14. Aprire gli occhi

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"Ciao bellissima..." le disse, avvicinandosi e baciandola come se non la vedesse da secoli.

"Allora, dove mi porti?" chiese lei.

"È una sorpresa" rispose Mirko, strizzandole l'occhio.
"È pronta, Signorina Viola?" continuò poi, porgendole il braccio, proprio come un vero cavaliere.

"Pronta" rispose, appoggiandosi a lui, che era già pronto ad aprirle la portiera della macchina.

"Sei proprio un principe!" disse Viola, ridendo.

"È la prima volta che andiamo a cena insieme, da soli. Voglio fare le cose per bene" rispose lui serio, prima di farla accomodare in auto.

Appena Mirko si mise alla guida, Viola non riuscì a trattenersi.

"Dai, ti prego! Dimmi dove stiamo andando!" lo supplicò piagnucolando, in preda alla curiosità.

"Ah ah, nessuna possibilità... dovrai aspettare!"

L'auto di Mirko si fermò sul lungomare, vicino uno degli stabilimenti più conosciuti: il Balneare.

"Mirko, non mi sembra una buona idea... potrebbe vederci qualcuno..." l'avvertì Viola, guardandosi preoccupata intorno, senza scendere dall'abitacolo.

"Fidati di me. Ti ho detto che avrei assecondato questa pazzia e manterrò la promessa" la rassicurò, mettendo una mano sul cuore.

Scese dalla macchina parcheggiata e prese dal bagagliaio un cestino.
"Vieni" disse porgendo la mano libera a Viola, che nel frattempo era scesa dall'automobile.

"Qui almeno, le scale sono illuminate..." disse lui, beffardo, fornendogli il primo indizio. Viola capì subito.

"Non mi dire che..."

"Non abbiamo mai avuto un falò tutto per noi, no?" le disse, sorridendo.

"Tu sei matto! Ma non è neanche ferragosto!" esclamò lei, divertita.

"Che ti frega? É il nostro ferragosto... avremo la spiaggia tutta per noi."

"Aspetta... perché scendiamo da qui... per non far..."

"Per non farci vedere, come volevi tu" le sussurrò all'orecchio.

"Hai pensato proprio a tutto, eh?!" chiese, ironica e maliziosa allo stesso tempo.

"Direi di sì" sentenziò lui, con altrettanta malizia.

Viola scese le scale con attenzione, avendo un vestito lungo.
"Se avessi saputo dove volevi portarmi, mi sarei messa i jeans" disse, piccata.

"Stavi bene anche con i jeans e quella maglietta bianca con i fiori fucsia" rispose Mirko, facendo fare un sussulto a Viola, che si girò di scatto verso di lui, quasi ad assicurarsi di aver capito bene.
Era possibile che si ricordasse come fosse vestita al loro primo falò, quella ragazzina tredicenne impacciata?

Viola non ebbe il tempo di fare alcuna domanda. Mirko sapeva già cosa stesse per chiedergli.

"Certo che mi ricordo com'eri vestita... avevo occhi solo per te... tu, invece, sembravi indifferente... sei una brava attrice!" disse, ridendo.

"Comunque no, questo vestito è perfetto..." precisò, spogliando Viola con gli occhi, da capo a piedi, con tale desiderio, da farla arrossire.

"Cazzo... mi fa impazzire la versione di te timida..."

Viola sorrise e poi si morse il labbro, distogliendo i suoi occhi da lui.

Arrivati alla fine delle scale dello stabilimento, proseguirono a piedi per pochi minuti verso la spiaggia libera che, come aveva intuito Mirko, era tutta per loro.

La prima estate - Viola Where stories live. Discover now