22. Libri - Hazel

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Elliot che dorme dietro di me, il libro con la mia storia nelle mie mani.

Accarezzo la fronte del ragazzo e osservo ancora le pagine scritte.

Credo sia stata una bella mossa raccontargli quello che ho vissuto, anche se non ha reagito molto: credevo avrebbe sgranato gli occhi e che mi avrebbe creduta pazza, ma ha mantenuto la promessa. Non ti giudicherò.

Strappo una pagina del libro per favole di bambini: se racconta la mia storia, potrebbe darmi spunti per capire cosa fare: andare a casa o rimanere?

Lo strappo è troppo forte e fa sussultare Elliot.

"Che fai?" biascica.

"Nulla, nulla" piego il foglio e lo metto in tasca.

"Ti sei addormentato?" chiedo ridendo mentre si alza e mi stringe a sé.

"Sì, scusa, ma non dormivo così bene da molto."

"Ma sono passati trenta minuti!" commento mentre ci alziamo.

Non mi risponde, mi accompagna a casa e ci salutiamo.

"Elliot" gli chiedo, "usciresti con me e James la settimana prossima? Volevo farvi conoscere"

"Certo" risponde lui.

"Ok, allora ci vediamo"

"Sì, certo, ciao"

"A presto!"

Cammina verso l'uscita, io rimango con la mano sulla maniglia della porta a guardarlo, la cosa imbarazzante è che quando si gira per guardarmi, vede che lo sto fissando.

Entro in casa e butto cappotto e stivali a terra.

Il mio sorriso da ebete in bella vista, pure quando mi butto sul letto e affondo il viso nel cuscino.

Chissà cosa sta facendo James nella stanza vicino alla mia.

Mi alzo per andare a vedere, ma mi cade l'occhio sul comodino: un diario attira la mia attenzione, il diario che avevo trovato mentre mettevo a posto la camera da letto del ragazzo.

Lo apro e inizio a leggere, deve essere appartenuto ad una certa Arasia.

Qui è tutto così strano: non credevo che ci sarei mai arrivata, che esistesse un mondo fatto in questo modo, ma è la verità. Lui ce l'ha fatta.

Sono arrivata in questa casa e sono stata accolta da un ragazzo tanto carino, si chiama Connor e lo vorrei tanto sposare, lui però dice che si deve prendere cura di me e che non potremmo mai essere una coppia: troppo pericoloso, sia per me che per lui.

Eppure, il nostro amore è incancellabile, non riesco a non pensare a lui e molto probabilmente non è indifferente a me nemmeno il ragazzo.

Dovrò solo essere paziente e cercare di fagli cambiare idea: saremmo un'ottima coppia.

Seguono pagine in cui lei racconta delle avventure che passano insieme e di come piano piano riesce a convincerlo.

Eravamo a cena, seduti uno di fronte all'altro e mi ha preso la mano.

"Non posso immaginare un mondo senza di te" mi ha detto, "però ti devo dire una cosa molto importante. Io sogno cose, vedo la tua famiglia e non posso rimanere zitto e permettere che succeda quello che si sta preannunciando."

E così mi ha raccontato che il mio mondo stava finendo, che serviva che arrivassi io, che lo salvassi, c'era bisogno che noi due ci staccassimo.

Mi ha raccontato che la mia famiglia era in pericolo, così ci siamo messi a trovare una soluzione.

Abbiamo impiegato cinque mesi per risolvere l'indovinello, il tempo in cui lui ha escogitato tanti piani per uccidere uno per uno tutti i miei fratelli e le mie sorelle. Non potevo permetterlo.

Seguono altri racconti di cose accadute tra loro due, poi più nulla, solo pagine bianche.

Continuo a sfogliare il quaderno. Cos'è successo? Perché di punto in bianco non ha più scritto nulla?

Questa storia mi sembra familiare, ma com'è possibile che ci sia un terzo mondo e che le cose successe siano simili a quello accaduto a me?

Tiro fuori dal cassetto il foglio che aveva trovato Connor quando ero arrivata qui e mi accorgo che non c'è più nulla scritto lì sopra. Nemmeno una lettera, come se la carta avesse assorbito le parole.

"James!" urlo mentre entro in camera sua per annunciarmi. Lo trovo steso sul letto che... legge?

"Stai leggendo?" chiedo dubbiosa.

"Sì, qualche problema?" sposta le gambe e mi fa sedere vicino a lui.

"Ricordi quell'indizio che avevo trovato? È scomparso. Non c'è più nulla scritto qua sopra..." tralascio tutta la spiegazione, perché gli avevo già raccontato tutto.

Prende il foglio e lo avvicina alla lampada accesa: niente, solo carta gialla, nessuna parola.

"Questo potrebbe essere un problema... dici che era davvero un indovinello per uscire da qui?" chiede.

"Credo di sì."

Mi ridà il pezzo di carta e lo esamino di nuovo, mi accorgo che mi fissa intensamente, così sposto lo sguardo su di lui, ma una volta fatto questo, lui guarda il soffitto. Distolgo di nuovo lo sguardo, poi lo riguardo.

Torna a fissarmi mentre io lo fisso, ma io distolgo lo sguardo.

Tanta confusione, poi una strana sensazione alla bocca dello stomaco, un senso di nausea, non pensare a lui, non pensare a lui...

Sposta il ginocchio verso il mio, piano, guardando un po' in giro.

Rimango immobile, sia con le gambe, che con le braccia, che con la testa, che con i polmoni. Non respiro più e le mie mani bagnano la carta di sudore.

Il suo ginocchio sfiora il mio, poi si ferma, attaccato al mio, e rimaniamo così per qualche minuto.

Io in apnea, tutta rossa, lui che fissa prima me, poi il foglio e poi la finestra.

Cosa sta succedendo?

Mi avvicino un po' di più a lui, e ora tutta la gamba è a contatto, non solo il ginocchio, lo guardo e lui sposta i suoi occhi neri su di me, studiando i miei.

Silenzio, poi si apre la porta.

"Hazel! Sei qui!" Connor mi chiama, poi vede la situazione in cui ci ha sorpresi e si mette una mano nei capelli.

"Io... non volevo disturbarvi..." mi alzo velocemente.

"No, no, io stavo giusto venendo" mi sistemo una ciocca dietro all'orecchio e faccio per uscire, ma prima lancio un'occhiata a James, che fa lo stesso con me.



Foto: https://i.pinimg.com/564x/9d/ac/26/9dac268b28f52edf0d4cc3a3f8b97180.jpg

Scusa Se Ho Scelto TeWhere stories live. Discover now