3 - 𝐿𝑌𝐼𝑁𝐺 PLACES (p.2/2)

425 64 558
                                    


Intrappolata tra l'aula di "Storia dei Krafti" e un portone cupo e di pesante ferro che racchiudeva la "Calmeria", la Boutique Tullé era al secondo piano, alla terza porta a destra dopo la quinta svolta a sinistra. Spiccava come un neo bruno su una carnagione lattescente:  in un mare di travertino e marmo scuro, l'ingresso era circolare  e di betulla, coronato da rabeschi decori d'oro.

Barcamenandosi tra i pensieri in scompiglio, Sue vi giunse col cuore colante rammarico e il biglietto da visita zigrinato tra le mani. Quella giornata era stata un tumulto di negatività. Ci mancava pure Iris, danno colpevole. L'unica nota positiva le pareva essere Lord Joshua Nathaniel Lars, Josh. Era allegro, pungente e gioviale. Ma, allo stesso tempo, lo sguardo celava una malinconia che la attraeva, le provocava una vibrazione nell'anima, in armonia.

Fu colta alla sprovvista quando il portone bianco si dischiuse e  apparve il capo liscio, scuro e venato di rune dorate di un'esile Wizja. La vista dei grandi occhi giallastri privi di palpebre la fece trasalire.

«Miss Susanne Cornelia Bertrán?» le chiese. Aveva una voce musicale e difettata da una sibilante "s". Indossava accecanti fuseaux verdi e una sofisticata blusa bianca a pois, stretta in vita da un'ampia fusciacca in tinta, che evidenziavano la figura snella e flessuosa.

Appena Sue assentì, la Wizja sorvolò i convenevoli: parlando a macchinetta e con un gesticolare esagerato, la condusse attraverso l'atelier, ricolmo di manichini, specchi e matricole intente a tiranneggiare degli Asserviti muniti di metro, stoffe e spilli. Le disse di chiamarsi Mrs. Tullé Ágostdóttir, di essere la responsabile della Boutique, e che desiderava passare senza troppi fronzoli al tu. Odiava i formalismi! Le cedette il passo solo quando giunsero a uno studiolo appartato.

«Per qualsiasi cosa, sono la Wizja che fa al caso tuo! Non farti problemi!» dichiarò nel tintinnio dei molteplici bracciali argentati. Additò il fumoso Perpetuo che le svolazzava sulla spalla, assieme a scarti di stoffa. «Oh! Lui è Écru. E ... Écru! Per cortesia, quante volte ti ho detto di non giocare con gli scampoli. Razza di dispettoso.» ammonì in un tono che non ebbe alcunché del rimprovero. Fu dolce e amorevole e persino l'interessato lo visse con bonarietà e frivolezza: Écru ondeggiò e indossò sul capo nebuloso un ritaglio vermiglio come se fosse un foulard annodato sotto un immaginario mento. Mrs. Ágostdóttir sbuffò, ma ignorò e si limitò a gesticolare per aria. Poi si rivolse a Sue con immensurabile candore. «Non puoi immaginare quanto fossi felice quando mi è stato detto della tua iscrizione! È così emozionante! Ma inusuale. Tutti così, di fretta e furia... Non ho avuto il tempo per realizzare la tua giacca. Di solito, le matricole si iscrivono con largo anticipo.»

Se Han mi avesse dato retta invece di gettarmi qui, non esisterebbe il problema!, avrebbe voluto rispondere Sue. Ma si limitò a un riso colpevole: «Mi spiace.»

«Oh! Macché! Come dico sempre: per Tullé l'impossibile non esiste! L'avrai in men che non si dica!» annunciò trionfa con un gran gesticolio. «Ma devo prenderti le misure. Non imbarazzanti: siamo noi e, beh, Écru. Ma fa' come se non ci fosse.» disse la sarta, girandosi fintamente imbronciata verso il piccolo Perpetuo che, sentendosi chiamare, volteggiò per aria ringalluzzito.

Malgrado l'imbarazzo, Sue lo fece. Tolse le scarpe, le calze, i guanti e il vestito di seta verde. Dovette farsi aiutare per slacciare il corsetto stretto da Michela; lo sostituì con un più semplice reggiseno in pizzo bianco fornitole dalla sarta.

Quest'ultima le indicò una pedana in legno chiaro attorniata da un separé di specchi. «Sali lì, sali pure. Arrivo subito.»

Mentre Tullé prese a girare come un trottola l'intero studiolo, ripetendo un "Ma dove l'ho cacciato, Écru sei stato tu!?",  Sue eseguì e si rimirò nello specchio: era un figurino esile e pallido in intimo bianco, ma con in viso l'erubescenza della vergogna e del pudore. Si strinse nelle spalle.

L'Accademia dei Privilegiati di HemeraWhere stories live. Discover now