Capitolo undici

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"Sono via da due settimane!" Sbuffò Ade, rivolgendosi alla moglie che non sembrava affatto preoccupata da quella situazione.

Il re di Alvagar, loro futuro genero, aveva lasciato le redini del regno al dio degli Inferi e ad una strega oscura mentre con i suoi tre amici andava alla ricerca del suo futuro marito James, scappato da Alvagar in seguito ad un litigio. Sembrava la trama di una commedia scadente, ma in realtà era tutto ciò che Irwin aveva spiegato ad Ade e ad Arcadia nella lettera che gli aveva spedito nella loro umile casa nella Foresta prima di scomparire per due settimane nel mondo dei non-magikòs.

Ora, Ade non era esattamente un tipo paranoico, ma conosceva i suoi polli. James probabilmente aveva avuto voglia di tornare nel momento stesso in cui aveva scoperto dell'esistenza dei cacciatori di streghe (Ade era al corrente della loro esistenza da cinque anni, ma aveva preferito non dirgli nulla per gustarsi la sua sorpresa una volta che lo avesse scoperto) ed Irwin, testardo per com'era, lo aveva trovato in cinque giorni. Forse meno.

Aveva anche considerato l'eventualità che, nonostante fossero felici di ritrovarsi, potessero essere ancora arrabbiati l'uno con l'altro, quindi aveva dato loro altri tre giorni di tempo per smaltire totalmente la rabbia. Il resto sarebbero state solo frecciatine velate, ma ad Alvagar. Non a New York.

Quindi, se gli idioti non erano ancora tornati era perché avevano problemi nel mondo dei non-magikòs. E quando Ade espose quella teoria a sua moglie Arcadia, lei scoppiò a ridere.

"Tesoro, ti prego." Ridacchiò, riponendo il suo grembiule da cucina nella credenza. "Sono adulti. E sono tutti insieme."

Il dio si accigliò. "E secondo te perché sono preoccupato? Quelli, in sei, non fanno mezzo cervello!"

Arcadia, almeno su quella, sembrò d'accordo. "Punto su Joan ed Eleanoire." Replicò, facendogli roteare gli occhi al cielo.

"Ovviamente Eleanoire è la più furba di tutti, mentre Joan è quello più razionale, ma questo non impedirà loro di farsi ammazzare lo stesso." Spiegò, cercando di far trapelare il suo disappunto sulla situazione. "Se Irwin o James proponessero qualcosa di potenzialmente mortale -no, inutile che mi guardi così: sono le persone con meno istinto di conservazione che io abbia mai conosciuto-," aggiunse, all'occhiata torva della moglie. "Logan, Eleanoire e Joan non esisterebbero a seguirli!"

Arcadia sbuffò. "Senti, perché non li raggiungi? Ti assicuri che sia tutto okay e poi torni indietro." Si strinse nelle spalle. "Magari ne stanno approfittando per un viaggetto a New York."

Ade sospirò. Effettivamente non era una brutta idea, pensandoci bene. Avrebbe fatto un piccolo salto nel mondo dei non-magikòs giusto per assicurarsi che suo figlio e la sua combriccola di idioti incoscienti stessero bene e poi sarebbe ritornato ad Alvagar. Sì, ottima idea.

Sorrise alla moglie. "Penso che questa sia una delle tue migliori idee, tesoro!" Esclamò, indossando in fretta e furia il cappotto. Aprì la porta di casa, pronto ad uscire, ma qualcosa glielo impedì. "Oh, sul serio?" Esclamò, guardando verso la moglie che lo stava tenendo ancorato sul pavimento di casa.

La strega oscura indossò il suo cappotto di pelle, lo raggiunse e, solo dopo averlo superato, lo liberò dall'incantesimo. "Non pensare di andare senza di me, signorino." Lo minacciò, camminando a passo sicuro verso l'uscita della Foresta Oscura.

"Non puoi venire! Potrebbe essere pericoloso!" Insistette Ade, preoccupato.

Lei non volle sentire ragioni. "Tu mi devi ancora un viaggio di nozze, quindi o ti muovi o vado a New York da sola!"

Ade roteò gli occhi. Sapeva che discutere con Arcadia tanto sarebbe stato fiato sprecato perché avrebbe comunque vinto lei, quindi non aggiunse altro se non un rumoroso sospirò e la seguì verso il Portale per il mondo dei non-magikòs.

La Guaritrice Di Alvagar -Il Medaglione Di Alvagar 2- Where stories live. Discover now