Capitolo Quindici

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"Più conosco il mondo, più ne sono scontenta; ogni giorno conferma la mia opinione sull'incoerenza degli esseri umani e sull'impossibilità di fare affidamento su ciò che sembra meritevole o sensato."

(Orgoglio e Pregiudizio- J. Austen)


Stando a Hogwarts avevo imparato che c'erano solo due modi in cui una persona poteva essere sorpresa. Per molti era la soddisfazione di aver sconfitto la squadra avversaria durante un torneo, o la lettera di un parente lontano. La gioia di riscoprirsi promossi restituiva la leggerezza sottratta al petto da un macigno invisibile, colmo di ansie e preoccupazioni.

Ma solo una cosa era capace di scavalcare l'eccitazione per aver afferrato il primo boccino, o di veder impressa una 'E' all'apice della pagella; la più comune e infida delle paure, quella che infestava le mura tetre e fredde del castello da generazioni: il terrore di ricevere un giudizio. Specialmente se negativo. Specialmente se a esprimerlo eri tu stessa.

Di certo, non avrei mai pensato che tale sgomento potesse provenire dall'accostamento di 'Malfoy' e 'positivo', due parole che non mi sarei mai aspettata di riunire nella stessa frase.

L'ultima ronda si proclamava essere sempre la più tediosa. Tra i corridoi si respirava il fermento per l'imminente ritorno a casa e l'anticipazione di godere delle meritate vacanze natalizie, che contribuiva alla negligenza di interrompere il giro almeno una trentina di minuti prima dello scadere del tempo. Non era una regola fissa, eppure sembrava essere diventato un rito.

A chi capitava l'onere di svolgere l'ultimo giro di perlustrazione, aveva tutto il diritto di ritenersi sventurato. Specialmente se il proprio compagno di sventure era l'alunno più arrogante della scuola.

Malfoy era in anticipo. Lui e la squadra d'Inquisizione si erano appostati in un'alcova e stavano studiando con attenzione la mappa del castello. L'ultima ronda dei Prefetti di Serpeverde era stata giovedì, ma gli Inquisitori erano uno scalino sopra tutti nella gerarchia studentesca e la presenza della Squadra era richiesta quanto quella dei Prefetti.

Ripiegai La Gazzetta a metà e la infilai sotto il braccio. La Umbridge non avrebbe mai permesso di lasciare il castello senza un'ulteriore ricerca del fantomatico gruppo anti-Ministero. Non sarebbe stato da lei.

"Sua Altezza ha deciso di onorarci della propria presenza..." sbeffeggiò Parkinson con la voce stridula. Da quando non era stata scelta come Prefetto, la Squadra d'Inquisizione era diventata la priorità e trovare il gruppo spodesta-Ministro la sua vocazione. "Era ora, McLaird! Siamo qui da un'ora."

Malfoy le lanciò un'occhiata eloquente. "Nella mezz'ora che non c'eri ho organizzato le coppie e le aree da perlustrare. Tu sei con me." A Malfoy non passò inosservato quando roteai gli occhi con fare angustiato.

Attorno alla mappa, sollevata nella presa salda del biondissimo capo, erano riuniti Parkinson, Bulstrode e quell'energumeno di Crabbe. Goyle era al fianco dell'amico e mi rivolse un sorriso timido. Più in disparte, alle spalle di Malfoy, Graham Montague e Cassius Warrington parlottavano tra loro. Erano due studenti di Serpeverde silenziosi e sempre sulle loro a cui non interessava intessere una fitta rete di conoscenze come facevano Malfoy o la Parkinson.

I primi a lasciare il gruppo furono Crabbe e Goyle, che si diressero verso le scale mentre si scambiavano le figurine delle Cioccorane. A loro spettavano i sotterranei, il piano terra e il primo. Mi chiesi quanta fiducia riponesse Malfoy nei propri membri, o nella causa.

A Parkinson, Warrington e Montague spettarono il secondo, il terzo e il quarto piano. Mentre io e Malfoy avremmo perlustrato i restanti. Nessuno si era lamentato quando non erano state nominate le torri, riproponendo la regola non detta che prevedeva il termine della ronda a mezzanotte, anziché mezz'ora più tardi come da regolamento scolastico.

Blood Traitor- Orgoglio e Pregiudizio || Draco X ReaderWhere stories live. Discover now