5 - THE 𝑅𝐸𝐶𝑇𝑂𝑅'S SPEECH (p.2/2)

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«Mi spiace disturbarla la prima sera nella nostra Accademia.» principiò la rettrice, imboccata l'uscita laterale del teatro. Passeggiavano fianco a fianco per il giardino adiacente, ma Sue non riusciva a godere della bellezza dei cespugli sagomati o del profumo delicato dei fiori variopinti. Era in ansia, camminava torturandosi le mani e si ripeteva nella mente una sola domanda: cosa poteva volere la Rettrice da lei?

Magari è una prassi. Si rincuorò. O per via di mia sorella?, ipotizzò. L'agitazione crebbe.

«Non si preoccupi.» rispose con voce tremula. Sperò che la Rettrice non se ne accorgesse.

E forse fu così, perché a bruciapelo questa le chiese: «Le piace?»

Indugiò. «L'Accademia?»

«Certo.»

Le riuscì a malapena un sorriso e annuì. «Cosa voleva mostrarmi?»

La rettrice non si esimé e, con una grazia d'altri tempi, l'instradò lungo un pergolato sorretto da vecchie colonne; davanti a ognuna di quest'ultime e sostenuti da un fine plinto, si susseguivano decine e decine di busti di marmo.

«Cosa sono?» s'incuriosì Sue.

«I personaggi più illustri della storia del Principato.» rispose Mrs. Moukarbel con fierezza. «Dal pensatore Lord Simon Mnemon Le Morphis ai membri della Prima Convergenza.»

Camminando, Sue riconobbe il grosso naso adunco di Lady Philippa Paolina Terzi, prima grande statista del Principato; il volto serio del chiacchierato Lord Van Corentin Moreau, medico e luminare; così come il doppio mento di Mr. Jaques Wallace, annalista. «E perché sono qui?»

«È un'idea del Principe Valentine.» soggiunse la donna. «Crede che ai giovani non basti apprendere la storia dai libri, bensì che debbano assaporarla.»

Sue distolse lo sguardo dal naso suino di Mr. Wallace e lo riportò sulla rettrice, confusa. «Cosa vorrebbe dire?»

Mrs. Moukarbel non fu avara e spiegò. «Le è mai capitato di ascoltare una notizia così atroce da farle accapponare la pelle, ma accaduta lontana chilometri da lei? Magari in un'altra Cerchia?»

Sue annuì.

«E le è dispiaciuto?»

«Certo.»

«Per quanto?»

«Q-quanto?»

«Quanto le ci è voluto perché qualcos'altro prevaricasse il suo dispiacere? Quanto ci ha messo per dimenticare?»

Sue titubò. Ma fu sincera: «Poco.»

Troppo poco a dire il vero, pensò.

Mrs. Moukarbel chinò il capo di lato come se volesse congratularsi per una risposta esatta. «E quanto se accadesse a lei?»

«Non lo dimenticherei.» asserì di getto.

«Ed eccoci qua.» annunciò la donna con un sorriso. «Affinché l'insegnamento estrapolato dalle pagine di un libro permanga occorrono attenzione, interesse e sensibilità. Ahimè, molti studenti non hanno alcuna delle tre. Ma con questi busti, le basterebbe un tocco e vedrebbe attraverso i loro occhi. Conoscerebbe sulla sua pelle ciò che hanno vissuto. La vivrebbe.» le sfuggì una risatina. «Gli studenti l'hanno soprannominato l'Immersione. L'ho sempre trovato riduttivo, ma simpatico.»

Sue si fece attenta. «Com'è possibile?»

«Sono stati sottoposti all'influsso della prima famiglia Necromant, gli Abbott.» spiegò. «Avrà sentito parlare di loro.»

Eccome!

Malgrado il timore che aleggiava attorno alla figura dei Necromant e alle storie di morte tessute con loro come protagonisti, Sue avrebbe voluto conoscere un Abbott. Era curiosa e nelle lezioni di Mr. Strum, si era appassionata alla loro nascita, conosciuta come "Il Mito delle tombe e delle rose".

L'Accademia dei Privilegiati di HemeraDonde viven las historias. Descúbrelo ahora