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Verso l'una di notte decisero che fosse giunta l'ora di tornare ognuno a casa propria, ma beh, ognuno tranne chi si era già addormentato: Jackson aveva preso delle coperte per coprire Jungkook, Rona e Mark, e dopo aver sistemato tutto con l'aiuto di Taehyung, spense tutte le luci e andarono nella camera del più grande.

-Come stai, Tae? - una volta sotto le coperte, Jackson voleva verificare che il suo amico stesse bene.

Quest'ultimo sospirò.
Certo, aver passato una serata del genere l'aveva distratto e anche rilassato un pochino, ma  il problema con Jungkook persisteva.
Come avrebbe dovuto comportarsi il giorno seguente? Cosa avrebbe dovuto fare? Poi c'era in ballo anche quel venerdì della settimana successiva e sicuramente non voleva sentirsi urlare contro cattiverie.

-Sto meglio, si... ma non bene - disse lievemente, e il suo migliore amico lo strinse in un abbraccio, cullandolo, donandogli un minimo di conforto.

-Vedrai che le cose pian piano si sistemeranno -

"Certo, facile a dirlo" pensò Taehyung, ma sapeva benissimo che se avesse rinunciato a quel patto le cose tra loro sarebbero finite e non avrebbe più ricevuto insulti, ma lui non voleva che il rapporto finisse, perché c'era qualcosa in quel piccolo coniglio malefico che gli faceva battere il cuore, ed il solo pensiero lo fece arrossire.

La sera precedente, nella doccia di casa sua, aveva sentito cose che mai nella sua vita aveva provato: quei brividi di piacere non erano dettati solo dal desiderio, e lui lo sapeva bene, ma semplicemente non voleva accettarlo.

Quando si rese conto che Jackson si fosse addormentato, si staccò dall'abbraccio sgusciando fuori dalle coperte e piano piano uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Il corridoio era immerso nel buio e, non volendo cadere per le scale, tastò il muro alla sua sinistra in cerca dell'interruttore, e quando lo trovò accese la luce. Scese lentamente, attento a non scivolare sul parquet lucido di casa Wang, dirigendosi in cucina da dove prese un bicchiere d'acqua.

Per poco non sputò l'acqua in faccia a Jungkook, che era entrato in cucina per la stessa necessità. Nel più totale dei silenzi bevve e senza degnare di uno sguardo Taehyung, fece per tornare in salone, ma la sua voce lo fece scattare sull'attenti.

-Possiamo parlare? - domandò incerto, sperando in una risposta affermativa, e sorrise leggermente quando lo vide accomodarsi al tavolo per ascoltare cosa avesse da dire.

"Beh, almeno mi ascolta... È già una cosa, no? " pensò ingenuamente, col cuore che aveva preso a battere un po' più in fretta.

-Volevo scusarmi...- sussurrò col capo chino e le guance rosate. Si sentiva al quanto in imbarazzo nel parlare con lui a quell'ora della notte e soprattutto con la fidanzata a pochi metri da loro -Non era mia intenzione rovinarti la... vita, con quel- provò a spiegarsi, ma venne bruscamente interrotto.

-Andiamo, sappiamo entrambi che non ti senti davvero in colpa, e poi davvero credevi che avrei accettato le tue scuse? Mi hai tirato in un incubo solo per soddisfare i tuoi desideri senza pensare però a me - espose il suo punto di vista, Jungkook, e la sua intenzione era proprio quella di ferire l'altro il più possibile, e ci stava riuscendo perfettamente, anche se a sua insaputa, perché se lui non era in grado di nascondere per niente le sue emozioni, Taehyung lo faceva senza il minimo sforzo, abituato ormai ad assumere determinati atteggiamenti.

-Jungkook, ti ricordo che sei stato tu a chiedermi di stare zitto, anche se io non avrei mai detto a Bae Rona del bacio. Non sarei mai stato così irrispettoso... Semplicemente mi hai offerto su un piatto d'argento la possibilità di passare del tempo con te ed io di certo non me la sono fatta sfuggire - gli spiegò tentando di essere il più neutro possibile, ma nel suo cuore si agitavano una marea di emozioni negative che spingevano per uscire, solo che non sarebbe crollato, o almeno non quando Jungkook aveva tutte le intenzioni di ucciderlo con le parole.

Bello, stronzo ma soprattutto gayWhere stories live. Discover now