11. Di nuovo e ancora

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"Sono a casa. Puoi venire, per favore? Ho bisogno di parlarti."

Chiaro e dritto al punto. Nessun accenno alla mamma o a quello che era successo tra di loro, dieci giorni prima.

Viola agì di istinto e rispose.
"Ok."

Scese di nuovo in spiaggia e andò a riva. Niccolò stava facendo il bagno con la nonna, mentre il papà di Viola era sul bagnasciuga a chiacchierare con un amico.
Viola entrò in acqua, facendo attenzione a non bagnarsi il costume, visto che stava andando via.
"Mamma, salgo... ma scendo per pranzo, ok?" disse guardando l'orologio, che segnava le 10.30.
La madre le fece cenno di sì con il capo.
"Ciao amore, ascolta i nonni, ci vediamo tra poco!" disse poi Viola, rivolgendosi a Niccolò.

Prese all'ombrellone la borsa e si avviò verso l'uscita dello stabilimento. Si sciacquò mani e gambe alla fontanella vicino l'ingresso e salì le scale.

Aveva l'affanno.

Non tanto per le scale, ma perché stava andando da lui.

Non riusciva a camminare, stava praticamente correndo. In un minuto era in fondo alla strada. Casa di Mirko era dietro l'angolo. Si fermò un attimo per regolarizzare il respiro, poi proseguì con calma fino al cancello.

Non aveva più l'affanno, ma la tachicardia quella sì che l'aveva, anche perché stare lì le ricordava quello che era successo in quella casa anni prima.

Suonò il campanello. Poco dopo, Mirko le aprì, la guardò intensamente e sospirò.

"Ciao..." disse solo, abbracciandola e facendo sprofondare il viso tra i capelli di lei.

"Mi dispiace così tanto..." disse Viola, non sapendo che altro fare che ricambiare il suo abbraccio.

"Lo so... grazie" annuì, staccandosi da lei e chiudendo il cancello. Entrarono in casa. A quell'ora, in giardino c'era sole pieno e faceva troppo caldo.

Sembrava così fragile in quel momento. Lei non lo aveva mai visto in quello stato. Era molto diverso dal Mirko cazzaro, donnaiolo e sicuro di sé che aveva sempre conosciuto. Viola restò in silenzio, aspettando che lui dicesse qualcosa.

Mirko si sedette sul divano.
"Sto di merda."

Viola rimase in piedi di fronte a lui, con le braccia incrociate.
"Ho incontrato Giulia in spiaggia e mi ha detto cosa era successo."

"Lo so... Mi ha scritto per dirmi che ti aveva incontrata... Le avevo chiesto io di cercarti..."

Viola fece un respiro, annuì e serrò le labbra, come sempre quando era agitata.

"Le hai chiesto di cercarmi? Perché?" chiese stupita.

"Perché dovevo parlarti, ma sapendo che tu non volevi vedermi, ho cercato di capire come riuscirci..." confessò Mirko, con estrema naturalezza.

"Cosa hai detto a Giulia?"

"Tutto. Le ho sempre parlato di te, in questi anni."

"Non pensavo che parlassi di me..."

Mirko abbassò lo sguardo e sorrise.
"Certo che parlo di te..." disse, rialzando gli occhi su di lei.

Viola arrossì.

"Posso sapere cosa ti ha scritto Giulia?"

Mirko prese il cellulare e le mostrò il messaggio. Lei si sedette accanto a lui, per leggerlo.
"L'ho trovata. È pazza di te. Ma ti ha detto la verità... ha solo paura di mettersi in mezzo tra te e Lara, per cui... insisti!"

Viola rimase di sasso. Leggendo, sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia.
Poi scosse la testa e iniziò a sorridere, portandosi nervosamente i capelli dietro l'orecchio.

La prima estate - Viola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora