Ragnatela

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Io sono stupida,

sì.


Sono stata ferma,

a guardarlo venire verso di me.


Da lontano mi ha salutato,

io ovviamente non ho ricambiato.


Quando ci siamo fatti più vicini,

subito gli chiedo se avesse un fazzoletto.


Frugando fra le sue cose,

mi porge un pacchetto.


Io rifiuto.


Inizio a camminare,

e lo sento starmi vicino.


Percepisco i suoi delicati passi,

sento la sua voce.


Una voce da interrogatorio,

che mi sommerge con mille domande.


Così camminiamo,

nel mentre lui mi parla.


Continuo a farfugliare parole incomprensibili,

e lui si confonde.


Vorrei smetterla di giocare,

ma è più forte di me.


Lo cerco,

e poi lo rifiuto.


Mi sento cattiva davanti a questa indecisione,

che probabilmente a lui non interessa neanche.


E allora mi domando,

perché tanta curiosità nei miei confronti.


E mi giro e rigiro nel letto,

pensando a lui.


Quanto complesso,

che alla fine mi fa sentire bloccata.


Mi smuovo un po' nel tentativo di liberarmi,

da questa ragnatela.


Che ogni giorno,

pare diventare sempre più attraente.


Inizio a faticare,

quando devo staccarmi.


E così,

mi sento aggressore.


Al tempo stesso credo,

che a farmi sentire così sia lui.


Con gli occhi da angelo,

e le mani da pianista.


Chissà quali dolci note suonerebbe,

se io fossi un pianoforte.


Impacciata e confusa,

mi dirigo verso la mia strada.


E sento le sue mani,

scivolare dalla forte presa.


Facendomi cadere nel vuoto,


senza sapere perché.

Pagine strappate dal cuoreWhere stories live. Discover now