Funerale

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Passai innumerevoli notti a chiedermi che cosa avessi fatto di male. Mi alzai dal letto e mi lavai. Mi guardai allo specchio e con due colpi di trucco cancellai le mie occhiaie. Mi preparai ad uscire e mi avvicinai alla porta. Quando sfiorai con le dita la maniglia un pensiero mi spezzó in due il petto. Sentii un dolore talmente forte da farmi fermare per qualche istante. Presi coraggio e uscii. Una volta fuori iniziai a sentire freddo. Mi aggiustai una ciocca che era sfuggita alla spazzola e mi diressi verso una meta sconosciuta. Persa tra i miei pensieri iniziai a camminare. Mi guardai intorno. Sentii dentro me qualcosa di freddo battere. Pensai fosse solo una sensazione. Poco dopo realizzai che era il mio cuore. Sapevo benissimo di essere triste ma mi ostinai a camminare. Continuai per tanti metri. Ad un certo punto un'altra scossa mi pervase il corpo facendomi perdere l'equilibrio. Caddi a terra priva di sensi. Iniziai nella mia testa a vedere immagini confuse. Quando mi rialzai capii che ero sola. Ricominciai a camminare. Ci fu l'ennesima scossa che inizió a farmi sentire fredda anche nel resto del corpo. Mi accasciai per terra. In un ultimo brivido di vita guardai il cielo. Lo scrutai a fondo. Ammirai la sua bellezza. Respirai il suo profumo. Sfiorai le sue nuvole. Sentii le sue sinfonie. Assaporai la sua dolcezza. Poi chiusi gli occhi. Mi lasciai cullare dalle onde del mare. Tutto finí in un ultimo istante di vita.

Quel giorno lo realizzai,

capii quanto la vita mi avesse insegnato,

quanto dolce fosse il suo canto.

Pensai che la fine fosse solo il tocco di classe,

in un mondo che scappa,

che fugge dalle tue braccia.

Parlai ad alta voce,

da sola,

a me stessa.

Mi dissi che tutto quel che avevo imparato,

era merito del mondo.

La vita,

così fragile,

finita,

chiusa,

instabile.

Mi presi in braccio,

mi coccolai un pò,

e mi poggiai a terra.

Il suolo sembrava freddo e al tempo stesso così caldo.

Accarezzai il mio volto,

mi guardai a fondo,

strinsi il mio corpo in un ultimo abbraccio.

Abbracciai la morte,

con indosso un candido vestito,

macchiato dalla malinconia.

Di quei vecchi tempi,

in cui tutto sembrava così bello.

Successivamente iniziai a camminare,

ad allontanarmi da quel corpo inerme.

La mia bambina era morta,

feci un funerale scarno,

senza musica né benedizione.

Quel corpo fu seppellito silenziosamente,

senza tomba,

e senza preghiere.

Quando la mattina mi alzo,

penso sempre a quel tempo,

a come sia fuggito.

Ieri era vita,

oggi è morte,

domani sarà rinascita.

Tra le pagine dei vari testi,

accesi una candela,

e commemorai quella parte di me.

Mi inginocchiai alla luce del sole,

guardai il cielo,

e mi domandai dove io fossi.

Pagine strappate dal cuoreWhere stories live. Discover now