Oggi...
La vita è come una giostra. È un continuo sali e scendi, sali e scendi. Non si ferma mai.

Ti ritrovi continuamente a dover superare ostacoli su ostacoli, problemi su problemi, sfide su sfide.

A volte pensi di non potercela fare, che hai raggiunto il tuo limite ma è proprio lì, in quel preciso istante, che devi dimostrare al mondo, ma sopratutto a te stessa, che ce la fai, che anche sta volta superi l'ostacolo nonostante sia più difficile delle altre volte.

Perché la vita è così.

Ti mette davanti a delle scelte che possono essere più facili e altre volte più difficili. È una continua prova.

Ed è così che a soli diciannove anni, mi ha messa davanti a una delle sfide più grandi e importanti di tutta la mia vita: rimanere incinta.

Molte persone hanno giudicato la mia scelta nel tenere un bambino da così giovane.

Mi ripetevano continuamente quanto stessi sbagliando, quanto stessi rinunciando alla mia adolescenza, alla mia libertà, dicevano che avevo ancora tempo per avere un figlio, che ero troppo giovane.

Ma devo ringraziare tutte quelle persone che mi dicevano che il bambino che portavo in grembo era uno sbaglio, una sbandata.

Il mio bambino non era previsto così presto, certo, ma non rimpiangerò mai la mia scelta.

Mi sono dovuta rimboccare le maniche, certo, ero consapevole che da quel momento in poi avevo una vita in più a cui badare.

All'inizio non è stato semplice lo ammetto. Ma niente è semplice, la vita non è semplice.

Ho dovuto prendere tutto il coraggio che avevo in me per dimostrare a tutti che si sbagliavano, che nonostante la mia giovane età riuscivo a svolgere tutti i miei doveri, sia da madre che da figlia.

Nonostante la gravidanza ho continuato l'università, ho continuato a frequentare tutti i corsi, ho dato tutti gli esami in tempo per poi prendere la laurea.

I miei genitori e Clara mi sono stati di grandissimo aiuto. Mi hanno aiutato in ogni situazione e a dirla tutta, anche i genitori della mia migliore amica mi sono stati molto vicino.

È stato anche grazie a loro se sono riuscita a fare tutto; mamma e Clara mi accompagnavano sempre a fare tutte le ecografie, mentre mio padre veniva appena riusciva a incastrare tutti gli orari di lavoro e quelle poche volte in cui non riusciva ad esserci mandava sempre messaggi a me o a sua moglie così da rimanere aggiornato in tempo reale.

I genitori della mia migliore amica mi hanno dato un supporto incredibile, quando i miei genitori erano troppo impegnati dal lavoro e non riuscivano a liberarsi, mi aiutavano con le faccende di casa, o meglio, io guardavo mentre la mamma della mia amica faceva le pulizie e osservavo il marito cucinare delle prelibatezze e ogni tanto lo aiutavo a tagliare gli ingredienti.

Le volte in cui non riuscivo ad andare all'università Clara mi portava tutti gli appunti delle lezioni così da non farmi rimanere indietro.

Però mio padre è stato una parte fondamentale per tutta la gravidanza. Ogni volta che avevo qualche voglia strana usciva di casa per andare a prendermela, anche in piena notte nonostante il giorno dopo avesse il lavoro, oppure quando avevo qualche dolore alla schiena per il peso che la mia schiena doveva reggere tutto il giorno, era sempre pronto a farmi qualche massaggio per alleviare il fastidio.

Sono stati la mia ancora. Porterò sempre nel cuore il momento in cui tutti insieme siamo andati a comprare la prima tutina per il piccolo Ethan.

Esattamente, per nove mesi ho portato in grembo il mio piccolo ometto. Pensare che ha già cinque anni...

Ammetto che non pensare a Cole è stato davvero difficile, però alla fine ce l'ho fatta.

All'università cercavo di incrociarlo il meno possibile, sia tra i corridoi sia in aula. Se lui era nei posti in fondo io ero tra le prime file e viceversa, se lo incontravo tra il mio percorso cambiavo strada. Ammetto che è stato davvero difficile stargli lontano i primi tempi. Diavolo portavo in grembo suo figlio! Ma la cosa che mi ha ferito di più è stato il modo in cui mi ha totalmente evitato.

Mi sarebbe piaciuto condividere con lui questo meraviglioso percorso, però ha fatto una scelta diversa dalla mia e lo capisco. Anche alcuni adulti non sono pronti a fare i genitori, figurati dei ragazzi.

A ripensarci poteva andarmi peggio, invece: ho un bel lavoro nella compagnia di mio padre a Londra, un figlio dolcissimo, dei genitori che si amano alla follia e che amano me e mio figlio da impazzire e ho una migliore amica un po' pazza che ha un amore incredibile per mio figlio e che si sta per sposare.

Finalmente Clara sta incoronando il suo sogno: sposarsi con l'uomo che ama e costruirsi una vita con lui.

Sono molto felice per lei, ma dover tornare a New York dopo tanto tempo non mi fa impazzire.

E il motivo ha un nome: Cole Jones.

Non lo vedo da anni! Appena ho finito l'università, non ho perso tempo e dopo una lunga riflessione con i miei genitori e la mia migliore amica, abbiamo deciso che sarei stata a capo della nuova sede a Londra della agenzia di papà.

Ovviamente non mi ha messo a capo di un'azienda da milioni di dollari completamente da sola, mi ha affiancata a un suo caro amico e a suo figlio che ha solo due anni in più di me.

È stato grazie a loro se sono riuscita a muovere i primi passi nell'azienda di mio padre e devo ammettere che anche ora, a distanza di anni, continuo a seguire i loro consigli. Siamo un ottimo team!

Ora il problema più grande consiste nel dover tornare a casa e rivedere Cole dopo anni che non lo faccio.

Però devo essere fiduciosa, sono riuscita a mettere al mondo mio figlio nonostante tutti fossero contrariati dalla mia scelta, sto mandando avanti l'azienda di mio padre con un gran successo, non vedo cosa sia la difficoltà nel rivedere il mio ex nonché padre di mio figlio.

Però devo essere fiduciosa, sono riuscita a mettere al mondo mio figlio nonostante tutti fossero contrariati dalla mia scelta, sto mandando avanti l'azienda di mio padre con un gran successo, non vedo cosa sia la difficoltà nel rivedere il mio ex ...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

CIAO MIEI AMATI LETTORI!
Cosa ne pensate di questo capitolo? Qui ho voluto spiegare come si sente la nostra Layla.
Spero che vi sia piaciuto e noi ci vediamo tra un paio di giorni con il capitolo quattro!!!
Baci,
Ele.

Basta un attimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora