19. Senza permesso

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"Cosa vuoi fare, Mirko?" chiese Viola, staccandosi dall'abbraccio, e guardandolo con gli occhi ancora lucidi.
"Ho già risolto io, il problema" proseguì.

"Forse puoi evitare il tuo ex marito, ma non puoi evitare tua madre. Come pensi di affrontare la situazione, quando tornerà qui?"

"Non mi troverà, quando tornerà qui" disse, spostandosi da lui e scuotendo la testa.

"Vuoi andartene? E dove?" la incalzò Mirko.

"Dove non c'è lei. Continua a mettersi in mezzo e io continuo a passarci sopra. Sono stanca di passarci sopra" ribadì Viola, riprendendo a piangere.

"Viola, dove vorresti andare?!" le chiese Mirko, abbassando il tono di voce e riavvicinandosi a lei.

"L'affronterò, ma non adesso e neanche tra due settimane. Non voglio che mi rovini anche questo!" urlò Viola, puntando l'indice contro l'immaginaria figura della madre.

Non sapeva ancora che, invece, avrebbe deciso di fare qualcosa in grado di stupire perfino se stessa.

                                            *

Il 14 agosto arrivò in un battibaleno.
Durante quelle settimane, Viola si era sentita con la madre solo per aggiornarla su Niccolò. Sentiva la madre, così come sentiva Enrico. Formalmente.

La madre aveva tentato invano di spiegare le sue ragioni alla figlia.
La figlia aveva tentato invano di farle capire che le sue ragioni non le interessavano.

Conoscendo Mietta, era probabile che pensasse che qualche giorno di lontananza sarebbe bastato a rimettere tutto a posto.
Non aveva capito che lo tsunami, che era stato generato dalle sue azioni, avrebbe sconvolto tutte le carte in tavola, una volta per sempre.

Viola aveva deciso di restare a Sabaudia, solo per un motivo.

Voleva dire alla madre della sua relazione con Mirko.
Voleva farlo subito.
Era una decisione che aveva maturato qualche giorno dopo l'iniziale arrabbiatura.

Era furiosa e doveva sfogarsi.
Quale vendetta migliore del dire alla madre che aveva un altro?
Quale vendetta migliore del palesarle che tutti i suoi sforzi di farla tornare tra le braccia dell'ex-marito, oltre che egoisti e penosi, erano stati anche inutili?

Quando i genitori arrivarono a Sabaudia, Viola abbracciò solo il padre.

"Dobbiamo parlare. Ora" disse invece, rivolgendosi alla madre. Non voleva perdere tempo.
A Viola non fregava più delle apparenze.
Non voleva più fingere.
Non le interessava più fingere.

Voleva solo riprendere la sua vita in mano, e stavolta lo avrebbe fatto. Senza permesso.

"Papà, potresti lasciarci da sole? Devo parlare con lei" domandò Viola, evitando di proposito di utilizzare il termine "mamma", quasi a far capire che, lei, quel ruolo non glielo riconosceva più.
Perché una madre protegge, rassicura e ama. Lei invece non aveva fatto nulla di tutto questo.

Il padre aveva acconsentito, andando a fare una passeggiata per lasciare casa libera. Sapeva che, con tutta probabilità, sarebbe stata una discussione accesa e un luogo pubblico non sembrava essere una buona scelta.

Una volta restate sole, Mietta tentò subito di parlare alla figlia.

"Viola, guarda che quella tele..."

Viola la interruppe subito, alzando la mano con il palmo aperto in direzione della madre.

"Ascoltami, non voglio parlare per chiarire nulla di quella telefonata. Se avessi voluto, lo avrei già fatto.
Devo informarti di un'altra cosa, che non ho più intenzione di tenere nascosta" disse Viola con fermezza e trasparenza, tenendo le braccia conserte.

La prima estate - Viola Where stories live. Discover now