Capitolo dieci

32 8 1
                                    

Irwin forse era ingenuo la maggior parte delle volte, ma se c'era una cosa che riusciva a capire subito era quando James mentiva. E, in quel momento, aveva decisamente mentito a Daniel per farlo andare via.

Inoltre, Irwin non conosceva nessun incantesimo per migliore il sonno, e questo James lo sapeva. Quindi fu questione di pochi minuti prima che James sospirasse sonoramente e cominciasse a confessare. "Ho sognato Althea."

E... okay, quello non era decisamente ciò che si aspettava Irwin. Pensava che James avesse sognato di nuovo il momento in cui Isabelle era morta, o in cui era morto lui stesso, ma non pensava che sua sorella minore di sei anni che era stata rinchiusa nel manicomio più sicuro del regno potesse anche essere un'opzione.

Insomma, Irwin non aveva mai conosciuto Althea grazie a James visto che quest'ultimo aveva ancora tredici anni quando la sorella era stata portata via da casa Marblewing a soli sette anni, ma in qualità di re gli spettava una visita ogni due anni al manicomio di Alvagar. E la tanto famosa quanto inquietante Althea Marblewing non era tra le liste di persone da visitare, sei anni prima, ma Irwin era così curioso di sapere la versione della ragazza, adesso che James gli aveva dichiarato guerra rivelandosi un bugiardo, che aveva chiesto di parlare faccia a faccia con lei.

L'adolescente era più pallida di un lenzuolo, e ad evidenziare il tutto erano anche i lunghi capelli neri lasciati sciolti che le contornavano il viso magro. Il suo corpo esile era avvolto in una tuta bianca e portava almeno sei tipi di soppressori magici legati al collo, ai polsi e alle caviglie.

Ovviamente lei e il re erano separati dal vetro della sua stanza e un bel po' di guardie li circondavano, perciò Irwin sapeva di essere al sicuro. Ma aveva comunque paura. Non riusciva a capire come potesse essere possibile, ma quella ragazza che ai tempi aveva solo diciassette anni, riusciva a incutergli talmente tanta paura da costringerlo ad indietreggiare.

«Sire.» disse lei, con un elegante inchino. «Cosa vi porta qui? Adesso che vi siete stancato di mio fratello siete passato all'altro membro della famiglia Marblewing?» aveva riso quando Irwin aveva serrato la mascella. «Mi dispiace dirvi che i maschi non mi interessano. Anche se...»

«Voglio sapere perché sei finita qua dentro.» l'aveva interrotta Irwin, stanco di passare per l'idiota davanti a quella ragazza. «Non credo più alla versione di tuo fratello e adesso voglio sentire la tua.»

La ragazza aveva ridacchiato, «Mi dispiacere deludere le vostre aspettative, sire, ma sono sicura che mio fratello vi abbia detto la verità. Non è poi un così bravo bugiardo.»

Il re aveva deglutito. «Almeno voglio sapere perché.»

«Perché cosa, sire?» La ragazza assunse un'espressione confusa, ma era chiaro che stesse recitando. «Perché ho ucciso il gatto di famiglia? Perché mio fratello passava più tempo con lui che con me ed ero gelosa. Perché poi ho tentato di spingere anche lui nel lago? Perché ero stanca di lui, Vostra Maestá.» spiegò, rimanendo impassibile, mentre Irwin sentiva un macigno nel petto ad ogni parola della giovane donna davanti a lui. «Perché sono così? Questo non lo so, ma è divertente.» aveva ghignato, e adesso finalmente Irwin riusciva a capire cosa intendesse James quando diceva che il ghigno di sua sorella gli faceva paura.

La strega bianca non riusciva a dire nulla. Era paralizzato dalla paura. Se a soli sette anni Althea era riuscita ad uccidere un animale e quasi uccidere suo fratello cosa diavolo avrebbe potuto fare dieci anni dopo se non fosse stata piena di soppressori magici? Irwin tremava al solo pensiero.

«Penso che sia abbastanza.» aveva detto, dirigendosi verso la porta d'uscita. Non riusciva a stare un secondo di più in quella stanza, con tutta quella energia negativa che lo circondava.

«Arrivederci, Irwin Bèchalot.» lo aveva salutato la ragazza.

«È un addio.» aveva detto Irwin, voltandosi lentamente verso di lei, «Non ci rivedremo mai più.»

«Io invece sono sicura che ci rivedremo prima di quanto crediate, sire.» Althea Marblewing si era stretta nelle spalle. «Ma se voi volete convincervi che questo sia un addio, fate pure.»

Irwin era scappato a gambe levate da quel posto con la promessa di non rimetterci mai più piede.

