2 - THE 𝐿𝐴𝐷𝑌 AND THE 𝐿𝑂𝑅𝐷 (p.1/2)

580 88 776
                                    

«Ogni Iskra ha il dovere di ampliare la sua Abilità e porla al servizio della società.»

Queste erano state le parole di Valentine Aveyard Clare, l'attuale regnante del Principato di Hemera, alla sua prima apparizione pubblica orchestrata con la Convergenza, cinquant'anni addietro in un giorno di primavera inoltrata.

Erano parole che avevano segnato un'epoca... Ed erano anche quelle che recitava l'incisione sulla gigantesca targa dorata piazzata in bella vista accanto all'enorme cancello di ferro battuto nero dell'Aveyard Clare Academy.

Sue avrebbe fatto volentieri a meno di leggerla, non le occorreva un memorandum della sua inutilità per la collettività. Ma era impossibile ignorarla: doveva essere alta più del suo busto e lunga almeno quanto l'auto su cui viaggiava. E riluceva sotto i raggi del sole del mattino.

Ottimo. Ho affrontato un viaggio di quasi due ore per attraversare il confine della Frazione ovest della Cerchia, in direzione della Est, per ammirare un pugno in un occhio placcato d'oro che  reprime le vite altrui. O quantomeno la mia, riassunse acida.

Essere meno cinica, Sue, meno cinica, si appuntò in mente mentre Gregor Randolf -GR9001- l'autista, si inoltrava a passo d'uomo lungo il viale ghiaiato d'accesso dell'Accademia; questo era delimitato da cespugli di rose in fiore dalle tinte più varie - rosa, rosse, bianche e molte altre – e brillanti, alternati ad arbusti di forsizia d'un giallo sgargiante.

E meno parolacce, meno incompetenza... E, secondo quel che dice Michela, meno etica, meno morale, meno libertà di pensiero. Rimuginò a oltranza. Erano troppi punti. Doveva trovare un modo per accorciarli in uno solo, più svelto.

Lo stridio dei freni la distrasse. Gregor si era fermato; il cuore di Sue invece aveva iniziato a galoppare in groppa all'angoscia. Trattenne il fiato, d'istinto, quasi avesse intrapreso una sessione d'apnea.

Gregor aprì la portiera in un clock, scese, la richiuse in un toc e si diresse a quella posteriore. Furono forse due secondi, ma parvero ore: Sue udì i passi dell'autista adagiarsi sulla ghiaia e scansare rumorosamente i ciottoli, vide i sedili di pelle dell'auto come un rifugio salvifico rispetto all'esterno, sentì la leggera tosse di Gregor dinnanzi alla portiera e...

Clock!

«Siamo arrivati, Miss Bertrán.» annunciò deferente l'autista.

Sue sbirciò, sporgendosi. La sola ombra dell'Accademia le incusse terrore. «Ne sei certo?»

«Sì.»

«Ma certo, certo? Insomma, davvero sicuro?» temporeggiò. «Potremmo tornare indietro.»

«Miss.»

«Perché non menti qualche volta? Lo accetterei.» borbottò Sue, a seguito di un potente sbuffo. Ma dové farsi coraggio e smontare dall'auto. Appena la scarpa sfiorò il primo ciottolo, avvertì l'inizio avvilente di una fine catastrofica.

Con una mano ben ancorata alla portiera, ammirò ciò che le si stagliava dinnanzi: l'Aveyard Clare Academy era un complesso colossale. Si diceva che inglobasse quasi l'intera frazione Est della Cerchia dei Privilegiati e che fosse un vero e proprio paese governato dall'élite dell'istituto all'interno del Principato di Hemera.

E la sola facciata imponente sembrava decretare la veridicità di tali voci: sei contrafforti verticali, terminanti in guglie appuntite, la suddividevano in cinque settori. Nella parte superiore di quattro di questi, quelli laterali, svettavano accoppiati e in rilievo, tra lunghi decori rassomiglianti a fiamme astruse, gli otto stemmi araldici delle altrettante Casate di Sangue. In quella del settore centrale, invece, troneggiava un rosone a spicchi mosaicati racchiuso in una doppia cornice quadrata. Poco più in basso, lo stemma reale: il leone divoratore a sei zampe nascente dal rosso fuoco ardente.

L'Accademia dei Privilegiati di HemeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora