9. Destino di mezzo

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Mirko e Viola continuavano a frequentare il Lilandà. Tra loro la tensione era ancora evidente, dopo quello che era successo. Si erano incrociati qualche volta in spiaggia e si erano scambiati un saluto, ma niente di più.

Mirko sapeva che lei sarebbe stata fuori dai giochi fin quando fosse stata impegnata.
Era troppo seria e corretta per fare la cosa sbagliata, per quanto continuasse a sentirsi sempre molto attratta da lui.

Aveva ancora quell'ascendente su di lei. Bastava vederlo e in un attimo tachicardia, ansia e imbarazzo ricomparivano.

Il tempo non era servito a cancellare niente, il fuoco era ancora accesso. Un po' di ossigeno e si sarebbe trasformato di nuovo in incendio.

Ma Viola era fidanzata e, nonostante sentisse sempre qualcosa per Mirko, era certa che Enrico fosse la persona giusta per lei. Una persona che non l'avrebbe mai delusa. Qualcuno che conosceva bene e che era prevedibile, esattamente ciò che teneva Viola al sicuro: la prevedibilità.

Enrico sarebbe diventato suo marito pochi anni dopo e poi padre di suo figlio, Niccolò.

Nel frattempo, anche Mirko avrebbe avuto una bambina da una donna che frequentava.

I giochi erano fatti.

O forse no.

Le cose presero una piega inaspettata nell'aprile di quell'anno, in occasione della festa per Niccolò, organizzata nella villa di famiglia che Enrico aveva a Fregene.

Viola aveva scoperto il marito con la mamma di uno dei compagni di nido di loro figlio.
Li aveva sorpresi a scopare nel ripostiglio.
A casa loro. Durante il compleanno di Niccolò.

Era rimasta sconvolta.
Non si sarebbe mai immaginata che Enrico sarebbe stato capace di mandare avanti una relazione parallela per mesi, senza farle venire il minimo dubbio che qualcosa stesse cambiando.
E non si sarebbe mai aspettata di poterlo scoprire così.

La rabbia iniziale aveva lasciato spazio alla delusione e all'amarezza. Aveva investito così tanto in quel rapporto, convinta che Enrico non l'avrebbe mai tradita. Era evidente che non conosceva così bene, come credeva, il suo migliore amico.

Quella era la prima estate, dopo nove anni, che Viola trascorreva da sola.
Le venne da sorridere pensando al fatto che fossero vent'anni da quando aveva conosciuto Mirko e dieci dalla loro prima volta. Di nuovo il destino di mezzo?

*

                                       Luglio 2013

Era luglio, e Viola e il figlio avevano ufficialmente iniziato le vacanze il fine settimana appena passato. Quell'estate sarebbe stata diversa. Era la prima che Niccolò trascorreva con i genitori separati, con Viola a luglio e con il padre quasi l'intero mese di agosto.

Erano le cinque di pomeriggio di lunedì.
Viola era da poco risalita dal mare e i genitori invece erano scesi.

All'improvviso sentì il citofono.

Quel suono le fece per un attimo venire in mente Mirko e la sua abitudine di passare a casa sua senza preavviso. A quel ricordo, le comparve un sorriso sul volto. Non rispose al citofono, come sempre, si affacciò per vedere chi fosse.

Era lui.

Quando lo vide al cancello, non poté credere ai suoi occhi. Aveva pensato a lui un attimo prima ed eccolo là, a pochi metri, che le sorrideva salutandola con la mano, mentre con l'altra stringeva quella della figlia.

La prima estate - Viola Where stories live. Discover now