17. Farina e Zucchero - Hazel

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Cerco James girando tutta la casa: Connor è uscito con la sua nuova ragazza e io e il ragazzo dagli occhi color carbone dobbiamo cucinarci qualcosa, ma lui mi ha lanciato la farina addosso, così mi voglio vendicare.

Appena ho preso una manciata di zucchero, lui è scappato e purtroppo non ho visto dov'è andato a nascondersi. Sbuffo mentre salgo le scale: i capelli sono pieni di farina, stessa cosa per la maglietta e i pantaloni, non oso immaginare la mia faccia...

Cerco nella mia stanza, poi nella sua, successivamente in quella di Connor, in cui non sono mai stata.

Un letto matrimoniale coperto da lenzuola nere attira la mia attenzione, un tappeto bianco dà a tutta la stanza un'aria più accesa, libri su libri ordinati in due librerie diverse, una copre il lato nord e l'altra il lato est della parete. Sulla scrivania ci sono numerose foto, tra cui una di lui con quella che sembra essere sua sorella. Sono così diversi... lei è molto simile a me, capisco perché gliela ricordo tanto: i capelli mossi e marroni, due occhi che a differenza dei miei hanno leggere sfumature verdi, molto più alta di me che abbraccia il ragazzo più felice che abbia mai visto sulla faccia della terra.

Segue un'altra cornice contenente un'altra foto, questa volta solo della sorella, che ride mentre guarda il fotografo (probabilmente Connor). Guardo fuori dalla finestra e noto che dietro ad un cespuglio si nasconde un ragazzo vestito di nero, troppo grande per nascondersi dietro ad un arbusto simile.

Scendo le scale in fretta per andare in giardino e lanciargli lo zucchero, ancora nel palmo della mia mano.

"James! Dove sei finito?" i piedi scalzi si bagnano per colpa dell'erba ancora bagnata dalla pioggia.

"Ti ho visto!" gli urlo dopo essermi avvicinata abbastanza. Lo guardo andare sempre più nel cespuglio, per nascondersi da me e mi metto a ridere. Esce dal suo nascondiglio ed è costretto a piegare la testa per guardarmi, da quanto è alto (o da quanto io sono bassa...). Vedo che la sua guancia è lievemente arrossata e la studio attentamente: un taglio. Lascio cadere lo zucchero a terra e mi dimentico della mia vendetta.

"Che hai fatto alla guancia? Sei tutto bagnato!" sembra un bambino che gioca in cortile e perde il senso del tempo e del fatto che abbia appena piovuto, così da nascondersi sotto ad un cespuglio e da bagnarsi tutto. Che dolce.

Non mi risponde e si limita a guardarmi, così lo prendo per la manica e lo porto alla porta d'ingesso, dove c'è un gradino su cui posso sembrare più alta e guardarlo negli occhi. Vorrei curare la sua ferita, per fargli vedere che gli voglio bene, che voglio prendermi cura di lui, che di me si può fidare. Mi servirebbe del disinfettante, ma non voglio rovinare questo momento: noi due, quasi alti uguali, che ci guardiamo a vicenda negli occhi. La mia mano che stringe ancora un lembo della sua maglia, il silenzio in mezzo a noi.

"Guarda, ho un fazzoletto", dico prendendo dalla tasca un pacchetto di fazzoletti. Ne prendo uno e dopo averlo spieghettato glielo passo delicatamente sulla guancia, spero di non fargli male.

"Credo sia già passato, ti fa ancora male?" non mi risponde ancora per una volta e non faccio a meno di chiedermi se oltre che la guancia, si sia tagliato pure la lingua. Forse gli faccio male, magari gli pulsa quel taglio così sottile ma doloroso.

Non so con che coraggio, ma mi avvicino di più a lui e inizio a soffiare sulla sua guancia. Perché ce l'hai con me? Penso prendendo fiato per la quinta volta. Risoffio di nuovo, ma lui fa una cosa che non mi sarei mai aspettata.

Mi prende il polso.

Lascio cadere il fazzoletto e smetto di soffiare, con il cuore che piano piano sale in gola e lo stomaco che si riempie di piccole farfalle colorate. Il battito aumenta.

Ti prego cuore, calmati. Basta.

Forse James crede che quel basta pensato si riferisca a lui, perché mi lascia e se ne va.

Ho fatto qualcosa di sbagliato? Non dovevo reagire così forse? Dovevo ancora soffiare? Si è accorto che aveva ragione quando aveva fatto quella scenata? Che lui aveva già abbastanza problemi per occuparmi anche di me?

Non riesco a darmi una risposta e passo il tempo a pulire la cucina: la farina caduta a terra e le scodelle tirate fuori dagli armadietti per trovare una pentola.

Non mangio, mi limito a lavarmi e a chiudermi in casa a leggere.



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Scusa Se Ho Scelto TeWhere stories live. Discover now