8. L'unione Fa La Forza

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Se l'aria della mattina era fredda, quella serale era a dir poco terribile per una persona freddolosa come Momo, la quale pur di coprirsi il più possibile aveva indossato un orribile cappello di lana che le altre ragazze avevano gentilmente definito color vomito.

Nayeon invece sembrava quasi un robot: non mostrava neppure un briciolo di paura e il vento freddo non le dava apparentemente alcun fastidio "stammi vicino e se dovessero attaccarci ti consiglio di aggrapparti a me come farebbe una scimmia, ma fai attenzione a non impedire i miei movimenti o non riuscirei ad arrampicarmi da nessuna parte"

"Stai seriamente parlando di arrampicate libere come se fossero delle cosette da niente? Hai per caso lavorato al circo?"

"Ho fatto parkour per un po' di tempo e fortunatamente sembro ancora in perfetta forma per quanto riguarda alcune cose, anche se spero tu non sia troppo pesante perché sono decisamente fuori allenamento sul dover trasportare qualcun altro"

Il sole era sul punto di tramontare e la strada che stavano percorrendo si faceva sempre più buia, dando due percezioni diverse alle ragazze: grazie alla poca luce era difficile riuscire a vedere la moltitudine di oggetti e resti umani caduti sull'asfalto, ma proprio l'assenza di essa rendeva complicato camminare senza inciampare in qualcosa.

La maggiore tra le due aveva gli occhi attenti ad ogni minima cosa e si esercitava ogni secondo per afferrare il martello che aveva agganciato allo zaino "in caso di pericolo mi basterebbe un secondo per riuscire ad agire, anche se devo ammettere che questo affare pesa tantissimo"

"Sembri così tranquilla.. Come fai?"

"A dire la verità non ne ho idea, sono sempre stata una persona apparentemente imperturbabile ma ti assicuro che dentro di me c'è il caos più totale. Forse riesco a darmi un contegno anche in una situazione come questa perché ho un obiettivo da raggiungere"

"Posso sapere di cosa si tratta?" il corpo di Momo si avvicinava sempre di più a quello della castana, tremante come una foglia.

Un sorriso triste aveva fatto incupire ancora di più il viso di Nayeon "vorrei salvare tutte voi, così facendo potrei dare un senso alla mia vita"

La ragazza dai capelli blu guardò in basso, sentendo una morsa al petto "credi che la tua vita non valga niente?" l'aveva detto a bassa voce, senza il minimo tremolìo tra una parola e l'altra.

"No, non la metterei su questo piano. Diciamo che non ho ancora fatto nulla che possa darle un senso, forse è più corretto dire così. Ritengo che ogni vita sia preziosa, persino quella di una disadattata come me"

"Devi averne passate tante per pensare queste cose, sentendoti parlare mi sento ancora più immatura di quanto non sia in realtà"

"La maturità di una persona può essere misurata in tante cose e il fatto che tu sia venuta con me senza fare storie è la prova che non sei una ragazzina immatura"

Per accorciare il tragitto svoltarono verso un piccolo parco abbandonato, ritrovandosi a dover mettere i piedi in delle vere e proprie pozzanghere di sangue, facendo sì che Momo dovesse tapparsi la bocca per non mettersi ad urlare.

C'erano anche dei corpi umani a pezzi, i quali erano stati mangiucchiati da alcuni animali, e fu subito chiara la pericolosità di quel posto. I versi degli zombie non erano lontani e, mischiati al buio che si faceva sempre più fitto, fecero raggiungere dei livelli di terrore che le due ragazze non avevano mai provato.

"Resta accanto a me, non sappiamo quanti ce ne sono e ci conviene evitarli il più possibile" Nayeon aveva stretto la mano della più giovane, accarezzandone il dorso per infondere tranquillità "sei pronta? Dobbiamo camminare velocemente"

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