"Oh." Commentò stupidamente, mettendosi seduto a gambe incrociate.

James sospirò: Irwin non gli era per niente d'aiuto, non in quelle condizioni almeno. Era ancora un po' stordito dall'essere stato svegliato durante la notte, e chiaramente la confessione di James lo aveva sconvolto. Inoltre, era sicuro che fosse ancora un pochino arrabbiato con lui per... beh... tutto. "Ho un brutto presentimento." Ammise, sperando che quello smuovesse qualcosa in Irwin e che il re si ricordasse che "oh" non era una risposta valida.

Irwin fece una smorfia. "Oh no." Disse, gettando la testa all'indietro. Sapeva per esperienza che il sesto senso di James si sbagliasse raramente, superando a volte di gran lunga quello dei Bèchalot, che era vecchio di millenni. "Che intendi?"

La strega oscura si morse un labbro, sapendo di averlo allarmato. Non che non pensasse mai a sua sorella minore, anzi le ha anche voluto bene -prima che tentasse di ucciderlo, si intende, ma non l'aveva mai sognata. Aveva mantenuto la sua promessa di non andarla mai a trovare negli anni, cosa che invece i suoi genitori facevano regolarmente, ed era riuscito ad evitare di pensarla per qualche tempo.

Fino a qualche giorno prima, quando Irwin gli aveva ricordato della sua esistenza pensando di fare una battuta. Ovviamente non se l'era presa, no: come avrebbe potuto? Lui e sua sorella erano molto legati da piccoli, anche dopo che lei aveva cominciato a fare discorsi strani in seguito allo sviluppo dei suoi poteri. James sentiva come se sapesse il perché fosse impazzita totalmente, ma non riusciva a ricordarselo. Ed ogni volta che chiedeva ai suoi loro si stringevano nelle spalle. Così, aveva semplicemente smesso di chiederglielo e chiederselo.

Ma adesso la situazione era grave: lui, un veggente, aveva sognato Althea. E nessuna strega faceva dei sogni, che fossero brutti o belli, per caso. Ed Irwin lo sapeva bene, per questo ora stava tamburellando nervosamente le sue dita sulla coperta del letto di Daniel.

"Sento come se lei potesse essere la responsabile di tutti questi casini, Irwin." Si spiegò James, nolente. Non aveva nessuna prova, ma aveva gli indizi. "I portali bloccati, il mio sogno... la tua visione." Ammise poi, più piano, sperando che la strega bianca non lo sentisse.

Ovviamente Irwin aveva sentito, ed ovviamente era arrabbiato. Alzò un sopracciglio. "Cosa diavolo c'entra la mia visione, James?"

Ecco, bene, James poteva o non poteva aver omesso ad Irwin il non-proprio-insignificante particolare che quello che gli era successo al teatro, la voce che aveva sentito, poteva essere Althea. D'accordo, perchè queste facce? Non voleva stressarlo più del normale, okay? Bah, sempre a giudicare voi umani!

James deglutì. "Vedi, mia sorella aveva questa strana cosa da piccola di farsi chiamare Guaritrice. Non so perché, ma i miei genitori sobbalzavano ogni volta che lo diceva." Si strinse nelle spalle, ancora allarmato per lo sguardo truce di Irwin. "E la persona nella tua testa..."

"Oh no." Realizzò Irwin, storcendo il naso. "«La Guaritrice sta arrivando», ha detto." James annuì, le labbra serrate. Puntò lo sguardo sulla strega oscura, pensieroso. "Senti, ma i tuoi da quanto non vanno a trovare tua sorella?"

James sbuffò una risata. D'accordo, pensava che sua sorella fosse coinvolta con la faccenda dei portali, ma tipo che avesse delegato qualcuno... non che fosse scappata dal manicomio. Quello era praticamente impossibile. "Ma non è tipo una delle strutture più sicure del regno, Irwin?"

"Be', anche la prigione dove avevo rinchiuso te lo era," Irwin si accigliò. "E tu sei scappato lo stesso."

La strega oscura ridacchiò. "Certo, questo perché io sono intelligente." Esattamente dopo aver pronunciato quella frase, entrambi si bloccarono, realizzando entrambi la stessa cosa.

Il piano di fuga di James era stato il più straordinario della storia di Alvagar, forse solo secondo a quello di Amaris, e James ci era riuscito senza ammaliare nessuna guardia, semplicemente con l'ingegno. James era geniale, sì. Ma Althea... beh, lei era pazza, manipolatrice e geniale. Il conto era presto fatto.

"Oh no!" commentò Irwin, per forse l'ennesima volta in quella serata. "Siamo spacciati, non è vero?"

La Guaritrice Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 2- Where stories live. Discover now