Capitolo Venticinque

120 15 20
                                    

*McLiar, Mc+ Liar = in inglese bugiarda/o

_____________________________

 

“Tutto nutre ciò che è già forte”

(Orgoglio e Pregiudizio– J. Austen)

 

 

 

Draco

 

 

“Torna dai tuoi amichetti pregiudizievoli, è la cosa che sai fare meglio.” Drizzò la schiena e incrociò le braccia.

Quell’altro ghignò. “Sei solo una stupida mezzosangue, Draco aveva ragione…”

McLaird e Goyle stavano… litigando?

Non era possibile. Quell’idiota aveva a malapena le idee per farlo e non era mai stato in grado di esporle per contrastare una discussione.

Gregory era più… un tipo da ordini. Seguiva le direttive senza ribattere, ma con lei sembrava diverso. La bisbetica aveva risvegliato qualcosa in lui, qualcosa che lo aveva fatto infuriare.

“Se per te sono solo una mezzosangue, allora non cercarmi più.” Si voltò, allontanandosi lungo il corridoio. Goyle fece lo stesso, dirigendosi nella mia direzione.

“Qualche problema?” Sollevai un sopracciglio e lo guardai con diffidenza.

“È una stronza, quella lì.” Si indicò alle spalle con il pollice. “Crede sia stato io a diffondere le foto.”

Davvero lo pensava?

La sua preziosa mezzosangue doveva aver ferito il suo ego. Forse era quasi un complimento, per lui. Goyle non avrebbe potuto architettare qualcosa di così arguto nemmeno se ci avesse pensato tutto l’anno.

“Vai in Sala Comune?” Sorrise l’energumeno. Cosa credeva, che fossi un ente benefico?

Aveva un bel coraggio a presentarsi di nuovo al mio cospetto dopo che la dolce, perfetta McLaird lo aveva respinto. Avrebbe dovuto sedersi al tavolo dei Grifondoro, o a quello dei Tassi se oltre all’audacia si teneva in considerazione anche la sua idiozia.

“Ora che la mezzosangue non ti vuole più, credi di poterci usare come un rimpiazzo?”

Le sue labbra ebbero una contrazione nervosa. “Siamo ancora amici, vero?” Io non avevo amici. Quelle erano cose da Potter. “Ho sbagliato, non avrei mai dovuto andarmene con McLair– la mezzosangue. Ma ora so chi è la mia gente.” Le sue parole risuonarono di solennità.

Sollevai il mento, feci scorrere lo sguardo dalle scarpe sporche di fango fino ai suoi occhietti infidi. “Ti conviene continuare a tenerlo in mente.”

Mi seguì fino ai sotterranei, varcando insieme l’entrata. La Sala Comune era vuota, fatta eccezione per Zabini che seduto su uno dei divani ricordava la versione povera del Barone Sanguinario e McLiar*, che aveva in mano il Dizionario delle Rune e una pergamena. La luce filtrata attraverso il lago era soffusa e si perdeva nel corvino delle acque incupite dalla sera.

Goyle prese posto sull’altra ottomana, lo seguii con malavoglia.

“Il figliol’ prodigo è tornato all’ovile?” Lo derise il Baronetto, alzando gli occhi dalla scacchiera. Giocava da solo? C’erano troppe sale vuote al reparto psichiatrico del St Mungo.

Blood Traitor- Orgoglio e Pregiudizio || Draco X ReaderKde žijí příběhy. Začni objevovat