8 - THE MAGNIFICENT 𝐴𝑉𝐸𝑌𝐴𝑅𝐷 𝐶𝐿𝐴𝑅𝐸

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A mezzo dì, nulla a Hemera era paragonabile alla magnificenza dello Snodo.Dagli svettanti palazzi di vetro sino agli elaborati giardini profumati, lo Snodo era il cuore pulsante del Principato. Era un insieme interconnesso di luci, risa, colori e, a differenza delle Cerchie che si suddividevano tra paesini o vasti appezzamenti privati, era un'unica imponente città.

I Privilegiati che ci vivevano – per lo più Casate Nobili, dato che spesso i Lord e le Lady preferivano l'ozio della Cerchia adiacente - erano un concentrato di puro fermento. Bastavano pochi passi tra i larghi viali di travertino bianco per assistere al consueto andazzo: genitori alle prese coi figli; uomini e donne nella divisa smeraldina del Bureaux che correvano di tutta fretta, negozianti impegnati con le serrande alle luci arzille dei lampioni; anziani che si godevano la vecchiaia ammirando i variopinti giardini o gli sgambettanti nipotini.

Per chiunque vi abitasse, lo Snodo era movimento, benefico chiasso; pompava la linfa vitale dell'intero Principato e l'elargiva a ogni Privilegiato senza alcuna distinzione.

Era bellezza.

Era serenità.

Era libertà.

Era vita.

E ciò era possibile grazie al suo vero motore, quello che tutti guardavano con reverente ammirazione:

La Reggia Rossa.

Eretta nel centro geografico di Hemera durante il Conflitto uscente in marmo rubro, la Reggia Rossa era un complesso di sedici edifici, nonché la residenza della Casata Reale, gli Aveyard Clare.

A dispetto dei sogni più fervidi di coloro che mai avrebbero potuto anche solo avvicinarsi allo Snodo, non era una struttura imponente. Lo era stata, un tempo. Ma, al contrario di ciò che la circondava, la Reggia per due secoli era rimasta congelata; era un gioiello di un'epoca andata incastonata nel convulso presente.

Non superava i quindici metri d'altezza e conservava uno stile che molti definivano affascinante, ma arcaico e pesante; le colonne massicce che attendevano il visitatore all'entrata non erano mai state sostituite.

Tuttavia, i più sensibili non badavano a certe malelingue. No, loro amavano quelle colonne rosse e le opache venature lattiginose; adocchiavano languidi i giardini e i parchi che la Reggia celava alle sue spalle come capolavori preziosi; sospiravano d'ammirazione davanti alle statue del passato che, dai loro nidi sul timpano della facciata, osservavano severi il corso degli eventi; e ammiccavano nostalgici alla maestria con la quale erano stati scolpiti i fregi di marmo della trabeazione, modellati i decori di ferro battuto dei balconi e inciso lo stemma reale sui portoni.

Hannaline era una di loro. Ed era lì, all'ingresso: più il suo sguardo spaziava, più potenti erano i palpitii che le scuotevano il petto.

In anni di lavoro, aveva sentito parlare della Reggia Rossa centinaia di volte e altrettante ne aveva sfiorato la soglia, ma mai c'era entrata. Non aveva compiuto il passo decisivo. Mai. Perché non le competeva. Era sempre stata Lady Portia Haines la portavoce della Convergenza. Ma ora? Dopo la morte di Bastien, la donna versava in condizioni pietose. E il Principe Valentine doveva essere avvisato.

Quella mattina, una volta più quieti, si erano riuniti per discutere su chi avrebbe dovuto sostituire la Lady e nessuno era saltato dal proprio seggio alla prospettiva di comunicare al sovrano del Principato che uno degli uomini a lui più vicini era stato assassinato.

Di norma, il compito sarebbe dovuto spettare al più anziano, ovvero Andrew, coi suoi quarantasette anni. Benché fosse la più giovane, Hannaline non s'era lasciata scappare l'occasione. Cyrus e Anteo non avevano avuto il tempo per obbiettare; ancora discutevano. Ernest era stato favorevole. Solo Remus si era mostrato contrario: per l'intera mattinata, aveva tentato di persuaderla.

L'Accademia dei Privilegiati di HemeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora