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Guardo l'alba sul mare con Duncan al mio fianco.
La giornata di ieri è stata un calvario unico... a partire da Leonardo, la nostra discussione, fino ad arrivare alla confessione di Dylan con il bacio annesso.

Mi raggiunge portando con sé due tazze di cappuccino ancora fumanti.
«Già sveglia?» prende posto al mio fianco, indossa una maglia di cotone ed un paio di pantaloni del pigiama.
«Ho dormito poco stanotte...» afferra una sigaretta dal suo pacchetto e ne accende una.

«Volevo scusarmi con te per come mi sono comportato ieri... non dovevo paragonarmi a Leonardo né tantomeno baciarti... però non mentivo... potrei davvero farti sentire bene se solo me ne dessi la possibilità.» abbasso il capo, guardo il contenuto nella mia tazza.

«È più forte di me Dylan... mi trovo bene in tua compagnia però...» si porta la sigaretta alle labbra, il fumo che ne fuoriesce disegna delle piccole forme astratte.

«Però non sono Leonardo... duro colpo per me... ma come la metti?!
Insomma... ha una ragazza se non sbaglio, non puoi morirgli dietro aspettando che si accorga di te.» devo dire che come motivatore, Dylan è negato.
«Non esiste una risposta Dylan... magari un giorno riuscirò a voltare pagina.» annuisce tornando a guardare il mare: «Quel giorno non è oggi e non sarà di certo con me, qualunque siano i miei tentativi.» odio doverlo ferire.

«Scusami...» scuote il capo, si alza e si avvia alla porta-finestra, «Non preoccuparti... supererò anche questa... piuttosto oggi... vieni al campo?
Il tuo amico Jasper vuole vedere come giocano i Fox e verrà accontentato.» ammicca un occhiolino, dentro potrebbe avere una bufera, nonostante tutto, mi sorride.

Annuisco e dopo l'occhiolino, scompare dietro alla tenda mossa dal vento.

***

LEONARDO

Tiro i quadricipiti, tra poco sarà Natale, dopo di che, gli ottavi inizieranno e ci sposteremo verso ai quarti di finale se giocheremo veramente bene.
Mi porto il braccio sinistro dietro al capo e lo allungo, lo tiro e mi scrocchio il collo.

Sono carico.
Ali è sugli spalti nonostante le abbia chiesto di non venire a vedermi perché non mi va di essere guardato mentre mi alleno.
Sta cercando l'impossibile per avere una relazione con me, ed io, dal canto mio, fatico a ricordare perfino come si chiama.

Non è sola, si è accompagnata con la sua amica Sophia che si sta mangiando con gli occhi Jasper ed ogni suo singolo movimento.

«La mora non ti toglie gli occhi di dosso fratello.» Ian gli passa la palla e quando Jasper alza gli occhi alla tribuna, Sophia gli sorride.
«Si chiama Sophia... è l'amica facile di Ali...» Jasper annuisce passando la palla a Step.

«Meglio... così sono sicuro che se le chiedo il numero, me lo dà senza problemi.» Step sorride e mi passa la palla, andando a vuoto.
Nel campo è appena entrata Ary con il suo amico Dylan. Questa non è di certo una gioia.

Ma quando parte?!

«Le mani si alzano per prendere la palla DiCaprio... se la guardi passare, non è basket.» ammicca un occhiolino in mia direzione con fare saccente.
Ma che cazzo vuole?!
«Ti sei alzato dal lato sbagliato del letto o vuoi solamente essere preso a calci in culo?!» rispondo pieno di me.

Dylan incrocia le braccia al petto: «In realtà... mi ha invitato il tuo amico Jasper... vuole vedere come gioca un Fox.» il mio sguardo si sposta su Jasper che capita la situazione, indietreggia di un passo, facendosi coprire dalle larghe spalle di Andrew.

«Lo scopriamo subito... facciamo che segno tre canestri e ti levi dai piedi?!
Dobbiamo allenarci per cose serie noi.» Ary si siede a bordo campo senza professare parola, so che ce l'ha con me da quando non le ho risposto alla sua ennesima domanda, purtroppo non voglio illuderla anche se questo implica ferirla e mentire a me stesso.
Le altre ragazze ci stanno guardando.

Dylan raccoglie la palla che prima non ho preso e me la passa.
«Fai gli onori di casa... boss.» la faccio rimbalzare in terra, passandogliela ancora una volta, «Sei l'ospite.» lo convinco.
Si porta a centro campo e comincia a palleggiare.

Lo ammetto, non gli manca l'estro, si vede aver giocato per anni, sicuramente la pausa che ha effettuato, a differenza del mio tempo continuato, si fa sentire.
È scarso sulla difesa così buco il suo attacco, gli rubo la palla in un'azione completamente pulita e mi avvio a canestro, segnando il mio primo punto.

Raccoglie il rimbalzo ed i nostri sguardi si incrociano.
Non mi dice nulla, si porta a centro campo e ricomincia l'azione.
Questa volta rallenta, cerca di avvicinarsi a canestro dandomi le spalle per avere maggiore difesa.

Lo seguo in un marcamento stretto e gli blocco il tiro a canestro, scivolo all'altro lato dell'area di tiro, e mi porto a casa anche il secondo punto.

Dylan raccoglie anche quel rimbalzo venendomi vicino.
«Sarai bravissimo a rubarmi l'azione... ma io ti ho rubato altro.» mi sorpassa dandomi una spallata.

Ritorna a centro campo e mi sento meno concentrato.
Non devo farmi abbattere e soprattutto incuriosire dalle sue parole.
Mi basta un canestro soltanto ed andrà fuori e non sarò più costretto a sentirlo parlare.

L'azione ricomincia e mi sta addosso, quasi come se volesse essere derubato di proposito.
«Che intendevi prima?» mi sorride, ogni tanto cerco di rubargli la palla ma me lo impedisce.
«Quello che hai sentito... ti ho rubato altro e proprio sotto il tetto di casa tua.» non ci vuole un genio per capire che intende Ariadne.
«Cos'hai fatto coglione?!» vado a vuoto, mi sorpassa alla sua destra lasciandomi inciampare: «Non appena ha finito di discutere con te, l'ho baciata e... c'è stata alla grande.» lo inseguo nel tentativo di prendere quel dannato pallone ma vado a vuoto ancora una volta, la sua finta mi manda fuori pista e segna il suo primo punto.

Afferra il rimbalzo, passandomi la palla.
«Tocca a te, DiCaprio.» sospiro, è riuscito ad entrare nella mia concentrazione colpendomi dove mi fa più male... fanculo.
Questa volta sono io a piazzarmi in centro campo.

Comincio a palleggiare cercando di andare a canestro.
«Menti... non può esserci stata per davvero.» data la conversazione che stavamo affrontando poco prima che arrivasse lui.
«Invece sì e stamattina mi ha anche detto che è disposta a mettersi con me... non hai idea di quante cose ho pensato... è da quando siamo andati a Miami che ne ho voglia.» stringo i denti, mi tira una manata e mi ruba la palla correndo a canestro, segnando.

«Solo più uno e resto qui.» si morde il labbro inferiore e senza pensarci ulteriormente, lo colpisco con un pugno dritto sullo zigomo che lo fa indietreggiare di qualche passo.
«Ma è fuori di testa!» urlano sugli spalti.

Dylan si tiene l'occhio destro incapace di aprirlo e mi sorride, «Pessima mossa DiCaprio.» sussurra, leggo il suo labiale.
Mi viene spontaneo guardare in direzione di Ariadne.
Mi fissa, i suoi occhi indagatori, sono delusi... da me.

«No porca puttana, vedi che la devi smettere!» mi avvicino, lo spingo ancora più fortemente, lui non reagisce se non per darmi un gancio destro che non mi sarei mai aspettato di ricevere e che mi fa finire con il culo dritto sul pavimento di fronte ad una palestra gremita di persone.

Mi guardo attorno spiazzato.
Tutti si accerchiano a Dylan per chiedergli come sta.
Mi porto la mano destra al labbro, sto sanguinando pure io.

Batto il pugno chiuso in terra e mi alzo, cammino in direzione degli spogliatoi.

Those Eyes ▪️Leonardo DiCaprio ▪️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora