7 Ottobre

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Barty si svegliò con il primo sorgere del sole. Aprì gli occhi per quella luce insolita e vide il modo in cui la luce dorata proveniva dal mare e riscaldava il nero dei capelli di Rabastan. Si soffermò a guardarne il profilo ancora addormentato, la mandibola squadrata e la barba che addolciva i tratti. Da sotto il lenzuolo si intravedevano i profili ben delineati dei muscoli.

Non credeva che sarebbe arrivato il tempo in cui sarebbe riuscito a trascorrere la notte con un altro uomo. Dopo Regulus, tutto sembrava aver perso interesse per lui. Era rimasta solo la Causa e il Signore Oscuro a cui aveva giurato fedeltà eterna. Sorrise al pensiero di non doversi nascondere con Rabastan, che lui era un soldato in grado di comprenderlo meglio di chiunque altro.

Gli occhi verdi di Rabastan si aprirono e sul volto comparve un sorriso compiaciuto. "Mi osservi nel sonno?" Arrossì e cercò di dissimulare. "Sei nel mio campo visivo. Come fai a dormire con tutta questa luce?"

"Forza dell'abitudine..."

Barty si sollevò dal letto e si diresse in bagno. "Vuoi fare la doccia con me?" Sorrise nel vedere che Rabastan lo seguiva con un'espressione divertita.

Sotto il getto caldo dell'acqua domandò: "Permetti che ti insaponi?"

Il solo pensiero di poter accarezzare quel corpo tonico e muscoloso lo eccitava. Fremette quando Rabastan acconsentì con un lieve cenno del capo. I pettorali, al di là della spugna, erano rilassati dal vapore, l'acqua calda rendeva quel corpo ancora più desiderabile. Lo liberò dal sapone lasciando che l'acqua scorresse, la mano accarezzava e accompagnava il getto e si premurava di togliere ogni traccia. La bocca seguiva posando dei baci che sapevano di lavanda. Alzò lo sguardo, la barba imperlata di goccioline d'acqua, gli mostrava il mento e la gola in un invito a dissetarsi proprio lì. Nel tentativo di raggiungere il collo di Rabastan, i loro corpi si sfiorarono e Barty sentì il proprio fremere eccitato al contatto con la pelle umida e profumata.

Rabastan gli sfilò la spugna di mano mentre si godeva i baci di Barty, mosse leggermente il viso abbassandolo per raggiungere la bocca. Seguì un bacio lento, senza fretta, in cui Rabastan gli mostrò i modi in cui era possibile esplorare la bocca dell'altro. Il vapore rendeva la vista appannata, simile a un sogno e Barty si disse che non sarebbe più voluto uscire da quella doccia. Fu proprio allora che Rabastan cambiò espressione e l'erezione iniziò a premere contro il ventre di Barty. Lo spinse contro la parete di mattonelle, fredde e scivolose, lo sollevò tra le sue braccia facendosi spazio tra le sue gambe e poi, lentamente, entrò dentro di lui.

"Volevi questo risveglio, eh?" domandò Rabastan con la sua espressione impertinente. "Ieri notte sei stato particolarmente bravo, ti meritavi una ricompensa." Tremò sotto un affondo più vigoroso e strinse la presa sulle spalle forti di Rabastan. La sua erezione premeva contro il ventre di Rabastan, sfregata e stimolata dallo strofinio dei loro corpi bagnati. Rabastan si liberò dentro Barty prima che lui stesso riuscisse a venire e quando uscì, si ritrovò in difficoltà.

Rabastan, però, uscì dalla doccia e avvolse il corpo in un telo di spugna morbido, nascondendo alla vista il suo splendido corpo. Barty lo osservava incredulo, ricevendo in cambio uno sguardo sarcastico. "Pensavi davvero di poter prendere l'iniziativa? Sei il mio sottomesso, ricorda."

Barty rimase nella doccia, chiuse l'acqua, incerto, smarrito da quell'esito inatteso. "Adesso," continuò Rabastan, "ci vestiremo, faremo colazione, riprenderemo i nostri addestramenti, e se sarai bravo, ti ricompenserò."

"Ma come faccio?" Non riuscì a terminare la frase, si limitò a guardare la sua erezione dritta che non voleva saperne di accettare la realtà.

"Sono certo che saprai attendere..."

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