15. Dentro una bolla

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Mirko parcheggiò la macchina sotto casa sua e accompagnò a piedi Viola, per i pochi metri che li separavano dal suo cancello.

"So che non puoi, ma non hai idea di quanto vorrei che restassi da me."

"Piacerebbe anche a me, ma al momento non è fattibile..."

"Al momento?" chiese Mirko, assottigliando i suoi occhi marroni.

"I miei vanno in crociera due settimane. Partono tra dieci giorni. E Niccolò starà col padre, per cui potrei essere tutta tua..." sussurrò lei, sorridendo e mordendosi il labbro.

"Cazzo, smettila di morderti quel labbro... o avrò bisogno di una doccia fredda!" esclamò lui, mentre lei rideva divertita.

"Ti piace vedere l'effetto che mi fai, eh Signorina?!"

"La verità? Sì, mi piace molto..." rispose, avvicinandosi a lui e poggiando le dita sul suo petto.

"Notte..." bisbigliò poi, entrando nel viale di casa.

Lui la trattenne prendendole la mano. Viola si voltò.

"Lo sai che io scherzo, vero?... cioè, voglio dire... che mi fai impazzire e che ti scoperei ogni secondo è vero... ma è vero anche che voglio stare con te... seriamente. Mi hai detto che adesso non sei pronta, e va bene. Ma io non aspetto altro... un paio di mesi non cambieranno quello che sento per te."

Per l'ennesima volta, lui le aveva detto quello che lei aveva bisogno di sentirsi dire.
Per quanto lo volesse, era ancora molto frenata, aveva paura di farsi male. Ma soprattuto, aveva paura di perderlo. Di perdere quella cosa che avevano, a cui lei non era ancora riuscita a dare un nome, ma che aveva fatto martellare il suo cuore per tutti quegli anni.

Non la voleva perdere quella sensazione. Era talmente radicata in lei, che non sarebbe stata in grado di sopravvivere senza.

In quel momento, si sentiva dentro una bolla di sapone: isolata dal mondo, fuori da tutti i giochi.

Voleva essere certa, però, di non farla rompere prima del tempo perché temeva che, se fosse scoppiata troppo presto, avrebbe fatto dissolvere tutta quella magia in una manciata di secondi.

"Sogni d'oro..." aggiunse poi lui, sapendo di non doversi aspettare alcuna risposta.
Lei gli sorrise, lanciandogli uno sguardo colmo di emozioni, che lui fu in grado di carpire una dopo l'altra.
Poi, si rigirò verso il cancello ed entrò nel viale di casa sua.

***

Era venerdì mattina. Viola era stata svegliata da un Niccolò impaziente di scendere in spiaggia. Peccato che lei non avesse la stessa smania. Era riuscita a prendere sonno solo alle due, dopo aver messaggiato con Mirko fino a tarda notte.

Giovedì non si erano visti. Lui avrebbe aspettato l'arrivo di Lara e Giorgia per scendere allo stabilimento. Avrebbe avuto una valida scusa, quella di stare con sua figlia, per sottrarsi alle varie facce di compatimento e messaggi di circostanza, che tanto odiava.

Amava quel posto più di ogni altra cosa.
Se doveva trovargli un difetto, questo era senz'altro la mancanza di privacy.

E nella situazione in cui si trovava lei, separata da poco, con un bambino a cui pensare, con una madre in disaccordo con la sua scelta e una "Paola la pettegola" pronta a raccontare i fatti suoi, era un'impresa ardua trovare il modo di stare con Mirko.

Per questo motivo, avevano deciso di non vedersi quel giorno e incontrarsi direttamente il venerdì in spiaggia. Sarebbe stato complicato e imbarazzante per lei, sapendo di trovare l'ex compagna di Mirko, ma era la situazione meno rischiosa per stare insieme. Almeno fino a che i genitori non fossero partiti ed Enrico avesse tenuto Niccolò, per le settimane che gli spettavano.

La prima estate - Viola Where stories live. Discover now