, mi saluta immediatamente con un sorriso caloroso.

Basta un attimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora