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Dopo la chiacchierata con Jin, Taehyung si sentì subito più leggero. L'amico gli aveva consigliato di lasciare un po' di spazio a Jungkook per studiare la sua reazione e lui, con la scusa dello studio, lo fece. A quel punto Jungkook, stranito da quel comportamento, aveva temuto che il maggiore avesse raccontato alla sua ragazzo del bacio; quando le chiese chiarimenti, lei semplicemente lo rimproverò dicendogli che avrebbe dovuto iniziare a trattare meglio quel povero di Taehyung, che cercava solo di essergli amico.

"Certo, non è che voglia entrarmi nelle mutande! " pensò ironicamente tra sé e sé, ma in ogni caso capì che quel ragazzino tanto insolente alla fine aveva tenuto la bocca chiusa.
A quel punto, godendosi il suo silenzio, aveva passato quasi tutta la settimana con la sua amata, riprendendo le ricerche della casa che aveva non volontariamente trascurato ed i preparativi per il matrimonio.

A dire il vero, era abbastanza su di giri, e più tempo passava più quel fatidico e tanto desiderato giorno si avvicinava. Mancava poco alla sua laurea e non vedeva l'ora. Aveva notato poi, uscendo qualche volta con il gruppo, che quando c'era lui Taehyung mancava, e la cosa non poteva che fargli piacere. Si sentiva finalmente libero da quel rompiscatole, quindi poté sentirsi sé stesso senza la costante paura di essere preso in giro o, peggio ancora, molestarlo da ubriaco.

Taehyung, invece, si era segregato in camera sua, frustrato dal fatto che non potesse portare a termine quel maledetto disegno. Aveva provato e riprovato ma nulla lo soddisfaceva.

Era sabato sera quando Jackson, stufo dell'assenza di Taehyung, andò a casa sua, lo obbligò a prepararsi in mezz'ora e, dopodiché, lo afferrò in malo modo per un braccio trascinandolo fuori fino alla sua auto, minacciandolo di tagliargli tutti i vestiti se fosse sceso; poi aveva fatto il giro ed era salito anche lui mettendo in moto e dirigendosi al locale dove avevano appuntamento con il resto dei ragazzi.

-Ti prego, almeno dimmi che non c'è Jungkook - si lagnò Taehyung, ma le sue preghiere andarono in fumo dato che, una volta entrati nel locale, la prima persona che vide fu proprio lui.

Si bloccò momentaneamente, notando quanto stesse sorridendo in compagnia di Mark, Kai e Sojun. Notò anche quanto fosse diverso il suo comportamento quando lui non era nei paraggi, e dopo averlo constatato fece per tornare indietro, venendo però afferrato nuovamente da Jackson.

-Dove credi di andare? Tu ora ti siedi con noi ed ignori quel coniglio, intesi? Fingi che non ci sia, vedrai che ti divertirai. Dai amico, ci sei mancato in questi giorni, le feste non sono feste se tu non ci sei - il suo amico iniziò a fare un discorso motivazionale degno solo di lui ed alla fine l'aveva convinto...circa... In fondo anche a lui mancava divertirsi con i suoi amici e svuotate la mente da tutti i pensieri negativi che quel maledetto concorso gli provocava.

Prima di raggiungere il tavolo, però, si diresse verso il bagno, ovviamente seguito dal suo migliore amico. Si guardò brevemente allo specchio e, notando la sua immagine spenta e trascurata, ebbe come un colpo di fulmine.

-Come diavolo mi hai fatto uscire di casa?! Sei fuori di testa? - urlò con tutto il ribrezzo che in quel momento provò per sé stesso. Mise le mani sotto al getto d'acqua, le bagnò leggermente e ravvivò i capelli sistemandoli in modo da creare la riga centrale, poi li portò all'indietro.

"Così va meglio" pensò. Tolse la giacca di pelle, alzò le maniche della camicia rossa che indossava e sistemò una parte nel pantalone. Aprì i primi tre bottoni e indossò nuovamente la giacca.

-Ora si che sono perfetto - disse ammirando il suo riflesso, o almeno, lo credeva in minima parte, ma era perfetto per aver fatto tutto al volo.

Jackson ridacchiò.

Bello, stronzo ma soprattutto gayWhere stories live. Discover now