Competitivi

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Lily
2031

Era passata una settimana e mi ero ripresa del tutto. Il giorno dopo la dormita a casa di Alex, mi presentai a lavoro con il fascicolo sulle case in centro di cui aveva bisogno. Amavo il campo immobiliare sin da quando ero una bambina, e non fu difficile sistemare quei fogli in tempo.
Cameron mi aveva fatto compagnia e io ero riuscita a finire prima delle undici.

Alex rimase sorpreso di vedermi seduta alla scrivania accanto alla sua, con il computer acceso e le cuffiette nelle orecchie, fingendo di partecipare a una qualche riunione.

Ammetto che la mossa fu piuttosto infantile, e che le cuffie le avevo messe solo perché non volevo dargli il buongiorno, ma funzionò e quindi lo feci anche il giorno dopo.

Controllò il fascicolo e mi permise di andare a casa, non lo ringraziai, ma apprezzai il gesto.

Il giorno dopo ancora fu semplice smorzare la tensione. Scoprii che, in quanto nuovo responsabile, aveva una riunione dietro l'altra e che quindi non dovevo mai averci a che fare se non in pausa pranzo. L'unico momento in cui uscivo per andare al locale lì vicino.

Mi portavo il portatile dietro, rispondevo alle mail e mangiavo un muffin al limone. Poi, poco prima di tornare dentro, ordinavo un tè agli agrumi e me lo portavo dietro.

Quella divenne la normalità, una sorta di routine a cui non potevo rinunciare. Naturalmente, io e Alex non parlammo mai di quel giorno a casa sua, né di qualsiasi altra cosa, in realtà.

Quel giorno fu diverso.
Lasciai gli ultimi fascicoli riguardanti le villette a schiera nei pressi di San Concordio sulla sua scrivania e, come sempre, mi voltai per andarmene.

"Aspetta." Mi fermai sui miei passi, mi voltai e gli rivolsi un sorriso educato, impertinente quasi.

"Non puoi andare via." Scosse la testa.

"E questo cosa vorrebbe dire? E' Venerdì. Io esco alle 17:00 il Venerdì."

"Beh, non questo Venerdì."

"Alex.-"
"Signor White."

Deglutii, cercando di rimanere impassibile mentre si alzava. Non dovevo rispondere, se l'avessi fatto avrei messo a rischio il posto e lui era stato piuttosto chiaro.

"Abbiamo una riunione." Il tono era sbrigativo mentre si sistemava i polsini della camicia.
"Avrei dovuto saperlo in anticipo. Ripeto che è-"
"Sì, è Venerdì. Ma le assicuro che prima dell'ora di cena sarà fuori così non dovrà nemmeno avvisare il suo fidanzato." Posò lo sguardo su di me.

Odiavo il sarcasmo, ma mi piaceva che pensasse che avessi una relazione. Era molto più semplice tenerlo lontano e io non avrei dovuto fare niente per impedire che mi si avvicinasse.

Non risposi, presi il telefono e presi a scrivere un messaggio. Non aveva il destinatario, ma lui era lontano e non avrebbe potuto vederlo in ogni caso. Strinse la mascella, prima di uscire dalla porta.

"Andiamo."
Feci un mezzo sorriso e lo seguii in aula riunioni.


Il tavolo di vetro occupava i tre quarti dell'intera stanza e le sedie bianche tutte attorno, incutevano un po' di timore quando non erano vuote.

Alex si sistemò la giacca e prese posto, facendomi cenno di sedermi di fianco a lui. Indugiai solo un secondo, ricordando la nostra prima riunione insieme, cinque anni prima.

Venni colta da un'ondata di calore che dovetti tenere a bada. Mi avvicinai e mi sedetti. Non lo guardai, non avevo intenzione di farlo.

Continuavo a fissare il portapenne, senza degnarlo di uno sguardo quando ne afferrai una e iniziai a rigirarmela tra le dita.

Lilies & OTICH• Ben BarnesWhere stories live. Discover now